Brizard a tutto campo: l’Olimpiade, l’importanza di Giani, Louati e Romanò, Piacenza e…

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L’immagine di una Francia incredibile, guidata da Andrea Giani che fa sentire anche un po’ a noi italiani, nonché suoi tifosi da una vita, il senso della vittoria, ma anche da Antoine Brizard, regista d’Oltralpe oltre che della Gas Sales Bluenergy Piacenza. Protagonista di alcune delle sue migliori prestazioni personali (una delle quali anche contro l’Italia di Fefè De Giorgi), nelle quali ha spinto l’attacco dei francesi in maniera sublime, Antoine è tornato subito dopo i festeggiamenti parigini alla corte di Andrea Anastasi dove lo attende una stagione davvero ambiziosa.

foto Gas Sales Bluenergy Piacenza

“Dopo quattro anni trascorsi qui a Piacenza, posso dire che ormai ogni volta torno a casa. Con questo club ho vissuto anni di vera maturazione pallavolistica, oltre al fatto che sono stati formativi ed emozionanti. Quest’anno sono tornato per vincere. La squadra mi piace, anche se voglio avere ancora un po’ di tempo per prendere le misure con tutti i giocatori. Sono fiducioso di poter far bene”.

Cosa spinge un doppio medagliato olimpico a scegliere Piacenza?

“In generale il campionato italiano mi piace moltissimo e in Italia mi trovo molto bene. Ho scelto che la mia storia proseguisse in tutti questi anni a Piacenza perché è una società che mi ha dato fiducia e che mi darà ancora la possibilità di crescere. Ed io voglio farlo proprio qui con loro. Detto questo, non posso non menzionare Elisabetta Curti, persona capace di ascoltarmi sempre e con la quale abbiamo voglia tutti di costruire assieme qualcosa di importante”.

Foto Gas Sales Bluenergy Piacenza

Squadra variegata, alcuni nuovi arrivi. In generale si respira la voglia di riscatto.

“Sì, come dicevo il primo impatto è stato buono. Usciamo da una stagione un po’ deludente e si avvertiva la necessità di cambiare qualcosa. Sono felice di ciò che ho visto da queste prime settimane”.

Confermati, tra gli altri, lei e Yuri Romanò.

“Siamo compagni di stanza. È un grande amico e sono felice di vederlo ancora al mio fianco”

Le lacrime di Yuri dopo l’eliminazione contro la Francia hanno toccato molti tifosi nostrani.

“Mi ha toccato vederlo così, perché è in primis un amico e poi quando ci troviamo non dalla stessa parte del campo durante le competizioni con le rispettive nazionali, è un avversario leale. La sconfitta e l’eliminazione è qualcosa che ho provato anche io ai Mondiali, quando lui ha avuto la meglio. È stata tosta”.

foto Fipav/Tarantini

Italia-Francia quanto la sente?

“Mi fa piacere giocarla, ma è esattamente come altre partite contro nazionali nelle quali giocano altri amici o avversari. Devo dire, ad esempio, che quando sono tornato a Piacenza, tutto l’ufficio e lo staff della società è venuto a congratularsi. È una sfida particolare la nostra, in campo la tensione esiste, non lo nascondo, ma alla base c’è rispetto. Il rispetto, come testimoniato dall’affetto che sento da parte delle persone di Piacenza testimonia il fatto che è presentissimo”.

Con Piacenza è cresciuto moltissimo in questi ultimi anni. Se pensiamo a tre anni fa a Tokyo, l’impressione è che il famigerato percorso sia stato fatto.

“Dopo Tokyo mi è successo qualcosa che non mi aspettavo. Mi sono ritrovato ad essere classificato come uno dei migliori giocatori del mondo assieme ai compagni di nazionale, ma forse non pronto per questo e questa cosa non mi faceva stare bene. Conclusa l’esperienza di Parigi posso dire di essere più fiducioso nei confronti del mio ruolo e della mia persona. Ora gioco decisamente più tranquillo”.

foto Volleyball World

Ci dica il segreto della Francia.

“La squadra. Siamo tutti vicini e amici con tutti. Mi colpisce il fatto che oltre a non aver posti assegnati ad esempio a tavola, siamo sempre mischiati tra di noi e questo inevitabilmente crea un ambiente intimo e complice”.

L’amico della nazionale per eccellenza?

“Posto che vado davvero d’accordo con tutti, le direi Louati. Abbiamo storie famigliari simili. Abbiamo perso entrambi il papà. Per me lui è come un fratello. Sono stato anche suo testimone di nozze. Ci vogliamo molto bene”.

foto Volleyball World

Il ruolo di Giani è stato così decisivo?

“Sì perché ha capito cosa ci serviva, ossia non sradicare l’identità della scuola e provando ad integrarsi con un gruppo già dal primo giorno. Ha rimesso alcune cose in ordine dopo l’eliminazione dai Mondiali, da cui siamo proprio partiti per impostare la strategia olimpica. Siamo cresciuti molto a muro e in alcune gare siamo stati tutti d’accordo sul fatto che è stato decisivo. In difesa eravamo già molto forti e avevamo due schiacciatori che difendono tanto”.

L’oro è davvero l’ultimo traguardo di una carriera sportiva? Cosa c’è dopo?

“Posso dire che vincere le ultime due competizioni olimpiche, sia qualcosa di straordinario e incredibile. Farlo davanti al nostro pubblico e all’interno della nostra nazione, credo sia unico. Non ci sarà più un’emozione così forte”.

foto Volleyball World

Avrà festeggiato per giorni.

“(ride n.d.r.) Qualche festicciola l’abbiamo fatta. La cosa incredibile è stata fare festa con quindicimila persone a Casa France. I tifosi, le famiglie, i compagni. Ancora ho la pelle d’oca se ci penso”.

Ora Piacenza con lei è una delle principali favorite.

“Vedremo. Sarà un campionato tostissimo. La voglia di riscatto è fortissima e potrebbe portarci a fare le cose in un certo modo”.

Di Roberto Zucca

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Rinaldi, biennale in Giappone: “Vi racconto perché vado, i dubbi iniziali e… Modena”

Sale in Zucca

Osaka Blazers Sakai. Tutto o niente. Bianco o nero, o bianco e rosso se si ragiona per cromatismi della vita, e per la nuova bandiera d’appartenenza pallavolistica di Tommaso Rinaldi. La vita è fatta di cambiamenti, spesso radicali, di sfide che portano uno dei primi di italiani, ma di quelli che si candidano ad essere primi della classe a sbarcare nel campionato nipponico, dopo un passato anche recente fatto di Modena, patria del tifo sfegatato, del palazzetto che si riempie dell’entusiasmo e della mitomania, che è poi tipica del giapponesismo del volley. Lui è Tommaso, occhi di ghiaccio, voglia ed esigenza di essere più grande dei suoi 24 anni, destino di essere grande tra i grandi. 

L’entusiasmo per questa nuova avventura c’è tutto, anche se il pensiero di rinunciare a ciò che lo rende uno dei volti più interessanti della Superlega è tuttora presente.

“Osaka è nata per caso. È una destinazione a cui non avevo mai pensato finché all’inizio dell’anno, l’allenatore dei Blazers mi ha contattato su Instagram per sondare la volontà o la mia curiosità di giocare in un campionato così lontano da casa. Se vogliamo, lontananza a parte, è un campionato davvero diverso dal nostro, ma stimolante”.

Non voglio parlare della trattativa in sé. Volevo capire come è iniziato il suo processo di lento sradicamento da una città che lei ama tanto.

“C’è stato subito il confronto con la mia famiglia e con il procuratore anche solo per capire assieme cosa pensassimo di un passo del genere. Non ho ragionato pensando a ciò che mi veniva offerto, non è stato quello l’aspetto che mi incuriosiva di più. Ho pensato se fosse un’opportunità a quest’età e se davvero il Giappone potesse rappresentare un investimento sulla mia carriera”.

Che risposta si è dato?

“Sono rimasto colpito dall’attenzione e dal pensiero fatto da parte della società. Inizialmente ho pensato anche a Modena, perché non volevo lasciarla. Al di là della società in cui sono cresciuto, in cui ho vissuto per moltissimi anni, il pensiero è andato a ciò che mi ha dato tanto e che avrei dovuto lasciare. Ho un’offerta biennale a Osaka, segno che il progetto è lungo e che la volontà di fare bene c’è tutta”.

So che troverà un giocatore che già conosce.

“Sì, Matt Anderson. Saremo compagni di squadra e potremo fare assieme una bella stagione”.

Anderson e Rinaldi. Possiamo fare delle similitudini?

“Mi dica”.

La pallavolo giapponese vive di simbolismo, un po’ come tutta la cultura. Penso ai vostri due volti. C’è tanto marketing. Siete molto belli, siete due volti innocenti, siete un po’ uno stereotipo occidentale. Il volley un po’ pop vende biglietti?

“Sicuramente faremo clamore. Se parliamo di canoni estetici, rappresentiamo forse qualcosa di pulizia e trasparenza, non so quanto questo conti. Sono un popolo molto devoto alla pallavolo, molto attento, che esprime con moderazione ed educazione la propria gratitudine e il proprio affetto e simpatia nei confronti degli atleti”.

L’emozione c’è?

“C’è curiosità. Partirò ad agosto e sarò solo in questa prima fase. Se mi vuole chiedere quanta paura ho della solitudine, del fatto che sarò dall’altra parte del mondo per la prima volta per così tanto tempo, le dico che dovrò imparare a gestire tutto, ma sono fiducioso. Papà e mamma sono stati determinanti e mi hanno lasciato libero, senza il rimpianto di non avermi più a Modena a due passi da casa”.

Rinaldi, mi fa specie vederla diventare così grande.

“Sono cresciuto anche io. Questa è una grande occasione arrivata nel momento giusto”.

Intervista di Roberto Zucca
(©Riproduzione riservata)