Today in History: Padova si salva (di nuovo) all’ultimo respiro

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Di Redazione

11 aprile 2007: ultima giornata di regular season. L’Antonveneta Padova gioca in casa contro la capolista M.Roma Volley, e per avere la certezza di salvarsi ha una sola possibilità: vincere. I patavini riescono a completare l’impresa, imponendosi per 3-1 in rimonta, e conquistano la permanenza in Serie A1; Roma, invece, si fa scavalcare proprio sul filo di lana da Cuneo e giocherà i play off da seconda in classifica, finendo per uscire in semifinale ad opera di Treviso.

Non è la prima volta che Padova si salva per il rotto della cuffia. Anzi, è addirittura la seconda di fila. Solo che l’anno prima, all’ultimo turno, la vittoria decisiva (a scapito di Santa Croce) era arrivata sul campo di una Sisley Treviso già sicuro del secondo posto e con la testa ai play off. Questa volta la neonata società capitolina, che può già contare su campioni come TofoliMastrangeloHennoSavani ed Hernandez, si sta giocando il primo posto che garantirebbe la qualificazione alla Champions League, anche se di mezzo c’è un gioco di incastri per i quarti di finale (chi vince la regular season rischia di incontrare Trento, come poi accadrà).

Foto Lega Pallavolo Serie A

I patavini invece, dopo due ottimi quinti posti nel 2004 e nel 2005, faticano a galleggiare. Rispetto all’anno prima sono rimasti l’allenatore Luigi Schiavon (che aveva preso il posto di Berruto) e alcuni dei protagonisti: il palleggiatore finlandese Mikko Esko, i tedeschi Christian Pampel e Bjorn Andrae, il centrale Piscopo, il capitano Tovo e il libero Garghella, che diventerà una leggenda della società giocando fino al 2015. Tra i nuovi arrivi, a completare la colonia teutonica, c’è lo schiacciatore Robert Kromm, accompagnato dal giovane centrale Giorgio De Togni.

Il campionato dell’Antoveneta inizia malissimo, con 4 sconfitte consecutive, ma prima della fine del girone d’andata la squadra di Schiavon riesce a vincere almeno gli scontri diretti contro Verona e Vibo e ci aggiunge l’exploit contro Taranto. Al ritorno va anche peggio: Padova perde le prime 6, tra cui la sfida casalinga con la Tonno Callipo, e porta a casa soltanto due vittorie con Montichiari e Latina. Alla vigilia dell’ultima giornata i veneti hanno un solo punto di vantaggio su Vibo e Verona, impegnate rispettivamente in casa con Macerata e in trasferta a Taranto.

Foto Lega Pallavolo Serie A

Roma, che a sua volta dispone di un solo punto di margine su Cuneo, deve vincere per assicurarsi il primato. E inizia benissimo: Mastrangelo è implacabile a muro, Kooistra le mette giù tutte, il punto a punto del primo set si risolve sul 23-25. Padova è a un passo dal baratro. Ma nel momento più buio arriva il risveglio: il secondo set è ai limiti della perfezione in ricezione (93% di perfetta) con un Andrae che prende tutto, e in attacco si scatena Kromm, che chiuderà con un superlativo 75%.

Nel terzo set Schiavon getta nella mischia capitan Tovo al posto di De Togni. Roma riprende a lottare, ma fatica tantissimo in attacco; l’Antonveneta rimonta dal 13-16 e stavolta riesce a spuntarla ai vantaggi. I 2500 spettatori del PalaBernhardsson caricano la squadra, gli avversari iniziano a tremare: l’allenatore ospite Serniotti manda in campo anche Gatin, Rosalba e il giovane Zaytsev. Ma è un altro subentrato, l’estone Eerik Jago, a spaccare il set con due battute vincenti. Padova si procura due set point, il servizio di Piscopo e il muro vincente di De Togni chiudono la gara.

Per la squadra del presidente Maurizio Sartorati è una grande festa, “un risultato che la Padova sportiva ricorderà a lungo” come dicono i cronisti della tv locale. La favola dei “poveri ma belli” non durerà ancora a lungo: nel 2009 arriverà la retrocessione e alla nuova società servirà un po’ di tempo per ricostruire. Ma adesso, che Padova è stabilmente in Superlega da qualche anno e soprattutto festeggia i 50 anni dalla fondazione, è davvero il momento giusto per rivedere quella salvezza da incorniciare.

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Today in History: il graffio di Tai Aguero sulla Coppa Italia

Today in History
Di Redazione 18 aprile 2010: al 105 Stadium di Rimini la MC-Carnaghi Villa Cortese vince la Coppa Italia, battendo in una finale al cardiopalmo la Foppapedretti Bergamo. È il primo trofeo nella storia della squadra biancoblu, appena arrivata in Serie A1, e arriva al termine di una partita indimenticabile in cui la squadra di Marcello Abbondanza, in vantaggio per 2-0 e avanti 18-14 nel terzo set, rischia clamorosamente di farsi sfilare la Coppa. Alla fine però arriva la festa, nel segno di una fuoriclasse assoluta come Tai Aguero, la cui foto in posa da "gatta nera" scrive la storia della competizione. Villa Cortese fa notizia per il solo fatto di esistere: è espressione di un paese di poco più di 6000 abitanti - ma anche di un colosso mondiale delle macchine industriali -, è arrivata in A1 sull'onda di quattro promozioni consecutive dalla serie C e ha tirato fuori dal cilindro un mercato faraonico, con gli ingaggi di monumenti del volley italiano e internazionale come Paola CardulloManuela SecoloSara AnzanelloLindsey Berg e la stessa Aguero, oltre alla portoricana Aury Cruz. Una squadra costruita per vincere fin dalla prima stagione. [caption id="attachment_157995" align="aligncenter" width="678"] Foto Rubin/LVF[/caption] L'impatto sul campionato è in effetti da urlo, anche se qualche passo falso di troppo nel girone di ritorno (a Perugia e in casa contro Jesi) relega le cortesine al secondo posto in regular season a due punti da Pesaro, nonostante la parità nel numero di vittorie. Ma prima che inizi l'avventura nei play off arriva la Coppa Italia, quell'anno stranamente posizionata nella fase più calda della stagione. Villa si è qualificata a febbraio eliminando Novara con un doppio 3-1 nei quarti di finale, che hanno visto il passaggio delle prime quattro della classifica. La prima semifinale regala subito una grande sorpresa: la favoritissima Scavolini Pesaro cade contro Bergamo con uno 0-3 senza appello, segnato da una prova maiuscola della "Divina" Francesca Piccinini (21 punti). Poi scende in campo la MC-Carnaghi, seguita da un corposissimo gruppo di tifosi, ed è un'altra partita a senso unico: 3-0 su Jesi in poco più di un'ora, con 7 muri-punto di una scatenata Anzanello. La finale sarà dunque Villa-Bergamo, destinata a diventare una "mini-classica" nelle poche stagioni della parabola biancoblu. [caption id="attachment_157997" align="aligncenter" width="678"] Foto Rubin/LVF[/caption] Davanti a 4600 spettatori la sfida regala subito spettacolo: il primo set è un'altalena di emozioni, dal break di 7-12 per la Foppa al 22-22 siglato da un muro di Secolo, fino alla chiusura con tre attacchi consecutivi di Aguero. Bergamo prova a reagire nel secondo parziale (3-6, 14-16) ma ancora una volta viene raggiunta: sul 22-22, manco a dirlo, decide Tai con due attacchi vincenti inframmezzati da un muro di Anzanello. Nel terzo set Villa Cortese vola avanti 5-2 e 13-9, l'ingresso di Lucia Bosetti è l'ultima carta a disposizione di Micelli, ma sembra ormai troppo tardi. Invece sta per iniziare un'altra partita, ancora più emozionante: dal 18-14 la Foppapedretti rimonta fino al meno uno, e poi va al sorpasso con Antonella Del Core (20-21). Il servizio di Furst fa il resto e ancora Del Core riapre la partita. La MC-Carnaghi sbanda, Bergamo domina il quarto set con un parziale di 0-7 sempre sulla battuta della tedesca, e un ace di Bosetti manda tutti al tie break. Per Villa Cortese sembra concretizzarsi l'incubo: Cruz e Secolo non passano in attacco, e in avvio di tie break anche Aguero subisce due muri di fila per il 4-6. [caption id="attachment_157996" align="aligncenter" width="678"] Foto Rubin/LVF[/caption] Ma nel momento più difficile la MC-Carnaghi trova le energie per mettere la freccia: Berg mura Del Core per il pareggio (6-6), Anzanello firma l'allungo (9-7), Aguero consolida il vantaggio (13-10). Un appoggio vincente di Cruz vale il match point, annullato da Furst; al secondo tentativo Tai attacca per tre volte e alla fine trova il mani-out vincente del definitivo 3-2 (25-23, 25-22, 23-25, 17-25, 15-13). L'opposta italo-cubana chiude con 34 punti e un'infinità di palloni attaccati: 84, quasi la metà dei 171 di squadra, con appena due errori! È lei, insieme a Sara Anzanello (18 punti, 7 muri) l'assoluta protagonista del trionfo che porta i tifosi biancoblu a coniare lo slogan: "Veni, vidi, Villa". https://www.youtube.com/watch?v=YjbKto-Gdqs Quanto sia fondamentale l'apporto di Aguero, la MC-Carnaghi lo scoprirà poi a sue spese anche in finale scudetto: sarà proprio l'infortunio di Tai in Gara 1 a indirizzare la serie decisiva contro Pesaro e dare alla squadra biancoblu, fino a quel momento dominatrice assoluta, il primo di una lunga serie di dispiaceri tricolori. Il feeling con la Coppa, invece, continuerà anche nella stagione successiva a Catania: sempre contro Bergamo, sempre sotto il segno di Tai.