Cantù, capitan Monguzzi: “Sarà un anno pieno di novità”

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Photo credit: Patrizia Tettamanti
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Di Redazione

La stagione 2020-2021 per il Pool Libertas Cantù porta in dote molte novità, dalla collaborazione con il Vero Volley Monza al nuovo palazzetto per le partite. Una costante, invece, è il Capitano. Per la stagione numero 16 consecutiva, Dario Monguzzi vestirà ancora la maglia canturina, sempre più giocatore-simbolo della compagine guidata dal Presidente Ambrogio Molteni.

Sono molto contento – dice Coach Matteo Battocchiosia per la squadra, perché la conferma di un giocatore del calibro di Dario è sicuramente fondamentale, sia per me, perché la sua presenza mi potrà essere di grandissimo aiuto. Una figura come la sua è importante perché incarna la vera figura del Capitano capace di indicare la rotta ai suoi compagni, e sono sicuro che le sue qualità umane aiuteranno tutti a crescere. A questo, Dario aggiunge una presenza sotto rete importante per il nostro gioco in entrambe le fasi: averlo dei nostri è indubbiamente un bel vantaggio”.

Avevo chiesto espressamente la sua conferma – continua il Coach canturino –, e sono quindi felicissimo che lui sia ancora un giocatore di Cantù. Avere un elemento come Dario in squadra sarà fondamentale in un campionato che si prospetta ancora più competitivo di quello passato, contrariamente a quanto qualcuno si potesse aspettare”.

Queste, invece, le parole del Capitano: “Come sempre, io e Ambrogio (il Presidente Molteni, ndr) abbiamo trovato l’accordo rapidamente, anche perché ci siamo trovati subito concordi sull’approccio da dare alla prossima stagione. Sono molto contento di continuare il mio percorso a Cantù: la prossima sarà il mio sedicesimo campionato consecutivo con questa maglia, e il primo nel quale non giocherò al Parini per i problemi legati ai lavori di ristrutturazione. Per me è motivo di orgoglio rimanere ed essere in questa società da così tanti anni. Credo di non aver mai preso in considerazione l’ipotesi di spostarmi da Cantù perché mi sono sempre trovato estremamente bene sia dal punto di vista societario che con lo staff tecnico e medico. Questa è una realtà che ha cambiato sempre molto poco: in questi 16 anni ho avuto solo quattro allenatori compreso il prossimo, Matteo Battocchio. Questo ha significato la continuità del senso di famiglia che c’è sempre stato, e che sono sicuro che rimarrà senza stravolgere la società, dato che anche il Presidente è consapevole di questo nostro punto di forza”.

Sarà un anno pieno di novità – continua –, con i cambi di sede necessari per gli allenamenti e le partite. Anche la squadra sarà rivoluzionata, perché gli elementi degli anni scorsi saranno pochi, anche se ci sarà il ritorno di Romolo Mariano, e sarà composta da elementi giovani e da qualche elemento con un po’ più di esperienza. Io spero che sia quanto più competitiva possibile: il mio obiettivo, personalmente, è quello di arrivare ai Play-Off. Quest’anno per un sacco di motivi le cose non sono andate per il verso giusto e, con il blocco del campionato a causa del Covid-19, non è stato possibile terminare la stagione. Quella passata è stata ricca di imprevisti, inconvenienti e infortuni: tanti dicono che dovrebbe essere una stagione da dimenticare, in realtà anche le cose brutte devono sempre insegnare qualche cosa, o comunque far capire dove non commettere gli stessi errori e come lavorare per non commetterli, per restare su una strada più giusta”.

“Mi ha fatto molto piacere – continua – essere stato contattato immediatamente dal nuovo allenatore Matteo Battocchio, che colgo l’occasione di ringraziare: non conoscendolo direttamente, visto che ci siamo solamente incontrati un paio di volte nella stagione scorsa in occasione di due amichevoli, mi è stato detto che ha sempre avuto una buona impressione e una grande considerazione di me sia come persona che come giocatore. Mi fa molto piacere partire subito con questo approccio, sicuramente gratificante per me come persona e come giocatore, oltre che per lui come allenatore”.

“Volevo ringraziare anche Luciano Cominetti – conclude –, che non sarà più il mio coach: con lui ho stretto anche un rapporto di amicizia, oltre che professionale. Ha sempre fatto un gran lavoro a Cantù, ha fatto crescere tanti giovani e ha sempre dato la mentalità giusta. Devo ringraziarlo anche dal punto di vista personale, perché mi ha sempre dato fiducia, mi ha sempre tenuto in considerazione e mi ha fatto sentire importante. Ed è la stessa cosa che ha fatto il nuovo allenatore, facendomi sentire la sua esigenza di darmi una mano: visto che sarò giocatore più anziano della squadra, cercherò di dare il mio apporto per far crescere i giovani sia dal punto di vista tecnico che caratteriale. Cercherò di spronare e di introdurre i nuovi alla mentalità più giusta possibile, visto che io credo molto nel senso di appartenenza: è importante che il giocatore si senta parte della squadra, che non si senta soltanto di passaggio in quel momento. Secondo me, cercando di creare questo senso di appartenenza, si riesce anche a trovare l’amalgama giusta nello spogliatoio, la voglia di allenarsi per perseguire un obiettivo comune, la voglia di migliorarsi e affrontare i momenti no che possono esserci. In un campionato ci possono essere le sconfitte e i periodi storti, ma l’importante è che lo spogliatoio resti compatto. Anche l’anno scorso, nonostante la classifica non ci desse ragione, il gruppo era molto unito, non si è lasciato sconfortare dai risultati sul campo, e questa è una cosa veramente difficile. L’unità nello spogliatoio è stata la cosa positiva della stagione appena finita, e che vorrei cercare di trasmettere anche l’anno prossimo. Sono sicuro che la mentalità sarà quella giusta: lavorare senza mai risparmiarsi per cercare di arrivare al risultato migliore possibile e toglierci delle soddisfazioni ”.

(Fonte: comunicato stampa)

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Grottazzolina, Di Pinto elogia Marco Falaschi: “Ha delle solide certezze che ha saputo costruirsi”

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La distribuzione del gioco della rinnovata Yuasa Battery passerà dalle mani di Marco Falaschi, nuovo regista scelto da Grottazzolina per la stagione 2025-26 di Superlega. Molto sappiamo della sua lunghissima carriera in Serie A ma anche all’estero, passando per l’azzurro della nazionale. E nel corso di questa corposa esperienza c’è un allenatore con il quale proprio Falaschi non solo è cresciuto, ma si è consolidato anche come leader, vincendo campionati e prendendosi spesso i galloni di capitano. Parliamo di un’icona del volley nostrano come Vincenzo di Pinto, per tutti “Il Mago di Turi”, tecnico che vanta un’esperienza pluridecennale in Serie A, che ha forgiato talenti e che rappresenta un riferimento assoluto del volley italiano.

Dialogare di volley con lui è un’esperienza fuori dagli schemi, con aneddoti, esperienze e il ricordo di annate strepitose, di gare indimenticabili e di tanto tanto lavoro tecnico. È proprio a lui a raccontare, ai microfoni della società di Grottazzolina, Marco Falaschi nel dettaglio: “Marco è un giocatore generoso” racconta Di Pinto “dà sempre tutto per la società e per la squadra, da questo punto di vista per me è un ragazzo d’oro. Studia moltissimo le varie situazioni e ha delle solide certezze che ha saputo costruirsi. La strategia è una conseguenza della tecnica e lui è un vero ricercatore della strategia, alla quale dedica molto tempo e preparazione. Ha grande capacità di adattamento alla squadra e al gruppo di atleti che ha intorno, e trova sempre il modo di elevare al massimo il livello di gioco della sua squadra: è capace di costruire sistemi di distribuzione che gli permettono di fare rendere al meglio tutti gli interpreti intorno al lui”

Grande stima tecnica da sempre ma anche grande conoscenza delle qualità umane e caratteriali di Marco Falaschi, che ha avuto a Castellana Grotte e Taranto in momenti differenti. “Fin da Castellana Grotte si è creato un bel rapporto e proprio lì abbiamo incominciato a lavorare sulle sue certezze tecniche, fisiche, strategiche e mentali. Ci fu un grande lavoro di base e vincemmo un po' tutto. Volutamente lo trasformai in capitano per dargli forza ed è stato bravo. L’anno successivo andò in Montenegro dove ha potenziato tutto ciò che si era costruito nell’anno precedente. Ha avuto un’escalation andando in Polonia e ha fatto molto bene anche lì, ma il nostro rapporto è rimasto costante.

L’infortunio lo ha un po' fermato, quelli sono dei brutti clienti da superare. Se tu sei un giocatore formato nel tempo hai bisogno di riprendere le certezze che ti eri costruito e serve del tempo. Ci siamo rivisti a Castellana Grotte con un finale di stagione in crescendo. Poi abbiamo fatto un grandissimo lavoro a Taranto. Lui ha rinunciato ai grandi giri per partecipare attivamente a questo progetto Taranto. Al primo anno di A1 da capitano, ha fatto due grandissime annate. Teniamo presente che a livello di cambio palla in quelle annate noi siamo stati nei primi due posti e vuol dire aver fatto qualcosa di eccezionale. Poi il secondo anno due infortuni molto gravi avuti ci portarono a scendere da quel punto di vista ma la squadra reagì molto bene”

Pochi dubbi da parte del coach su quelle che sono le doti tecniche principali di Falaschi: “La velocità di andare sotto la palla e il posizionamento: credo che in questo sia nettamente tra i migliori in assoluto. Poi confermo che il suo modo di studiare e approfondire le situazioni di gioco è molto importante in quella che è la gestione tattica della squadra e della gara”

Per chiudere anche una coincidenza tra la sua Taranto e la Yuasa, che quest’anno si è salvata da neopromossa. Non accadeva in Superlega da tanti anni, l’ultima fu proprio la sua Taranto. “Tra Grotta e Taranto ci sono state diverse analogie partendo dalla salvezza ottenuta da neopromosse ma non solo. Come me a Taranto, anche Massimiliano Ortenzi a Grottazzolina non è stato solo head coach ma ha avuto responsabilità ben più ampie, quasi da manager, immerso completamente nella struttura societaria.

Con Massimiliano ci siamo sentiti anche prima della stagione e devo dire che lui è stato bravissimo nel tenere la barra dritta, non toccando la struttura della squadra anche dopo un girone di andata complicato. La cosa più semplice da fare in quei casi per le società è cambiare giocatori o anche tecnico e invece hanno scelto la via giusta, consapevoli che i numeri erano anche positivi, recuperando qualche infortunato e facendo un capolavoro a tutti gli effetti. Perché quello realizzato da Grotta è stato un vero capolavoro”.

(fonte: Yuasa Battery Grottazzolina)