Trento-Perugia, cosa è successo sul 14-13 nel quarto set? Proviamo a venirne a capo

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Anche questa settimana torniamo a parlare di arbitri, episodi e videocheck, ma in questo caso, lo diciamo subito, non si tratta, o non si tratterebbe, di un errore di valutazione come accaduto in Monza-Cisterna o Padova-Milano. Il perché dell’uso del condizionale lo spiegheremo più avanti. La particolare situazione che andiamo ad analizzare riguarda il big-match di domenica scorsa fra Trento e Perugia, gara finita 3-1 in favore dell’Itas. In molti ci hanno scritto chiedendoci di spiegare cosa sia accaduto in un’azione in particolare. Ci proviamo.

COME SI È SVOLTA L’AZIONE
Nel quarto set, sul punteggio di 14-13 per i padroni di casa, accade qualcosa che fa letteralmente perdere la pazienza a Simone Giannelli, generando non poco nervosismo negli umbri tanto da condizionarne, forse, e sottolineiamo forse, il rendimento nelle azioni successive.

Attacco di Ishikawa, il muro tocca, copertura in tuffo di Solè, la palla si alza radente la rete, Ishikawa la colpisce in bagher toccando con le mani la parte di corda inferiore fuori asta, Giannelli attacca di prima intenzione, la palla finisce out. Il primo arbitro Simbari stende il braccio dalla parte del campo di Trento, gesto che conferma la decisione: palla out. Giannelli chiede subito il tocco del muro, Simbari gli risponde che Perugia, se lo vuole, può chiamare il videocheck, ma a questo punto l’attenzione si sposta dall’altra parte della rete dove il secondo arbitro Puecher ravvisa un’infrazione avvenuta precedentemente l’attacco di Giannelli che ha concluso l’azione. Inizialmente sembra faccia riferimento a una presunta invasione di Ishikawa, cosa che siamo propensi a escludere perché il tocco del giocatore con la rete è avvenuto fuori asta, dunque chiamare invasione sarebbe stato un errore.

Puecher, evidentemente, ha ravvisato invece il tocco della palla sulla corda inferiore fuori asta. Qui, al limite, si potrebbe discutere se tale decisione rientrasse nelle sue competenze in considerazione del fatto che, durante lo svolgimento dell’azione in oggetto, Puecher era posizionato alla destra del palo dalla parte del campo di Trento. La parte del campo di Perugia, da regolamento (24.3.2.7) in quel momento non sarebbe stata di sua competenza. Dal frame qui in basso si nota anche come invece Simbari sia chinato verso Ishikawa per valutare da pochi centimetri un’eventuale irregolarità. Irregolarità che, come detto prima, lui non ravvisa perché fischia solo palla out al termine di tutta l’azione.

CHI CHIAMA IL VIDEOCHECK?
Un altro fatto poco chiaro ai nostri lettori (ma se lo sono chiesti anche i telecronisti della Rai, Colantoni e Lucchetta, in cronaca) è chi abbia chiamato successivamente il videocheck. Di certo non il primo arbitro Simbari, perché da regolamento, dopo una decisione presa, un arbitro non può chiamare il video challenge per se stesso. E, lo ripetiamo, la decisione presa in prima battuta da Simbari era stata palla out. Siamo quindi portati a credere che lo abbia fatto la panchina di Perugia, che però non ha potuto chiedere la revisione sul tocco a muro, come voleva e pensava inizialmente Giannelli, ma a questo punto, vista la decisione/segnalazione di Puecher, non può aver fatto altro che chiedere il videocheck per constatare il tocco della palla sulla corda esterna all’asta.

L’ENNESIMA INQUADRATURA CHE NON CHIARISCE
E qui si apre un altro capitolo, quello della scelta delle inquadrature per definire una situazione di gioco. In questo caso (lo vedete qui in basso) l’immagine scelta dal tavolo e trasmessa in Tv e sugli schermi del palazzetto è frutto di una inquadratura dall’alto e non di lato. Ma dall’alto è la stessa visione sulla palla che ha avuto Simbari in presa diretta, e come già detto, dalla sua posizione, nonostante si fosse anche chinato in avanti, non aveva ravvisato infrazioni. Un’inquadratura più laterale, magari, avrebbe permesso di capire meglio e con meno dubbi se la palla, nella sua discesa, era arrivata effettivamente a contatto con la corda o meno.

COSA HANNO VISTO GLI ARBITRI?
Questa situazione manda su tutte le furie Giannelli che non ha alcuna intenzione di riprendere subito il gioco, prova (invano) a far capire a entrambi gli arbitri il suo punto di vista, e poi anche al “povero” Lorenzetti (che nel timeout successivo cerca di chiudere la faccenda esclamando più volte “Cosa ci devo fare?”), che è stato Ishikawa a toccare la corda e non la palla, ma Simbari non riesce a convincerlo del contrario e alla fine gli rifila anche un giallo sollecitando la ripresa del gioco.

Va detto che Simbari spiega a Giannelli (si sente chiaramente dall’audio) che gli arbitri al tavolo hanno visto il tocco della palla. Al netto dell’inquadratura poco chiara scelta, va ricordato altresì che al monitor del videocheck gli arbitri hanno davanti tutte le inquadrature e tutte le immagini utili (tutte ad altissima risoluzione) per arrivare ad una decisione, quindi su quella che prendono alla fine c’è da fidarsi.

PERDITA DI TEMPO
Minuti persi nel frattempo? 3! E 22 secondi. Tanto è intercorso dall’attacco di Giannelli al servizio successivo di Ramon. Senza contare il nervosismo generato. Viene allora da pensare che, se Giannelli in campo, gli spettatori sugli spalti e quelli da casa sintonizzati su Rai Sport o VBTV, sono rimasti col dubbio, trenta secondi di interruzione in più per mostrare un altro frame da una seconda angolazione rappresenterebbero un tempo ben speso a fronte di interi minuti di confronti sotto il seggiolone da parte di un capitano, o impropriamente altrove nel campo con altri giocatori o componenti delle panchine.

IN CONCLUSIONE…
Queste situazioni, ci riferiamo a quelle che restano ambigue tanto per i giocatori quanto per gli spettatori, si verificano almeno una volta in ogni partita di “ogni maledetta domenica”, verrebbe da dire prendendo a prestito il titolo del celebre film con Al Pacino. Fermo restando che, come spiegato, ci sarebbe sempre da prendere per buona una decisione arbitrale dopo attenta verifica, per una questione di maggiore trasparenza usare di più e meglio le tante telecamere a disposizione sui campi sarebbe forse cosa buona e giusta. Ci sarebbero meno polemiche, in campo e dopo, e meno perdite di tempo. Ma questo è solo il nostro pensiero.

Ciò detto, ciò raccontato, vi invitiamo ora a guardare il video dell’intera azione qui in basso (immagini Rai Sport), con timeout finale di Lorenzetti.

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Di Giuliano Bindoni
(© Riproduzione riservata)

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