Giacomo Raffaelli: “Siena punta alla salvezza, tutto il resto sarà ben accetto”

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Di Roberto Zucca

Gli anni trascorsi oltralpe sono ormai un vecchio ricordo. Così come la stagione archiviata a Cisterna, con un finale personale decisamente buono, che ha fatto comprendere a tutti quanto Giacomo Raffaelli si meriti la Superlega. È così che proprio dalla sua terra, la Toscana, è arrivata la proposta della Emma Villas Aubay Siena per proseguire la carriera in Superlega:

Quando Siena ha bussato alla mia porta è stata davvero una bella soddisfazione. È una società che ho conosciuto negli anni da avversario e della quale ho sempre carpito l’ambizione e la voglia di creare ottimi sodalizi“.

La campagna acquisti prosegue con Pinali da Trento e, tra gli altri, Van Garderen e Petric.

Sta venendo su sicuramente una squadra altamente competitiva, che dovrà misurarsi con sodalizi altrettanto competitivi. Sicuramente l’arrivo di Giulio e di alcuni ex giocatori di Modena è un segnale del fatto che anche noi vogliamo ritagliarci il nostro spazio all’interno del prossimo campionato“.

Dove può arrivare questa Siena?

Sicuramente dovrà puntare ad un obiettivo salvezza, che è il primo traguardo da raggiungere, visto che tutte le squadre, rispetto alla scorsa stagione si stanno rinforzando e saranno pronte a darsi battaglia dalla prima giornata. Tutto il resto che arriverà sarà ben accetto. È un gruppo nuovo che dal primo giorno in palestra dovrà lavorare per costruire la chimica per affrontare una stagione lunga e complessa“.

foto Emma Villas Aubay Siena

Anche Cisterna si sta rinnovando in tutti i reparti.

Anche loro ho sentito che stanno allestendo una buona squadra. Per me lo scorso anno è stata una stagione non facilissima, perché spesso avrei voluto trovare maggiore spazio. Ho recuperato ritagliandomi una parentesi nei playoff, e questo ha fatto sì che il bilancio fosse sicuramente positivo“.

Poi è arrivata la chiamata in nazionale.

L’esperienza è andata bene e lavorare con De Giorgi è stato un modo per farmi conoscere anche da chi sceglie quali siano i giocatori per l’azzurro durante tutta la stagione. Credo di aver portato la mia voglia di mettermi a disposizione, oltre all’entusiasmo di indossare di nuovo quella maglia. Spero ci saranno altre occasioni“.

Mi dica se è felice di tornare in Toscana. Sono già pronti i pullman di tifosi e amici?

Sicuramente saranno più comodi, ma loro sono capaci di seguirmi ovunque. In generale sono felice di essere rimasto nella massima serie. E di giocare in un club prestigioso. Negli anni non ho particolarmente sofferto la lontananza da casa perché è il mio lavoro e ci sono abituato. Nei prossimi anni potrei accettare ancora proposte come quella della Francia, credo siano occasioni di crescita personale e professionale“.

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Il ritorno di Dragan Travica: “Felice di lavorare con Boninfante, ma con papà…”

Sale in Zucca

Buon viaggio, che sia un’andata o un ritorno, che sia una vita o un solo giorno... da Dragan Travica. Un itinerario, quello di una persona, ma è doveroso, per quanto bene ne conosca le genesi, estendere il concetto a tutta la sua famiglia, che ha attraversato nazioni impervie, l’Iran su tutte, campionati in cui l’Italia era poco rappresentato fino al suo passaggio, e penso alla Russia e strade che lo hanno reso un giocatore non solo di esperienza, ma anche di peso.

Il Travica dei 38 anni è un palleggiatore dal palmares invidiabile, papà di due figli, eterno ragazzo e uomo navigato, ed è colui che Piacenza ha scelto per il prossimo campionato, da affiancare a quel piccolo genio di Paolo Porro. Viene fuori un mix curiosissimo, forse perché caratterialmente e carismaticamente il piccolo ricorda il grande degli esordi, e ancor di più perché la Gas Sales darà valore mediante Dragan ad un reparto che a Piacenza significa esperienza e ambizione.

“L’Italia è il luogo da cui tutta la mia carriera è incominciata e devo dire che sono molto felice di ritrovare il mio paese e il campionato di Superlega. La Grecia mi mancherà, anzi, ci mancherà da morire, perché anche Giulia e il mio primo figlio Milo, si sono trovati molto bene. Sono stati anni importanti per tutti, anni in cui ho lottato. Lascio con un po’ di amaro in bocca per l’ultimo trofeo non vinto. Il finale è l’unico neo di stagioni in cui ho dato il massimo”.

Ed ora si gode Piacenza.

“I primi contatti ci sono stati a febbraio e ho avuto subito modo di apprezzare il progetto. Poi, il caso vuole che anche mio papà solo fino a poche settimane fa ha lavorato per questa società e svelo un aneddoto, ovvero che quando è stato contattato per la panchina, pensava avessero sbagliato perché erano giorni in cui anche io stavo iniziando le interlocuzioni con il club”.

Sarebbe stato curioso vedervi insieme in Italia.

“Sarebbe stato bellissimo. Ma io sono felicissimo di lavorare con Dante con cui ho fatto molte cose belle in nazionale. Papà sapeva che doveva traghettare la squadra fino a fine stagione. Così come io so bene quale è il mio ruolo e sono contento di lavorare con Paolo”.

foto Gas Sales Bluenergy Piacenza

Ha diretto la squadra fino a ieri in regia. Quest’anno un ruolo diverso.

“Ho 38 anni e giocare cinquanta partite come lo scorso anno inizia a diventare un tema a livello fisico. Sono qui perché Piacenza è un progetto di crescita anche per i giovani, penso alle varie scommesse che ha in atto e io sarò ben felice di mettere la mia esperienza laddove verrà richiesta. Ho scelto questa società perché preferisco giocare per vincere dopo tutti questi anni e sono certo che il roster allestito potrà togliersi delle belle soddisfazioni”.

Paolo Porro è un po’ il Travica degli esordi?

“Mi aspetto che sia il palleggiatore che farà sognare i tifosi e continuerà a dimostrare di che pasta è fatto. Penso al suo cammino a Milano, dove negli anni è riuscito con la squadra a mettere in crisi tanti top team, divenendo una squadra molto apprezzata e presa a modello. Paolo a Milano si è guadagnato tanta stima e fiducia sul campo. Questa è la squadra che può consacrare le sue ambizioni”.

Con suo padre Piacenza cosa ha fatto capire?

“Io credo che papà sia un po’ il Ranieri del volley, è uno che riesce sempre a lavorare sulla chimica della squadra e sulla disciplina. Penso sia il suo valore aggiunto, anche perché ha una lunghissima carriera e ha davvero lavorato con ogni tipologia di gruppo”.

Lei un po’ punta a questi obiettivi?

“Puntiamo tutti in generale a creare subito un gruppo che la domenica voglia puntare in alto. Non vedo l’ora di cominciare anche perché ho sentito parlare molto bene di tanti elementi del gruppo ed ora sono curioso di lavorare con loro in palestra”.

Intervista di Roberto Zucca
(© Riproduzione riservata)