Azzurri verso la sfida con l’Iran: “Risultato importante, ma pensiamo anche al gioco”

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Di Redazione

Sale l’entusiasmo nel gruppo della nazionale maschile che, dopo la bella vittoria con la Bulgaria all’esordio nella Pool 6 di VNL a Danzica, si prepara ad affrontare giovedì 7 luglio alle 14 l’Iran, che nel primo turno ha battuto al tie break i padroni di casa della Polonia. La squadra di Fefè De Giorgi arriva però all’appuntamento con il risultato più importante già in tasca: grazie alla sconfitta della Serbia contro la Slovenia, l’Italia è già matematicamente certa di chiudere tra le prime 8 della classifica generale e quindi – in quanto paese ospitante – godere della testa di serie numero 1 nelle Finals di Bologna (affrontando l’ottava classificata).

A presentare l’imminente impegno con l’Iran è stato lo schiacciatore calabrese Daniele Lavia, autore di 13 punti nella prima sfida: “Ieri con la Bulgaria è stata una partita bella ma non semplice, soprattutto nel terzo set, quando siamo stati bravi a reagire, dopo due buoni primi set, guardandoci negli occhi. Siamo fatti così, ma stiamo lavorando per migliorare l’alternarsi tra alti e bassi. Stiamo giocando una VNL non semplice, tutte le squadre sono attrezzate per far bene e l’Iran è una di queste e lo ha dimostrato ieri con la Polonia. È una squadra che non molla e resta sempre attaccata alla partita“.

In nazionale – continua il giocatore dell’Itas Trentino – ho ritrovato la stessa atmosfera dello scorso anno, siamo rimasti legati tutti quanti ma abbiamo tutti un anno in più con miglioramenti che ne conseguono. C’è tutta la consapevolezza di far bene anche quest’anno. Ci sentiamo tutti giovani, anche i veterani si sentono giovani in questo gruppo. Personalmente sono contento di come sono andati gli ultimi anni, difficili ma vissuti con tanta voglia di fare. Credo di essere cresciuto tanto quest’anno grazie anche al mio club, sto bene, sono felice di essere qui e voglio guardare avanti. Sarà un’estate intensa, ci saranno i Mondiali dopo la VNL ma pensiamo partita per partita, a noi piace fare così“.

Tra i protagonisti di questa giovane Italia c’è anche Alessandro Michieletto, che analizza così il prossimo impegno: “Siamo contenti di quello che abbiamo fatto fino ad oggi e ci prepariamo con entusiasmo alle prossime gare che ci serviranno per migliorare il nostro gioco. Stiamo crescendo tanto come gruppo, è una squadra in crescita si lavora bene e siamo sereni. Dobbiamo continuare così e lavorare tanto, ci toglieremo grandi soddisfazioni. Con l’Iran sarà una partita importante, è una squadra molto forte e lo ha dimostrato con la Polonia. Vogliamo guardare al risultato, arrivare tra le prime otto ma pensando anche al nostro gioco per goderci le Finals in casa“.

Michieletto riflette poi sul bilancio dell’ultima stagione: “L’ultimo mio anno è stato un anno intenso ma bello, ora è un’estate nuova, bisogna conquistarsi tutto lasciando alle spalle ciò che è stato. Siamo una squadra importante e vogliamo portare l’Italia in alto in ogni competizione. La mia vita è cambiata, sto cercando di rendermene conto ma non è facile. Scendere in campo vuol dire non poter scendere sotto un certo livello, è difficile ma sto lavorando per dare il meglio e far divertire i nostri tifosi. Questo mi riesce meglio anche grazie ai miei compagni“.

I due schiacciatori azzurri si sono poi soffermati sul significato di “Noi… Italia“, il motto con cui è nata questa nazionale di Fefè De Giorgi: “Noi… Italia vuol dire tutto, ci caratterizza: unione, forza, fiducia reciproca, e credo si veda quando scendiamo in campo” ha commentato Daniele Lavia. Stessi valori sottolineati da Alessandro Michieletto: “Noi… Italia è una cosa molto importante, racchiude parole fondamentali: gruppo, stare insieme, lottare e giocare insieme. Abbiamo fatto del gruppo la nostra arma principale la scorsa estate e vogliamo fare lo stesso quest’anno“.

(fonte: Comunicato stampa)

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Giubileo dello Sport 2025, Papa Leone XIV: “L’incitamento ‘dai’ è un imperativo bellissimo”

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Lo scorso weekend, sabato 14 e domenica 15 giugno 2025, si è celebrato a Roma il Giubileo degli Sportivi, chiuso dalle potenti parole pronunciate da Papa Prevost nella messa celebrata in Vaticano a cui erano presenti, tra i tanti, il Presidente del CIO Thomas Bach, seduto vicino al Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, e a tanti campioni come l’ex ferrarista Felipe Massa, l’olimpionico del judo Pino Maddaloni, l’ex calciatore e oggi Sindaco di Verona, Damiano Tommasi, la campionessa paralimpica Giulia Ghiretti, il campione dell’NBA Gordon Hayward, oltre a Francesco Ricci Bitti, membro d’onore del CIO.

"Non è un caso che nella vita di molti santi del nostro tempo, lo sport abbia avuto un ruolo significativo, sia come pratica personale sia come via di evangelizzazione" sono state le parole con cui Papa Leone XIV ha aperto la messa dedicata agli sportivi, citando poi l'esempio del Beato Pier Giorgio Frassati, ''patrono degli sportivi, che sarà proclamato santo il  prossimo 7 settembre. La sua vita, semplice e luminosa, ci ricorda  che, come nessuno nasce campione, così nessuno nasce santo. È l'allenamento quotidiano dell'amore che ci avvicina alla vittoria definitiva e che ci rende capaci di lavorare all'edificazione di un mondo nuovo. Lo affermava anche San Paolo VI, vent'anni dopo la fine  della seconda guerra mondiale, ricordando ai membri di un'associazione sportiva cattolica quanto lo sport avesse contribuito a riportare pace e speranza in una società sconvolta dalle conseguenze della guerra''.

"I campioni non sono macchine infallibili, ma uomini e donne che, anche quando cadono, trovano il coraggio di rialzarsi".

"Cari sportivi - ha proseguito il Pontefice -, la Chiesa vi affida una missione bellissima: essere, nelle vostre attività, riflesso dell'amore di Dio Trinità per il bene vostro e dei vostri fratelli. Lasciatevi coinvolgere da questa missione, con entusiasmo: come atleti, come formatori, come società, come gruppi, come famiglie".

"Il binomio Trinità e sport non è esattamente di uso comune, eppure l'accostamento non è fuori luogo. Ogni buona attività umana infatti porta in sé il riflesso della bellezza di Dio e certamente lo sport è tra queste. Del resto Dio non è statico, non è chiuso in sé, è comunione, viva relazione tra Padre, Figlio e Spirito Santo, che si apre al mondo".

"Ecco perché lo sport può aiutarci a incontrare Dio Trinità, richiede movimento dell'io verso l'altro, certamente esteriore, ma soprattutto interiore. Senza questo si riduce a sterile competizione di egoismi”.

“Pensiamo ad un'espressione che in lingua italiana si usa comunemente per incitare gli atleti durante le gare, gli spettatori gridano 'dai', forse non ci facciamo caso, ma è un imperativo bellissimo, quello del verbo dare. E questo può farci riflettere, non è solo un dare una prestazione fisica, ma un dare sé stessi. Si tratta di darsi per gli altri per la propria crescita, per i sostenitori, per i propri cari, per i collaboratori, per il pubblico, anche per gli avversari. Se si è veramente sportivi questo va al di là del risultato”.

Infine, citando Papa Francesco, l’augurio per tutte le atlete, gli atleti, dirigenti e volontari delle tante associazioni sportive coinvolte: “Amava sottolineare che Maria del Vangelo ci appare attiva il movimento, perfino di corsa, pronta, come sono i padri e le mamme, a soccorrere i suoi figli. Chiediamo a lei di accompagnare le nostre fatiche e i nostri slanci – ha concluso Papa Prevost -, e di orientarvi sempre al meglio, fino alla vittoria più grande: quella dell'eternità, il campo infinito, dove il gioco non avrà più fine, e la gioia sarà piena”.

Tanti gli esponenti del mondo dello sport che hanno partecipato alla messa c'era anche il Luk Lublin, squadra di pallavolo fresca di titolo maschile in Polonia, che con il suo capitano Jakub Wachnik ha omaggiato il Papa con la sua maglia.