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Trento, Mosna: “Il numero di trofei conquistati non calma la nostra fame”

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Di Redazione

Il Trentino Volley è in corsa per la Coppa Italia: oggi le semifinali all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno e domani, chissà, la gara che potrebbe permettere alla società del presidente Mosna di sollevare la sua quarta Coppa in questa competizione.

Un successo che manca da un po’ di tempo nella sede di via Trener: l’ultima finale vinta di Coppa Italia risale al 2012. Ma Giannelli e compagni, dopo il periodo positivo che li ha portati a quota 16 vittorie consecutive, hanno lo spirito giusto per provare a conquistare anche quest finale. Il presidente Diego Mosna presenta la Final Four in un’intervista a L’Adige.

“Il dato certo è che questa volta ci presentiamo in condizioni migliori rispetto ad altre. Siamo preparati e pronti, oltre che fisicamente anche mentalmente”.

Si giocherà a porte chiuse, cosa cambierà?

“Poco. Tutte le squadre si sono dovute purtroppo abituare a giocare senza pubblico. In ogni partita mancherà uno degli attori importanti, un grave handicap che sarà però più o meno eguale per tutte le formazioni”.

Lo scorso anno si giocò il 22 e 23 febbraio, l’ultimo evento con il pubblico.

“Da un paio di giorni continuo a pensarci. Eravamo preoccupatissimi, dovevamo decidere cosa fare e io personalmente ero favorevole ad annullare tutto. Si iniziava a percepire la gravità della pandemia. Peraltro devo dire che non è stata dimostrata alcuna conseguenza a livello medico per quell’evento, a differenza ad esempio di Atalanta-Valencia nel calcio”.

Tornando a oggi, quanto conta per voi vincere la Coppa Italia?

“A vincere non ci si abitua mai e il numero dei trofei raggiunti non calma la nostra fame. Noi giochiamo sempre per arrivare in vetta, da tanti anni l’impostazione è questa. A parte il piacere nostro e dei tifosi, vincere conferma la bontà del progetto costruito e del percorso fatto”.

Tutti i giocatori di Trento e Perugia si sono ammalati di Covid in autunno e ora sono sani. Questo potrebbe favorirvi ora che arrivano le partite “pesanti”?

Diciamo quasi tutti sani, qualche postumo c’è ancora e la fatica compiuta per tornare ai livelli di forma pre Covid è stata immensa. Penso a Lucarelli, che ha impiegato mesi e mesi”.

Per Nimir è la prima Final Four. E’ un rischio la desuetudine a questo tipo di match?

“Non credo. Nei momenti importanti delle partite dimostra sempre grande freddezza, riesce da solo a “spaccare” un set. Per lui è una novità, ma saprà affrontarla con autorità”.

Teme più Perugia o Civitanova?

“Per arrivare alla Lube dobbiamo battere la Sir. Civitanova ha comunque sempre qualcosa in più, è la vera squadra da battere a livello europeo”.

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