Giulia Malaspina in concerto al Blue Note di Milano

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Di Redazione

È un talento emergente del jazz italiano e anche un nome noto agli appassionati di pallavolo: Giulia Malaspina, collaboratrice del Consorzio Vero Volley che ha più volte partecipato a eventi e iniziative organizzata dalla società monzese, torna ora al Blue Note di Milano per un concerto speciale. Giovedì 15 ottobre, alle 21, la pianista, cantante e compositrice si esibirà nel locale milanese insieme al sax tenore Jossy Botte, al chitarrista Matteo Prefumo, alla bassista Marilena Montarone e al batterista Pasquale Fiore.

Il concerto fa parte del tour legato a “No More Pain“, il primo album di brani originali di cui l’artista ha scritto testi, musica e arrangiamenti, con cui ha debuttato con un concerto proprio al Blue Note continuando poi a calcare i più importanti palcoscenici italiani e anche internazionali. I biglietti sono acquistabili online a questo link.

Giulia Malaspina, copo aver completato gli studi al Berklee College of Music di Boston, ha vinto l’edizione 2016 prestigioso concorso “Made in Jazz”, a New York, una competizione globale di Jazz con giudici Joe Lovano, Randy Breacker e Lenny White. Oggi sta conducendo un nuovo progetto con Jim Beard (produttore e arrangiatore di Elian Elias, Mike Stern, Whyne Shorter, Bob Berg, John Scofield…), in uscita nel 2021.

Negli States ha calcato palcoscenici di richiamo globale come la Boston Symphony Hall, BU Agganis Arena nel Berklee Commencement Concert Orchestra (con ospiti d’onore Jimmy Page e Valery Simpson) e Tribeca Art Performing Center con Rufus Reid. Inoltre è stata invitata a rappresentare l’Italia all’International Jazz Festival di Havana, Cuba. Per maggiori informazioni è disponibile il sito ufficiale www.giuliamalaspina.it.

(fonte: Comunicato stampa)

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Giubileo dello Sport 2025, Papa Leone XIV: “L’incitamento ‘dai’ è un imperativo bellissimo”

Oltre il Volley

Lo scorso weekend, sabato 14 e domenica 15 giugno 2025, si è celebrato a Roma il Giubileo degli Sportivi, chiuso dalle potenti parole pronunciate da Papa Prevost nella messa celebrata in Vaticano a cui erano presenti, tra i tanti, il Presidente del CIO Thomas Bach, seduto vicino al Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, e a tanti campioni come l’ex ferrarista Felipe Massa, l’olimpionico del judo Pino Maddaloni, l’ex calciatore e oggi Sindaco di Verona, Damiano Tommasi, la campionessa paralimpica Giulia Ghiretti, il campione dell’NBA Gordon Hayward, oltre a Francesco Ricci Bitti, membro d’onore del CIO.

"Non è un caso che nella vita di molti santi del nostro tempo, lo sport abbia avuto un ruolo significativo, sia come pratica personale sia come via di evangelizzazione" sono state le parole con cui Papa Leone XIV ha aperto la messa dedicata agli sportivi, citando poi l'esempio del Beato Pier Giorgio Frassati, ''patrono degli sportivi, che sarà proclamato santo il  prossimo 7 settembre. La sua vita, semplice e luminosa, ci ricorda  che, come nessuno nasce campione, così nessuno nasce santo. È l'allenamento quotidiano dell'amore che ci avvicina alla vittoria definitiva e che ci rende capaci di lavorare all'edificazione di un mondo nuovo. Lo affermava anche San Paolo VI, vent'anni dopo la fine  della seconda guerra mondiale, ricordando ai membri di un'associazione sportiva cattolica quanto lo sport avesse contribuito a riportare pace e speranza in una società sconvolta dalle conseguenze della guerra''.

"I campioni non sono macchine infallibili, ma uomini e donne che, anche quando cadono, trovano il coraggio di rialzarsi".

"Cari sportivi - ha proseguito il Pontefice -, la Chiesa vi affida una missione bellissima: essere, nelle vostre attività, riflesso dell'amore di Dio Trinità per il bene vostro e dei vostri fratelli. Lasciatevi coinvolgere da questa missione, con entusiasmo: come atleti, come formatori, come società, come gruppi, come famiglie".

"Il binomio Trinità e sport non è esattamente di uso comune, eppure l'accostamento non è fuori luogo. Ogni buona attività umana infatti porta in sé il riflesso della bellezza di Dio e certamente lo sport è tra queste. Del resto Dio non è statico, non è chiuso in sé, è comunione, viva relazione tra Padre, Figlio e Spirito Santo, che si apre al mondo".

"Ecco perché lo sport può aiutarci a incontrare Dio Trinità, richiede movimento dell'io verso l'altro, certamente esteriore, ma soprattutto interiore. Senza questo si riduce a sterile competizione di egoismi”.

“Pensiamo ad un'espressione che in lingua italiana si usa comunemente per incitare gli atleti durante le gare, gli spettatori gridano 'dai', forse non ci facciamo caso, ma è un imperativo bellissimo, quello del verbo dare. E questo può farci riflettere, non è solo un dare una prestazione fisica, ma un dare sé stessi. Si tratta di darsi per gli altri per la propria crescita, per i sostenitori, per i propri cari, per i collaboratori, per il pubblico, anche per gli avversari. Se si è veramente sportivi questo va al di là del risultato”.

Infine, citando Papa Francesco, l’augurio per tutte le atlete, gli atleti, dirigenti e volontari delle tante associazioni sportive coinvolte: “Amava sottolineare che Maria del Vangelo ci appare attiva il movimento, perfino di corsa, pronta, come sono i padri e le mamme, a soccorrere i suoi figli. Chiediamo a lei di accompagnare le nostre fatiche e i nostri slanci – ha concluso Papa Prevost -, e di orientarvi sempre al meglio, fino alla vittoria più grande: quella dell'eternità, il campo infinito, dove il gioco non avrà più fine, e la gioia sarà piena”.

Tanti gli esponenti del mondo dello sport che hanno partecipato alla messa c'era anche il Luk Lublin, squadra di pallavolo fresca di titolo maschile in Polonia, che con il suo capitano Jakub Wachnik ha omaggiato il Papa con la sua maglia.