Valeria Caracuta e Millenium Brescia, un divorzio amaro: "Meritavo più rispetto"

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Di Eugenio Peralta

È partita domenica alla volta della Polonia Valeria Caracuta, carica di bagagli ma anche del consueto entusiasmo in vista della sua nuova avventura nel LKS Commercecon Lodz. Al tempo stesso, però, la palleggiatrice salentina porta con sé l’amarezza per il divorzio inaspettato dalla Banca Valsabbina Millenium Brescia, che l’ha sostituita con Marta Bechis. Una decisione che la giocatrice ha appreso soltanto a cose fatte, dopo le voci trapelate sui giornali locali, e che ha colto di sorpresa molti osservatori, considerando che a Caracuta era stato affidato anche il ruolo di capitano delle leonesse.

Per me non si comprano con i soldi la professionalità, il rispetto e l’educazione“: sono parole forti quelle dell’alzatrice, che vuole togliersi qualche sassolino dalla scarpa dopo un periodo non facile. “Sono rimasta molto male per come è finita: sono abituata a rispettare le scelte delle società e ad accettare le critiche come i complimenti, però avrei meritato più rispetto e più trasparenza“.

A cosa si riferisce?

Sono da tanti anni in questo ambiente e so che per separarsi c’è modo e modo. Per il rapporto che avevo instaurato con questa squadra mi aspettavo qualcosa di diverso. Tutti a Brescia sanno che io ho mantenuto la mia professionalità dall’inizio alla fine“.

Eppure il momento difficile della Banca Valsabbina sembrava ormai alle spalle…

Sì, è così. Abbiamo avuto alti e bassi, ma è normale, come per tutte le squadre che lottano per obiettivi non di prima fascia. C’è stato un periodo di ‘down’ molto importante, dovuto anche agli infortuni oltre che all’alto livello del campionato, ma stavamo risalendo, avevamo ritrovato una bella intesa e un nostro equilibrio. La partita contro Chieri era stata quella della svolta“.

Come hanno preso la sua partenza le altre giocatrici della squadra?

Erano tutte molto dispiaciute quando l’ho comunicato, ma sappiamo che questo è il nostro lavoro, si fanno delle scelte e si va avanti. Con loro comunque non c’è mai stato alcun problema, e voglio rivolgere un grande ‘in bocca al lupo’ alla squadra perché a queste ragazze tengo molto“.

Adesso si volta pagina, nel contesto inedito del campionato polacco.

Era un’esperienza che volevo fare da anni. Nel nostro ambiente si parla tanto della Polonia e della passione per il volley che c’è da quelle parti. L’anno scorso poi, con Scandicci, ho giocato proprio contro l’LKS in Champions League e sono rimasta molto colpita dal loro modo di vivere il nostro sport“.

Una decisione immediata, quindi?

Sì, anche mia mamma è rimasta stupita dalla mia determinazione! Dopo due ore dall’arrivo dell’offerta avevo già detto di sì. Non sarà facile lasciare la mia famiglia e le persone a cui voglio bene; questa però è una scelta importante, non solo per la pallavolo, ma anche come esperienza di vita“.

Le aspettative nei suoi confronti saranno piuttosto alte.

Credo di sì, e non avrò molto tempo per ambientarmi, ma mi sento pronta. Ho subito chiamato Jarka Pencova (la centrale slovacca dell’altra squadra di Lodz, il Budowlani, ex compagna di Caracuta a Legnano – n.d.r.) che mi ha dato qualche ‘dritta’ sulla città e sul campionato. Sarà tutto nuovo e molto formativo, a cominciare dal fatto di lavorare con persone che non parlano la mia lingua, diversamente dalla Francia dove l’allenatore era italiano. Comunque vada, sarà una tappa importante della mia carriera!“.

A Lodz, Caracuta dovrà lottare per il posto con una concorrente di livello come la slovena Eva Mori, vista anche in Italia a Bergamo e poi esplosa in Francia con Béziers e Le Cannet. La società polacca ha invece lasciato libera l’altra alzatrice Nicole Edelman, che secondo i rumors potrebbe accasarsi al Bielsko Biala.

L’LKS, campione di Polonia in carica ma attualmente solo quinto in campionato, tornerà in campo sabato 18 gennaio in casa dell’Enea PTPS Pila per la prima giornata di ritorno. In Champions League la squadra polacca, che è inserita nello stesso girone di Novara, ospiterà giovedì 23 gennaio le ucraine del Khimik Yuzhny.

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