Civitanova-Milano di Coppa Italia, la vigilia nelle parole di Diamantini e Daldello

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Di Redazione

I campioni d’Italia si preparano a una sfida da dentro o fuori per accedere alla Final Four di Del Monte® Coppa Italia del 5 e 6 marzo all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna. Domani, domenica 16 gennaio, alle 18 (diretta Volleyball TV e Radio Arancia), la Cucine Lube Civitanova ospiterà l’Allianz Milano all’Eurosole Forum per i Quarti di Finale. Sarà l’esordio casalingo nell’anno solare per i biancorossi.

I cucinieri, vincitori delle ultime due edizioni del trofeo tricolorehanno nel mirino il dodicesimo pass consecutivo per la Final Four. In Regular Season quest’anno il sestetto di Chicco Blengini ha battuto i meneghini con il massimo scarto, dopo tre set tiratissimi,  al Forum di Assago, ma la sfida di Coppa si presenta ancor più complicata. Gli ospiti vengono nelle Marche dopo tre vittorie consecutive in Regular Season. In caso di vittoria, la Lube sfiderebbe in Semifinale la vincente di Trento – Monza.

L’ultima formazione dell’Allianz Milano – Nell’ultima gara di Regular Season, vinta in tre set contro Vibo, il tecnico dell’Allianz Milano, Roberto Piazza, ha schierato Porro al palleggio per il colosso Patry opposto, Chinenyeze e Piano al centro, Jaeschke e Ishikawa in banda, Pesaresi libero.

Il cammino della Lube nella Coppa Italia 2020/21 – Nella passata edizione grandi prove per la Lube, a iniziare dal 3-0 casalingo inflitto a Padova nei Quarti. In Semifinale Juantorena e compagni eliminarono Modena con lo stesso punteggio. Una prova eccellente anche nella resa dei conti con Perugia, vinta per 3-1 e decisiva per la vittoria della 7ª Coppa Italia.

Enrico Diamantini (centrale Cucine Lube Civitanova): “La Lube continua a esserci, nonostante qualche situazione sfortunata. Con pochi giorni abbiamo preparato una buona prestazione in Polonia e proprio la performance con lo Zaksa ci sta dando la carica per affrontare l’Allianz Milano, una squadra che ha avuto alti e bassi ma è costruita bene, vanta giocatori di valore nel roster e ha inanellato tre vittorie alla vigilia della Coppa Italia. Da detentori del trofeo ci teniamo a far bene, consapevoli che le partite da dentro o fuori non sono mai semplici”.

Nicola Daldello (palleggiatore Allianz Milano): “Affronteremo la partita con tanta fiducia, per il periodo che stiamo passando, e proprio come una gara secca, ci giocheremo le nostre carte. Sappiamo di affrontare una squadra con obiettivi diversi dai nostri e che negli ultimi anni le prime quattro squadre della fine del girone di andata hanno disputato la Final Four: sarà sicuramente un match molto difficile, ma scenderemo in campo fiduciosi grazie a questo ultimo periodo in cui abbiamo sviluppato un gioco molto più buono con delle maggiori sicurezze. Andremo a fare il nostro gioco”.

Gli arbitri della gara: match diretto da Dominga Lot (TV) e Maurizio Canessa (BA)
Sfida numero 16: nei 15 precedenti la Lube si è imposta in 13 occasioni, i successi di Milano sono 2.
Precedenti in Coppa Italia: nessun precedente con Milano.
Gli ex del match: Daniele Sottile a Milano nel 2015/16; Nicola Pesaresi a Civitanova nel 2016/17. Leandro Mosca viene dal vivaio biancorosso.
Giocatori a caccia di record: in Coppa Italia Simone Anzani – 5 punti ai 100 (Cucine Lube Civitanova). In carriera Ricardo Lucarelli Santos De Souza – 16 punti ai 500 (Cucine Lube Civitanova); Barthelemy Chinenyeze – 18 attacchi vincenti ai 500, Yuki Ishikawa – 5 punti ai 1600 (Allianz Milano).

I 7 trionfi biancorossi in Coppa Italia: nelle stagioni 2020/21 e 2019/20 a Bologna contro Perugia, nel 2016/17 a Bologna contro Trento, nel 2008/09 a Forlì contro Cuneo, nel 2007/08 a Milano contro Roma, nel 2002/03 a Trento contro Treviso, nel 2000/01 ad Ancona, contro Treviso. La Coppa Italia del 2001 è il primo in assoluto conquistato dalla società biancorossa.

(fonte: Comunicato stampa)

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Falaschi Week, Capitolo 4: Per diventare bravi allenatori non basta essere stati buoni giocatori

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La nostra Falaschi Week oggi volge al termine. Dopo esserci fatti spiegare da Marco tanti aspetti legati al gioco, virando poi su comunicazione e psicologia all'interno di un gruppo squadra e aver raccontato delle magie del Mago Di Pinto, in questo ultimo capitolo proveremo a capire quali piani avrà per il suo futuro una volta appese le ginocchiere al chiodo. Sperando che questo avvenga il più tardi possibile.

“Io sono molto fissato, anche nella mia vita privata, sulle questioni organizzative, sul fatto che tutte le cose debbano andare in un certo modo. Sono molto pignolo! Quindi non mi dispiacerebbe affatto un ruolo da direttore generale, così come pure da team manager”.

Ma come, eravamo convinti che avresti voluto fare l'allenatore!

“Per fare l’allenatore non basta essere stati dei buoni giocatori. L’esperienza in campo è una cosa, e quella nel mio caso inizia ad essere pure troppa - scherza - ma per fare l’allenatore vero sono convinto sia necessario fare un percorso. Nel senso, non è che uno smette di giocare e inizia subito ad allenare in Serie A”.

Nel caso scegliessi questa strada, da dove partiresti allora?

“Partire dalle giovanili credo sarebbe un percorso molto stimolante perché lì si va veramente a vedere chi ne sa a livello tecnico, perché devi di fatto insegnare a giocare a pallavolo. Da lì più sali di livello e più ti viene richiesto di gestire un gruppo di persone, che è una cosa differente che richiede tutta un’altra serie di abilità. Con i giovani cercherei sicuramente di mettere in pratica tutti gli insegnamenti del Mago (Vincenzo Di Pinto, ndr)”.

Ragioniamo di fantasia: dopo aver fatto la giusta gavetta nelle giovanili, ti chiamano per fare il secondo in Serie A. Quale allenatore ti piacerebbe affiancare?

“Ho sempre avuto difficoltà a giocare contro la sua squadra - risponde Falaschi dopo una breve pausa e una risata - Mi riferisco a Roberto Piazza. Le sue sono sempre state squadre organizzate, che giocano bene a pallavolo, che non mollano mai niente. Hanno un sistema di gioco veramente fastidioso per chi ci gioca contro. Squadre che hanno sempre avuto un senso in qualsiasi cosa facessero, e questa è una cosa che io apprezzo molto nelle squadre e nei giocatori che provano a fare quel determinato gioco. Hanno sempre tante variazioni, a proposito di battute come raccontavamo nei capitoli precedenti. Contro noi di Padova, ad esempio, quest’anno ricordo una partita in cui ci hanno dato 3-0, ma all’inizio battevano solo forte senza riuscire a staccarci nel punteggio. A quel punto hanno iniziato a cambiare: e la palla corta, e Reggers con la float, stessa cosa con Louati, e alla fine la partita l’hanno vinta con le variazioni. Una squadra che legge lo sviluppo del match ed è capace di cambiare in corsa la sua idea iniziale. Quindi ad oggi ti direi Piazza, sarei proprio curioso di studiarlo da vicino, diciamo così”.

foto Legavolley

Solo Piazza?

“Anche con Fefè De Giorgi, alla Lube prima e poi in Nazionale, si era creato un bel feeling. Parlava molto con me, nonostante fossi il secondo palleggiatore, e questo mi ha fatto molto piacere perché forse significava che aveva visto in me qualche cosina in più oltre il semplice giocatore”. 

Come allenatori stranieri?

Marcelo Mendez. È considerato da molti giocatori come un gran bel allenatore. Sono davvero curioso di vedere cosa farà l’anno prossimo a Trento”.

In percentuale ti vedi un domani più direttore generale o allenatore?

“Al momento siamo 50 e 50, devo ancora capirlo bene”.

Tornando al presente, nuova avventura a Grottazzolina. C’è una soddisfazione che cercherai di toglierti?

“Sì, vincere a Cisterna. Negli ultimi anni non ci sono riuscito e questa cosa qui mi urta parecchio - ride -. È una di quelle trasferte sempre complicate. L’albergo non è vicino ma a Latina, la mattina ti alleni lì col sole che entra dalle finestre e ti acceca, in più Baranowicz è un gran bel palleggiatore, ma ora se n’è andato, sicché… Insomma, per un motivo o per un altro, tranne che con la Lube, ma non giocavo, io a Cisterna non ricordo d’aver mai vinto. Questa soddisfazione me la vorrei proprio togliere, insomma”.

foto Legavolley

Fala, è stata davvero una bellissima chiacchierata la nostra. Grazie davvero. Avrei un’ultima domanda ma non so se farla o meno…

“Sono solo due ore che siamo al telefono, ti stai facendo problemi adesso?”

Sarei curioso di sapere quante persone ti saluteranno ancora dopo aver letto questi articoli.

“Mmmm, ho come l’impressione che la lista si stia accorciando…”.

Intervista di Giuliano Bindoni
(©Riproduzione riservata)

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