Caso Fipav Sicilia-Bitto: domani primo confronto con la giustizia a Roma. Le sue dichiarazioni

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Di Redazione

Arriva un primo punto di svolta in quello che, nel piccolo mondo del volley, potrebbe essere definito uno dei casi politici dell’estate. Paolo Bitto, ex Revisore dei Conti del comitato regionale Fipav della Sicilia, dimissionario insieme ad Antonio Lotronto, eletto presidente lo scorso febbraio, dovrà presentarsi domani a Roma per rispondere dell’azione disciplinare nei suoi confronti per i “fatti denunciati come notizia criminis anche alle procure di Roma e Palermo, così denigrando la persona e le istituzioni federali delle quali quello fa parte“.

A giugno Paolo Bitto aveva ufficializzato le proprie “irrevocabile volontà” di dimettersi perché, esplicitamente, non era “stato messo in condizione di operare da Revisore”.

Una situazione complessa per il “governo” della FederVolley in Sicilia, considerando le dimissioni anche dell’ex presidente regolarmente eletto, Antonio Lotronto.

Procedendo con ordine, lo scontro affonda le proprie radici in una denuncia da parte di Bitto presentata alla magistratura siciliana e romana, relativa a fatture per rimborsi non specificati a nome di Tiziana Comis, moglie dell’ex vicepresidente della Federazione siciliana, Davide Anzalone (per dovere di cronaca, ora Consigliere Nazionale) e per un ammanco “celato” in bilancio di 160 mila euro.

Come riportato anche dal quotidiano La Repubblica, “a nome di Tiziana Comis risultavano almeno due fatture di 350 euro, risalenti al marzo 2013 e 245 nell’aprile successivo”. La stranezza si fa dai contorni ancora meno chiari se si tiene conto che la Comis stessa non ha mai ricoperto alcun ruolo in Fipav Sicilia.
Un caso che può portare a clamorosi strascichi, ma che ha un importante precedente: diverse irregolarità erano state infatti già denunciate dall’ex consigliere regionale Piero Pezzer.
Una vicenda particolare quella di Paolo Bitto, che la nostra Redazione aveva già approfondito in seguito alle sue dimissioni (qui), e che ora ha provocato un provvedimento disciplinare nei suoi confronti.

Uno scontro iniziato in campagna elettorale, quando dopo otto anni di presidenza di Enzo Falzone, le elezioni del 19 febbraio all’interno della Fipav siciliana avevano portato alla presidenza il messinese Antonio Lotronto, dimessosi dopo soli tre mesi dopo l’elezione a causa, a suo avviso, di un “ostruzionismo studiato ad arte”. Secondo il presidente eletto, all’indomani delle votazioni, cinque dei sei consiglieri avrebbero impedito che svolgesse il suo ruolo. Una situazione intricata a cui si è aggiunta la pesante accusa di Bitto circa il debito di quasi 160 mila euro accumulato in passato. Una guerra che ha portato la Fipav Roma a commissariare la Sicilia, inviando al “timone” del comitato dell’Isola Giuseppe Manfredi, uno dei due vicepresidenti nazionali, e giunta ora ad un importante punto di snodo: l’incontro di domani a Roma di Bitto con la giustizia.

Di seguito, l’intervista integrale che abbiamo realizzato a Paolo Bitto.

1) Come giudica il fatto di essere stato deferito per avere denunciato le irregolarità che aveva rilevato?
“Sono talmente rispettoso delle regole che credo che il miglior giudizio lo potrà dare il Tribunale Federale. Mi pare strano, però, che la Federazione davanti alla denuncia di un Revisore dei Conti eletto da un Comitato Regionale, invece di indagare sui fatti che vengono denunciati, denunci chi ha segnalato il fatto”. 

2) Per quale ragione dice di non essere stato messo in condizione di svolgere la sua funzione di “tutela e vigilanza”?
Faccio riferimento al fatto che né il Presidente eletto, né io, nella mia funzione di controllo, abbiamo avuto la possibilità di accedere ai conti correnti del Comitato e al sistema informatico che gestisce la contabilità, neanche per un giorno. Questo perché non ci sono state trasmesse le password per potere usare il portale di contabilità di Fipav Sicilia, e non sono state nemmeno autorizzate le firme presso l’Istituto di credito. Quindi, non ho mai potuto esercitare la mia funzione di controllo. Questa è la verità. Un consiglio che si appresta ad affrontare un’avventura sportiva e la gestione di quattro anni ha il dovere di comprendere quale sia la situazione finanziaria di partenza”.

3) Reputa che la sua vicenda possa essere legata a quella del Presidente Lotronto?
Non posso dire con certezza se siano strettamente legate, ma il Presidente Lotronto convocò numerosi Consigli Regionali, e i consiglieri non si sono mai presentati, se non al Consiglio d’Insediamento. Il Presidente ha la sua vicenda, io la mia, ma di fatto entrambi non siamo mai stati messi in condizioni di svolgere le nostre funzioni e i nostri incarichi.

4) Qual è il suo stato d’animo alla vigilia della convocazione a Roma del 6 settembre?
“Io sono tranquillo, nonostante sia ferito e deluso come sportivo. La situazione sicuramente andrà migliorando, pur continuando a non capire come mai la Federazione non abbia voluto fare chiarezza sui propri conti, aprendo le sue porte e facendo capire alle società che le situazioni vengono gestite con trasparenza: soldi di appassionati, soci, società e famiglie. Davanti ad una denuncia del genere dovevano fare chiarezza”. 

5) Come pensa si evolverà ora la situazione?
Ho fiducia nella giustizia in generale, naturalmente anche in quella sportiva. La Procura Federale davanti a delle accuse ben precise nei miei confronti, dovrà chiarirmi bene quali siano i punti dell’accusa. Naturalmente, poi, ci saranno altri organi a cui fare ricorso nel caso, ma credo comunque si debba avere fiducia nella giustizia sportiva a prescindere. Resto comunque molto amareggiato per l’atteggiamento della Federazione”.

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Giubileo dello Sport 2025, Papa Leone XIV: “L’incitamento ‘dai’ è un imperativo bellissimo”

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Lo scorso weekend, sabato 14 e domenica 15 giugno 2025, si è celebrato a Roma il Giubileo degli Sportivi, chiuso dalle potenti parole pronunciate da Papa Prevost nella messa celebrata in Vaticano a cui erano presenti, tra i tanti, il Presidente del CIO Thomas Bach, seduto vicino al Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, e a tanti campioni come l’ex ferrarista Felipe Massa, l’olimpionico del judo Pino Maddaloni, l’ex calciatore e oggi Sindaco di Verona, Damiano Tommasi, la campionessa paralimpica Giulia Ghiretti, il campione dell’NBA Gordon Hayward, oltre a Francesco Ricci Bitti, membro d’onore del CIO.

"Non è un caso che nella vita di molti santi del nostro tempo, lo sport abbia avuto un ruolo significativo, sia come pratica personale sia come via di evangelizzazione" sono state le parole con cui Papa Leone XIV ha aperto la messa dedicata agli sportivi, citando poi l'esempio del Beato Pier Giorgio Frassati, ''patrono degli sportivi, che sarà proclamato santo il  prossimo 7 settembre. La sua vita, semplice e luminosa, ci ricorda  che, come nessuno nasce campione, così nessuno nasce santo. È l'allenamento quotidiano dell'amore che ci avvicina alla vittoria definitiva e che ci rende capaci di lavorare all'edificazione di un mondo nuovo. Lo affermava anche San Paolo VI, vent'anni dopo la fine  della seconda guerra mondiale, ricordando ai membri di un'associazione sportiva cattolica quanto lo sport avesse contribuito a riportare pace e speranza in una società sconvolta dalle conseguenze della guerra''.

"I campioni non sono macchine infallibili, ma uomini e donne che, anche quando cadono, trovano il coraggio di rialzarsi".

"Cari sportivi - ha proseguito il Pontefice -, la Chiesa vi affida una missione bellissima: essere, nelle vostre attività, riflesso dell'amore di Dio Trinità per il bene vostro e dei vostri fratelli. Lasciatevi coinvolgere da questa missione, con entusiasmo: come atleti, come formatori, come società, come gruppi, come famiglie".

"Il binomio Trinità e sport non è esattamente di uso comune, eppure l'accostamento non è fuori luogo. Ogni buona attività umana infatti porta in sé il riflesso della bellezza di Dio e certamente lo sport è tra queste. Del resto Dio non è statico, non è chiuso in sé, è comunione, viva relazione tra Padre, Figlio e Spirito Santo, che si apre al mondo".

"Ecco perché lo sport può aiutarci a incontrare Dio Trinità, richiede movimento dell'io verso l'altro, certamente esteriore, ma soprattutto interiore. Senza questo si riduce a sterile competizione di egoismi”.

“Pensiamo ad un'espressione che in lingua italiana si usa comunemente per incitare gli atleti durante le gare, gli spettatori gridano 'dai', forse non ci facciamo caso, ma è un imperativo bellissimo, quello del verbo dare. E questo può farci riflettere, non è solo un dare una prestazione fisica, ma un dare sé stessi. Si tratta di darsi per gli altri per la propria crescita, per i sostenitori, per i propri cari, per i collaboratori, per il pubblico, anche per gli avversari. Se si è veramente sportivi questo va al di là del risultato”.

Infine, citando Papa Francesco, l’augurio per tutte le atlete, gli atleti, dirigenti e volontari delle tante associazioni sportive coinvolte: “Amava sottolineare che Maria del Vangelo ci appare attiva il movimento, perfino di corsa, pronta, come sono i padri e le mamme, a soccorrere i suoi figli. Chiediamo a lei di accompagnare le nostre fatiche e i nostri slanci – ha concluso Papa Prevost -, e di orientarvi sempre al meglio, fino alla vittoria più grande: quella dell'eternità, il campo infinito, dove il gioco non avrà più fine, e la gioia sarà piena”.

Tanti gli esponenti del mondo dello sport che hanno partecipato alla messa c'era anche il Luk Lublin, squadra di pallavolo fresca di titolo maschile in Polonia, che con il suo capitano Jakub Wachnik ha omaggiato il Papa con la sua maglia.