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Stagione a rischio per Cantù. Molteni: “Siamo senza un campo omologato”

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Di Redazione

Una situazione davvero difficile e quasi surreale quella in cui si trova in questo momento la Libertas Cantù, formazione di A2 Maschile. La formazione del Presidente Molteni, ad oggi, si trova ancora senza un palazzetto omologato dove poter giocare le partite casalinghe. Il campionato prenderà il via il 17 ottobre e il tempo stringe. Lo stesso patron Ambrogio Molteni, nell’intervista rilasciata al quotidiano La Provincia, si dice preoccupato per la situazione e in attesa di risposte.

«Senza un campo omologato dove giocare, ora che siamo alla fine di settembre, la stagione sportiva potrebbe saltare: rischiamo di perdere a tavolino la prima partita di ottobre, e non potremmo più continuare, con una seconda sconfitta del genere. È assurdo ritrovarsi in questa situazione, quando è da un anno che si sa che, a Casnate, serviva l’omologa del campo», afferma Molteni.

«Nessuna polemica: abbiamo un problema serio al PalaFrancescucci, dove ci siamo spostati – spiega Molteni – Il Comune di Como, che gestisce la struttura di proprietà del Comune di Casnate con Bernate, ha effettuavo un sopralluogo con la Prefettura di Como nei giorni scorsi. Ma il campo non ha ottenuto ‘omologa per la necessaria agibilità. Rischiamo di essere esclusi dal campionato, che parte il 17 ottobre. La prima in casa a Casnate, sarà sabato 24 ottobre. Ad oggi ci sarebbero carenze su alcuni piani legati alla sicurezza e all’evacuazione».

«Il Comune di Como ora dovrà affidare l’incarico a un tecnico – spiega Molteni – Ma il tempo stringe. In realtà, noi dovremo dare l’indicazione del campo di gioco utilizzato entro  il 30 settembre (domani, ndr) alla commissione della Lega pallavolo di serie A: saremo costretti a presentarci con una richiesta di delega».

Altre possibilità sembrano impensabili. «Prendiamo in affitto l’Allianz Cloud di Milano? In zona non ci sono altri impianti che, per numero di presenze, possono garantire il campionato di A2. Verrebbe quasi voglia di ritirare la squadra. Non è possibile, ripeto, trovarsi in questa situazioni. Si tratta anche di rispettare una società che è tra le prime 24 in Italia, che ha fatto tanti sforzi, e che ora si trova senza impianto, in mezzo al mare, con il rischio di affondare».

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