Videocheck, ancora polemiche! Perché sarebbe opportuno adeguarsi (e in fretta) alla regola FIVB

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A stretto giro di posta dai fatti ormai noti di Monza-Cisterna, l’applicazione ‘italiana’ del Videocheck ha fatto parlare di sé anche nella sfida di sabato, anticipo della 5^ giornata di Superlega, tra Padova e Milano. Avanti due set a zero e sul punteggio di 22-24 al terzo, l’Allianz la partita l’aveva chiusa con un attacco in pipe di Otsuka. Ma così non è stato.

Il primo arbitro Rossella Piana fischia interrompendo l’azione (che però di fatto si era conclusa) per verificare al videocheck l’eventuale pestata della riga da parte dello schiacciatore dell’Allianz. La revisione mostra che lo stacco è avvenuto regolarmente e alla fine, invece di dare il punto che sarebbe valso all’Allianz la vittoria in tre set, dunque da tre punti, la coppia arbitrale (il secondo era Brancati) ha scelto di far rigiocare il punto. Da lì in avanti però Padova rimonta, vince quel set e quello successivo per poi perdere al tie-break.

Infuriati ovviamente tanto Piazza quanto il ds Lini a fine gara. “La partita era finita 3-0. Il regolamento dice che se l’arbitro sbaglia la chiamata ma la palla è comunque irrecuperabile, come in questo caso, la partita è conclusa e quindi non va fatto ripetere il punto” le parole del coach. E ne aveva ben donde, perché la palla schiacciata da Otsuka era stata sì difesa da Orioli, ma con una parabola alta e veloce, impossibile da giocare per nessun altro giocatore di Padova. “Era una partita finita 3-0 per noi. Paghiamo un punto per un errore di superficialità molto importante da parte della coppia arbitrale. Speriamo che alla fine del campionato questo punto non sia determinante per la classifica. Ci siamo rimasti male. E purtroppo non è la prima gara di questa stagione in cui vedo un po’ di superficialità. Secondo me su alcune situazioni di gioco, facili da leggere, non si possono commettere questi errori ed errori simili costano punti” il pensiero del dirigente.

Polemiche, dunque, ancora, su errori arbitrali in uno sport che rifiuta di essere accostato al calcio su questi temi, ma che deve rendersi conto, dopo l’Olimpiade e la storica accoppiata mondiale di pochi mesi fa, di essere l’apice della pallavolo mondiale. Indi, regole poco chiare, che non possono neanche essere contestate tramite ricorso come molti hanno scoperto dopo Monza-Cisterna, sono cose che questo movimento non può permettersi.

La soluzione è quantomai banale: sul videocheck urge adeguarsi alla regola FIVB, l’unica per altro non adottata dalla scorsa estate, al contrario di veli, posizioni e doppie, secondo cui le chiamate di videocheck, tanto da parte degli arbitri quanto delle panchine, sono consentite solo una volta che l’azione si è conclusa. Anche se questa durasse cinque o dieci minuti, paradossalmente. Interrompere azioni, perché da nostro regolamento gli eventuali falli bisogna chiamarli subito, è cosa che ormai non si sposa più con la velocità del gioco di oggi, lo spettacolo che questo sport vuole offrire, e soprattutto in termini di credibilità.

Ultimo ma non ultimo, la regola ‘italiana’ in vigore rischia di mettere ingiustamente in imbarazzo una classe arbitrale che va tutelata perché una delle migliori al mondo. Se non la migliore.

Di Giuliano Bindoni
(© Riproduzione riservata)

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