Velasco sul caso Stoytchev: "Nessuna calunnia, ma avrei consigliato loro di non parlare pubblicamente"

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Di Redazione

Nonostante il campionato di Superlega sia nel vivo di questa stagione, con le gare dei quarti di Finale di Coppa Italia, l’attenzione sembra spostarsi sul delicato argomento con cui si è chiusa la scorsa stagione dell’Azimut Modena, ovvero il caso Stoytchev. Durante la conferenza stampa pre partita tra Modena e Milano, esortato dai media presenti, anche coach Velasco ha espresso il proprio giudizio:

Io non ne ho mai parlato anche perché questa notizia l’ho saputa oggi leggendo su internet. Non lo so onestamente se questo può influenzare l’animo dei giocatori, non credo.. ma devo dire la verità, secondo me è una storia brutta che si sta prolungando anche troppo. Poi la storia delle calunnie.. voi (giornalisti) con la professione che fate, su questo tema, se le opinioni di una persona diventano calunnia. Se un giocatore dice pubblicamente che ha un brutto rapporto con l’allenatore, è una opinione che ci dobbiamo fare. Mi sembrano cose che non hanno molto senso, anzi mi sembra che sono più cose di avvocati che di allenatori e giocatori per dirla tutta. Sono consigli di avvocati secondo me”.

Per Velasco si tratta di una questione che rimane stretta nei palazzi di Tribunale e che non deve coinvolgere il campo:

“Questa cosa comunque ripeto mi sembra cosa di avvocati più che di un collega. Una mossa tattica. Perché anche un collega, tra l’altro io ho un buonissimo rapporto con Stoytchev, se fosse stato mio amico non glielo avrei mai consigliato. Fare causa ai giocatori perché pensano o parlano male di me allenatore, non vedo dove sia il problema. Non si arriverà da nessuna parte, almeno con i giocatori. È come se voi criticate qualcuno, e uno gli fa una causa di calunnia. Fa parte anche del vostro mestiere. Però da lì ad una causa.. mi sembra un po’ troppo”.

Velasco continua sulla questione: “Io non l’ho visto il programma a me l’hanno raccontato. Cosa avranno mai detto i giocatori? Hanno detto che avevano un brutto rapporto e non gli piaceva come venivano trattati. Io dico sempre che noi allenatori non dobbiamo fare la doccia negli spogliatoi insieme ai giocatori perché poi loro dicono certe cose. Fa parte del mestiere. Se uno gli fa sputare sangue o li “spreme” che pretende? Che nella doccia dicano “che bravo allenatore che ho”, mentre si asciuga dica “mi ha portato sopra i miei limiti”, non è che dicono cosi. Dicono “questo oggi ha litigato con la moglie e se l’è presa con me”. Voglio dire fa parte del lavoro. Non si può pretendere che i giocatori dicano “che bello, che bravo il nostro allenatore”.

L’opinione su un rapporto.. non sta ne in cielo ne in terra. Che poi a me non è piaciuto il fatto che i giocatori vadano in trasmissione per dire pubblicamente il rapporto con l’allenatore è un’altra questione. Credo che sia un fatto che era meglio che non succedeva, però sono opinioni. Io per onestà intellettuale se i giocatori mi avessero detto, non come allenatore ma come “vecchio” della pallavolo “Julio secondo te dobbiamo fare questo?” Io gli avrei detto no, non fatelo! Però non mi sembra che ci sia stata alcuna calunnia, è stata solo un opinione dei giocatori. Quello che dicono molte volte nelle docce, lo hanno detto in un programma in televisione. Tutto lì!”.  

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