Top Volley, Tubertini: “La stagione doveva già essere finita. Andare avanti porta solo tensione, paura e altro ancora”

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Di Redazione

È molto critico Lorenzo Tubertini, coach della Top Volley, sulla gestione di questa emergenza. Come riportato, infatti, nell’edizione odierna di “Latina Oggi”, il tecnico avrebbe preferito che il campionato fosse già finito per riprogrammare con calma la prossima stagione. Anche perché, la domanda che tutti si pongono in questi giorni è “Il 3 aprile si tornerà davvero alla normalità?” Se così non fosse cosa accadrebbe? La stagione come dichiarato dallo stesso Tubertini è ormai stravolta.

Lorenzo Tubertini, tecnico della Top Volley Cisterna, si sforza di guardare avanti. Pensi che questa sosta possa stravolgere completamente il finale di campionato? «Il finale di campionato era ancora da scrivere, c’era un flusso fino a tre settimane fa ovvero fino alla sosta della finale di Coppa Italia del 22 febbraio. Da lì la sospensione della nona di ritorno e il tentativo di riprendere a porte chiuse. Già in questo caso il campionato stava assumendo sfumature e sottolineature totalmente inadeguate con ciò che riguarda il valore delle competizioni sportive agonistiche di alto livello. Proiettate e rivolte a un pubblico e non fini a se stesse. Riprendo la domanda e rispondo di sì, il campionato è già completamente stravolto. È stato riscritto in svariate forme e modi, spostamenti, recuperi, sospensioni. Se si pensa che si deve giocare per portare a termine dei contratti ci stanno riuscendo. Ma solo questo fine mi sembra di capire che sia importante. Ogni giorno si impara qualcosa di nuovo e agire senza avere conoscenza di ciò che sta accadendo mi sembra da irresponsabili nei confronti della vita. Il finale di campionato in ogni caso sarà un finale fine a se stesso e il risultato finale non avrà nessun valore sportivo. Quello che si è fatto fino ad ora fa già parte di un’altra stagione. Fare sport significa, organizzare, preparare, studiare, altrimenti tutto ciò che si è fatto fino ad ora non avrebbe alcun senso».

Alla ripresa, quando sarà, la sfida contro Vibo Valentia. Uno spareggio salvezza. «Alla ripresa quando sarà se sarà penserò a Vibo! Sempre che ci siano ancora giocatori li ad aspettare. Non siamo il calcio, loro hanno introiti milionari che li spingono a stare fermi e continuare a pensare di giocare per rimettere in moto il calderone. Noi facciamo fatica a prolungare gli affitti delle case. Non sarà più possibile scendere in campo pensando che non ti possa succedere qualcosa. Lo dicono i fatti. Dovresti fare i tamponi a tutti i presenti. Vibo? penso a studiare il campionato in questo momento».

C’è il rischio che la stagione sia finita qui? «La stagione a mio parere doveva già essere bella che finita. Portare tutto avanti porta solo tensione, paura e altro ancora. Riprogrammare ora per la stagione successiva ti darebbe tempo per fare le cose meglio. A chi verrebbe in mente oggi di andare al palazzetto? Io ho mia figlia di 4 anni che non può giocare coi bambini sotto casa, quando vede una partita a porte chiuse si chiede perché quei tanti giocano insieme e perché si abbracciano. Che messaggio daremmo in questo momento storico dove si chiede di stare a un metro da tutti? Tocca rilassarsi e lasciare andare un po’ di esigenze. Tocca stare fermi un attimo e riorganizzarsi con grande calma».

 

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