Stefana Veljković, sul tetto del Mondo: "Stare bene con se stessi è la chiave per vincere"

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Di A.G

La strada che porta dalla Serbia in Giappone per realizzare il sogno di diventare campionessa del mondo è lunga e piena di ostacoli. In questo percorso servono talento, fame di vittorie e forza di volontà, tutte qualità che Stefana Veljković ha in abbondanza. Stiamo parlando di una ragazza ormai esperta, con una caratura internazionale data da oltre dieci anni vissuti da protagonista assoluta della scena mondiale, sia con la propria nazionale sia con i club.

Veljković è stata al centro di una delle trattative più importanti del mercato estivo, tornando a Novara, la città che per prima l’ha accolta quando nel 2010 ha deciso di lasciare il suo Paese per misurarsi con i campionati più competitivi d’Europa. La giocatrice serba ha accettato con entusiasmo la proposta della Igor, conquistata dal progetto e dalle ambizioni della società. E mentre i tifosi sognano in grande vedendola giocare, la centrale di Jagodina ci ha svelato la sua arma vincente: avere trovato un equilibrio interiore grazie alla meditazione.

 

Partiamo dalla vittoria del Mondiale con la sua nazionale. Quali emozioni ha provato a salire sul tetto del mondo?
Siamo andate in Giappone per vincere, così come le altre nazionali, ma la medaglia d’oro proprio non me l’aspettavo. Ho vissuto un’esperienza straordinaria insieme a un gruppo molto unito. Dopo la finale ho provato emozioni uniche e difficili da spiegare. È stata incredibile anche l’accoglienza dei nostri connazionali quando siamo tornate in Serbia”.

Quali sono stati i punti di forza che vi hanno permesso di trionfare in Giappone?
Sicuramente giocare con il cuore e la giusta energia è stata la nostra arma in più. Per poter raggiungere un risultato così importante bisogna curare ogni piccolo dettaglio e perciò è necessario tanto lavoro. La coesione all’interno del gruppo ci ha aiutato a non arrenderci mai ed a puntare sempre più in alto fino a realizzare il nostro sogno”.

Tra le avversarie della finale del Mondiale c’erano Cristina Chirichella e Paola Egonu, che ora sono diventate sue compagne di squadra. Cosa ha detto loro quando vi siete ritrovate a Novara?
Avevo già parlato con loro dopo la finale di Yokohama. Mi sono complimentata perché sono state fantastiche e hanno giocato bene tutte le partite. Sicuramente la nazionale italiana avrà un futuro pieno di soddisfazioni e successi”.

È tornata nella città che per prima l’ha accolta quando ha lasciato la Serbia. Quali motivi l’hanno spinta a scegliere Novara?
È stato fondamentale il fatto di conoscere già l’ambiente, visto che non mi piacciono troppo i cambiamenti. Dopo quattro anni in Polonia cercavo una squadra forte per fare bene e continuare a vincere. Novara è certamente una grande società e ha un bravo allenatore con cui ho già avuto occasione di lavorare ai tempi del Galatasaray”.

Cosa le è mancato maggiormente dell’Italia in questi anni?
Avevo tanta nostalgia dell’Italia, soprattutto di quel clima particolare ed unico che c’è nei palazzetti durante le partite”.

La stagione è cominciata con luci e ombre per la Igor: bene in campionato, ma in Supercoppa è arrivata la sconfitta con l’Imoco. Cosa vi è mancato nella partita del Pala Verde?
In Supercoppa Conegliano ha dimostrato di essere una squadra veramente forte, ma anche noi lo siamo. Nel nostro gruppo ci sono tante giocatrici appena arrivate e perciò ci serve tempo per poter mettere a posto tutti i dettagli”.

Giovedì Novara giocherà la prima partita di Champions League della stagione contro il Budowlani Lodz. Dove potete arrivare in questa competizione?
Non saprei dire dove può arrivare Novara. Siamo una squadra con ottime potenzialità, ma dobbiamo ancora crescere molto, facendo un passo alla volta. Poi a fine stagione faremo un bilancio e vedremo quali risultati avremo raggiunto”.

Negli ultimi anni ha conquistato molti trofei e premi personali. Da dove nasce la sua insaziabile fame di vittorie?
Non so proprio come faccia a trovare le motivazioni e gli stimoli per continuare a vincere. In questi anni sono cresciuta, diventata più matura e ho capito che non bisogna cercare la vittoria a tutti i costi, come può capitare quando si è giovani. Per me è fondamentale rimanere sempre tranquilla e dare il mio meglio”.

Al di là della pallavolo, chi è Stefana Veljković fuori dal campo?
Sono una persona a cui piace sentirsi bene con se stessa. Fare meditazione, leggere e disegnare sono attività che mi aiutano a sviluppare un senso di benessere e raggiungere una maggiore pace interiore”.

Guardando al passato, cambierebbe qualcosa della sua vita?
Qualche volta mi chiedo cosa avrei fatto se non fossi diventata una pallavolista, ma non riesco proprio a immaginarlo. Ho realizzato uno dei miei sogni, ma so bene che la vita non è solo la pallavolo e ci sono tanti altri aspetti importanti”.

Come si vede tra dieci anni?
Mi vedo felice con la mia famiglia. Mi piacerebbe avere almeno tre figli e più tempo per fare ciò che mi fa stare bene. Sicuramente continuerò a seguire le partite, ma non voglio rimanere nell’ambiente della pallavolo come allenatrice o in altri ruoli”.

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