Dalla Champions League alla Coppa Italia di Serie A2: dopo quasi un decennio Imma Sirressi torna a vincere un trofeo nazionale nella finale di Trieste e lo fa con la maglia della Bartoccini Fortinfissi Perugia. Un traguardo – accompagnato dal riconoscimento per la MVP consegnatole a fine gara – che premia la sua scelta di scendere di categoria per la prima volta in carriera: “Quando si vince una coppa è sempre uguale – commenta l’ex azzurra – sempre le stesse emozioni. Io quest’anno ho dato tanto, mi sono divertita anche se è stata dura; non è ancora finita, però la paragono con uno scudetto o con una Champions. È un anno bellissimo anche se è A2“.
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“All’inizio un po’ eravamo molto emozionate – ammette Sirressi – in alcuni momenti si è vista un po’ di stanchezza e un po’ di lucidità. Ci sta, anche per l’orario in cui si è giocato. Avevamo i nervi tesi dall’inizio alla fine, non volevamo portarla al quarto o al quinto set e abbiamo provato a spingere su ogni palla dalla prima all’ultima. Questo risultato è frutto di tanti sacrifici durante la settimana, perché ci alleniamo davvero tanto per arrivare così al weekend. Adesso abbiamo raggiunto questo obiettivo importante, ma non è finita perché ce n’è un altro altrettanto importante che ci aspetta“. E l’ultima dedica è per i tifosi: “Perugia ha un cuore grande… quando li ho visti arrivare il mio cuore esplodeva. Questa vittoria è per noi, lo staff e la società, ma anche per loro“.
Felicissima anche Gaia Traballi, una delle grandi protagoniste della stagione: “Penso che soprattutto negli avvii dei primi due set la Futura ci abbia messo in difficoltà, a partire dalla battuta, però noi non abbiamo mai smesso di pensare al momento presente. Punto per punto, azione per azione, siamo sempre rimaste molto unite: tutte hanno fatto la loro parte dando il loro contributo, e alla fine mettendo pressione alle avversarie siamo arrivate“.
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I risultati straordinari in campionato (la Bartoccini Fortinfissi è a un passo dalla promozione) hanno agevolato il clima di fiducia in casa Perugia “Siamo un bel gruppo – commenta Traballi – sicuramente aiutato da questo filotto di vittorie. Questa però è quella che però ci portiamo a casa come un vero premio per quello che abbiamo fatto. Non è finita però, e ci sarà poco tempo per festeggiare: tra un giorno o due dovremo ricominciare a lavorare perché ci sarà da stringere i denti per andare a prendere gli ultimi risultati“.
“Una grande emozione. Una Coppa Italia meritata – dice il presidente Antonio Bartoccini – grazie alle ragazze, grazie allo staff. Grazie ai tanti tifosi che ci hanno sostenuto. Godiamoci questo risultato storico poi torneremo a pensare al campionato“. E il coach Andrea Giovi aggiunge: “Che soddisfazione. Ambiente emozionante e vittoria storica. Adesso per 48 ore festeggiamo, poi ci butteremo sul campionato per fare quello che sappiamo“.
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Un po’ di rammarico, invece, per Daris Amadio dopo che la sua Futura Giovani era partita molto bene nel primo e anche nel secondo set: “Quando si perde qualche rimpianto c’è sempre – dice l’allenatore di Busto Arsizio – però c’è anche la bravura di Perugia che, come sta dimostrando di saper fare in campionato, oggi all’interno di ogni set è stata più cinica nei momenti finali. Abbiamo giocato bene il primo set e anche il secondo, però qualche punto perso per disattenzioni su certi palloni, una copertura, una difesa, un appoggio un po’ staccato possono fare la differenza: loro fanno benissimo queste cose, noi non così bene per tutto il set“.
La grande rimonta di Perugia dal 14-19 al 21-20 nel primo set ha cambiato la partita: “Sicuramente il primo set è girato lì – ammette Amadio – anche se poi abbiamo continuato a giocarlo. Potevamo portarlo a casa e magari col senno di poi sarebbe cambiata… l’inerzia sembrava dalla nostra parte anche dal punto di vista del gioco, loro avevano commesso diversi errori. Sui servizi di Kosareva e di Messaggi, però, abbiamo sofferto e – come ogni tanto ci capita – non abbiamo avuto la pazienza di giocare 2-3 volte il punto per metterlo a terra, abbiamo avuto troppa fretta di chiudere. Nel secondo set abbiamo giocato alla pari, però anche lì intorno al 16 loro sono state veramente più lucide in quei due-tre palloni che, a questi livelli, fanno la differenza“.
di Eugenio Peralta