Andrea Anastasi: “Aspetto questa partita da sabato, abbiamo bisogno di giocare”

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Di Redazione

Ultimi allenamenti al PalaBarton per la Sir Safety Susa Perugia in vista della sfida di domenica 5 marzo con la Gioiella Prisma Taranto. Oggi (venerdì) doppia seduta per i Block Devils, con attività in sala pesi al mattino e lavoro tecnico-tattico nel pomeriggio. Domattina la carovana bianconera parte per una lunga trasferta con prima tappa Taranto, per poi proseguire direttamente in direzione Berlino, dove mercoledì 8 marzo è in programma l’andata dei quarti di Champions League.

Sul momento della squadra e sui prossimi imminenti impegni, le parole del tecnico Andrea Anastasi: “Abbiamo la fortuna di poterci rituffare subito nei nostri impegni. Da Taranto in poi giocheremo ogni tre giorni, avremo la Champions che è il nostro obiettivo nell’immediato, poi avremo i Play Off. Insomma, ci rituffiamo in quella che è la nostra vita, ossia cercare di vincere più partite e più trofei che possiamo. Non siamo stati bravi in Coppa Italia, ma adesso davanti a noi abbiamo altri due importanti obiettivi. Saranno ovviamente difficilissimi da vincere, ma ho visto grandissimo impegno e grandissima attenzione dei ragazzi negli allenamenti e sono sicuro che torneremo ad essere competitivi“.

Dopo la sconfitta nella semifinale di Coppa Italia, è grande la voglia di tornare a calcare il taraflex: “Abbiamo bisogno di tornare a giocare, aspetto la gara di Taranto da sabato scorso quando ero nel pullman per tornare a Perugia” conferma Anastasi. “La aspetto con passione perché abbiamo bisogno di rituffarci nell’agonismo. È chiaro che la partita più importante per noi di questi prossimi giorni sarà quella di Berlino, che stiamo preparando con tantissima attenzione, tanto che abbiamo svolto la settimana con i palloni gialloverdi della Champions proprio per non lasciare nulla al caso. Ma la partita di Taranto sarà vera, reale, loro vorranno fare punti quindi combatteranno come leoni, e noi scenderemo in campo per cercare di fare del nostro meglio“.

(fonte: Comunicato stampa)

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Giubileo dello Sport 2025, Papa Leone XIV: “L’incitamento ‘dai’ è un imperativo bellissimo”

Oltre il Volley

Lo scorso weekend, sabato 14 e domenica 15 giugno 2025, si è celebrato a Roma il Giubileo degli Sportivi, chiuso dalle potenti parole pronunciate da Papa Prevost nella messa celebrata in Vaticano a cui erano presenti, tra i tanti, il Presidente del CIO Thomas Bach, seduto vicino al Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, e a tanti campioni come l’ex ferrarista Felipe Massa, l’olimpionico del judo Pino Maddaloni, l’ex calciatore e oggi Sindaco di Verona, Damiano Tommasi, la campionessa paralimpica Giulia Ghiretti, il campione dell’NBA Gordon Hayward, oltre a Francesco Ricci Bitti, membro d’onore del CIO.

"Non è un caso che nella vita di molti santi del nostro tempo, lo sport abbia avuto un ruolo significativo, sia come pratica personale sia come via di evangelizzazione" sono state le parole con cui Papa Leone XIV ha aperto la messa dedicata agli sportivi, citando poi l'esempio del Beato Pier Giorgio Frassati, ''patrono degli sportivi, che sarà proclamato santo il  prossimo 7 settembre. La sua vita, semplice e luminosa, ci ricorda  che, come nessuno nasce campione, così nessuno nasce santo. È l'allenamento quotidiano dell'amore che ci avvicina alla vittoria definitiva e che ci rende capaci di lavorare all'edificazione di un mondo nuovo. Lo affermava anche San Paolo VI, vent'anni dopo la fine  della seconda guerra mondiale, ricordando ai membri di un'associazione sportiva cattolica quanto lo sport avesse contribuito a riportare pace e speranza in una società sconvolta dalle conseguenze della guerra''.

"I campioni non sono macchine infallibili, ma uomini e donne che, anche quando cadono, trovano il coraggio di rialzarsi".

"Cari sportivi - ha proseguito il Pontefice -, la Chiesa vi affida una missione bellissima: essere, nelle vostre attività, riflesso dell'amore di Dio Trinità per il bene vostro e dei vostri fratelli. Lasciatevi coinvolgere da questa missione, con entusiasmo: come atleti, come formatori, come società, come gruppi, come famiglie".

"Il binomio Trinità e sport non è esattamente di uso comune, eppure l'accostamento non è fuori luogo. Ogni buona attività umana infatti porta in sé il riflesso della bellezza di Dio e certamente lo sport è tra queste. Del resto Dio non è statico, non è chiuso in sé, è comunione, viva relazione tra Padre, Figlio e Spirito Santo, che si apre al mondo".

"Ecco perché lo sport può aiutarci a incontrare Dio Trinità, richiede movimento dell'io verso l'altro, certamente esteriore, ma soprattutto interiore. Senza questo si riduce a sterile competizione di egoismi”.

“Pensiamo ad un'espressione che in lingua italiana si usa comunemente per incitare gli atleti durante le gare, gli spettatori gridano 'dai', forse non ci facciamo caso, ma è un imperativo bellissimo, quello del verbo dare. E questo può farci riflettere, non è solo un dare una prestazione fisica, ma un dare sé stessi. Si tratta di darsi per gli altri per la propria crescita, per i sostenitori, per i propri cari, per i collaboratori, per il pubblico, anche per gli avversari. Se si è veramente sportivi questo va al di là del risultato”.

Infine, citando Papa Francesco, l’augurio per tutte le atlete, gli atleti, dirigenti e volontari delle tante associazioni sportive coinvolte: “Amava sottolineare che Maria del Vangelo ci appare attiva il movimento, perfino di corsa, pronta, come sono i padri e le mamme, a soccorrere i suoi figli. Chiediamo a lei di accompagnare le nostre fatiche e i nostri slanci – ha concluso Papa Prevost -, e di orientarvi sempre al meglio, fino alla vittoria più grande: quella dell'eternità, il campo infinito, dove il gioco non avrà più fine, e la gioia sarà piena”.

Tanti gli esponenti del mondo dello sport che hanno partecipato alla messa c'era anche il Luk Lublin, squadra di pallavolo fresca di titolo maschile in Polonia, che con il suo capitano Jakub Wachnik ha omaggiato il Papa con la sua maglia.