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Spettatori nei palazzetti, si naviga a vista: Emilia e Lombardia aprono, le Marche no

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Di Redazione

Ormai è una navigazione a vista: le notizie sui nuovi contagi da coronavirus incalzano e le normative cambiano di conseguenza, anche da un giorno all’altro. Per il momento le norme nazionali sugli eventi sportivi sono chiare: secondo l’ultimo DPCM, per le gare al chiuso sono ammessi al massimo 200 spettatori, salvo deroga delle regioni. E qui ciascuno fa a modo suo, anche con tempi molto stretti. La Lombardia, per esempio, ha deciso solo ieri di prorogare l’ordinanza scaduta in giornata, consentendo a un massimo di 700 persone l’ingresso nei palazzetti: troppo tardi per la Unet E-Work Busto Arsizio, che per mancanza di tempo rinuncerà ad aprire la prevendita in occasione della gara di domenica con Scandicci. Stessa decisione anche per la Tipiesse Agnelli Bergamo di A2 maschile.

L’ordinanza lombarda, peraltro, sarà valida soltanto fino a lunedì 19 ottobre, lasciando la strada aperta a un possibile ripensamento in relazione al trend dei contagi. L’Emilia-Romagna invece ha già stabilito le norme per il prossimo mese, fino al 15 novembre: qui non c’è il “tetto” dei 700 e il limite massimo è il 15% della capienza dell’impianto, come sanno i tifosi di Leo Shoes Modena, Consar Ravenna e Gas Sales Bluenergy Piacenza, che potranno ancora assistere alle gare casalinghe delle proprie squadre.

Anche Trentino e Puglia si sono mosse nella direzione della deroga. Nessuna novità per il momento da altre regioni, come le Marche, dove la Cucine Lube Civitanova si sta rassegnando a vivere un altro match con sole 200 persone sugli spalti, nonostante la protesta della tifoseria (all’Eurosuole Forum si potrebbe arrivare fino a 600). Anche l’opposto Kamil Rychlicki, in un’intervista al Resto del Carlino, si è espresso a favore della riapertura: “Altri club hanno sempre avuto i fan, spero ci sarà l’ok per 600. Giocare in un palazzetto vuoto è bruttissimo“.

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