Marco Bonitta: "Esiste un divario tra le big e il resto della classifica"

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Di Redazione

E’ uscito dai panni, forse solo temporaneamente, dell’allenatore, e oggi è uno dei dirigenti più smaliziati del campionato, che cerca di fare il meglio per la sua Consar Ravenna. Come riporta il Resto del Carlino Modena, nell’edizione odierna, Marco Bonitta sa che la SuperLega è un campionato ostico, nel quale i romagnoli dovranno sgomitare, ma legge con positività il futuro di una piazza che ha saputo sempre fare molto bene nelle ultime stagioni.

Bonitta, è vero che Ravenna sta facendo i miracoli col budget più basso di SuperLega?
«So qual è il mio budget, non conosco quello delle nostre rivali in classifica. Sicuramente ci siamo dati da fare».

Intanto già tre punti in classifica, presi contro Milano…
«All’esordio abbiamo giocato una grande partita e abbiamo approfittato di una giornata di grazia di alcuni giocatori, mentre sicuramente la Revivre non ha giocato come sa. Ma anche nel secondo match a Civitanova abbiamo lottato».

Ha impressionato il sostituto di Argenta, Rychlicki. Chi è?
«Un ragazzo lussemburghese di origine polacca, giovane e che nell’ultimo anno si è messo in mostra al Noliko Maseeik. Lo conoscevamo da tempo per le sue doti fisiche: non è un opposto di ruolo, gioca lì perché Argenta è fuori. Era la soluzione migliore, e con Milano e Civitanova ha fatto obiettivamente molto bene».

Le grandi dicono sempre di temere le piccole. La classifica però ha già chiarito i rapporti di forza?
«Credo ci sia una disparità piuttosto evidente tra le prime quattro e tutte le altre: non vedo al momento una quinta che possa insidiare Modena, Civitanova, Trento e Perugia. Il divario si assottiglia se c’è qualche infortunio o turn over, però si contano sulle dita di una mano le occasioni che si possono avere contro di loro».

Zaytsev: quanto può condizionarlo l’essere ormai una star alla stregua di un attore?
«Non vedo il suo essere ‘personaggio’ come un freno, anzi mi sembra che riesca a gestire tutto molto bene, fa 30 punti a partita: speriamo non li faccia domenica».

Velasco: cosa significa per voi il suo ritorno in SuperLega?
«Io avuto la fortuna di crescere con Velasco. Una generazione importante di allenatori che hanno una decina d’anni in meno di lui ha potuto godere della sua capacità di rendere la pallavolo un metodo. Il ritorno di un `monumento’ del genere è sempre positivo».

Infine le nazionali. Lei è stato campione del mondo: come si spiega la disparità di prospettive tra maschile e femminile?
«L’argomento nazionali è molto complesso. Il Mondiale maschile in Italia penso abbia frenato alcune considerazioni `di gioventù’, come lo fu per me nel 2014 al femminile. Quello che balza agli occhi però è il differenziale nel progetto Club Italia: tra le ragazze è il vero `settore giovanile’ della Nazionale, nel maschile no, oggi non c’è nessuno pronto anche solo per stare in panchina in azzurro, come invece accade tra le ragazze».

(Fonte: Il Resto del Carlino Modena)

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