Simone Buti

Simone Buti e il secondo anno in maglia Vero Volley: "Dico una sola parola, ovvero Challenge"

DATA PUBBLICAZIONE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti
SHARE
SHARE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti

Di Roberto Zucca

In una Monza rinnovatissima, ritrovarlo è il simbolo di una volontà alla continuità e alla sicurezza. E di questo Vero Volley, Simone Buti è un po’ la bandiera e un po’ il senatore. Con il suo proverbiale entusiasmo si accinge ad affrontare la sua quattordicesima stagione in serie A e commenta così la formazione brianzola che quest’anno promette sorprese e faville:
“Una stagione iniziata molto bene, con un allenatore come Soli che ha saputo da subito creare la giusta alchimia tra di noi per gettare le basi tecniche per un campionato che sarà dalla prima giornata molto impegnativo”.

Tra i nuovi arrivi le chiedo un commento sul nuovo regista Orduna:
“Sono stato felice dell’arrivo di Santi, perché è un giocatore che mi è sempre piaciuto soprattutto per il suo modo di tenere il campo. È uno che fa pesare la sua presenza e da avversario è davvero ostico e difficile da leggere. Con la sua regia sono sicuro che l’attacco di Monza ne beneficerà molto”.

Obiettivi di questa nuova Monza?
“Dico una sola parola, ovvero Challenge. Ce la siamo conquistati con fatica sul campo a fine stagione ed ora puntiamo a vincerla, nonostante ci siano altri team impegnativi come ad esempio il Belgorod. Non sarà facile ma l’entusiasmo per la Coppa c’è sempre”.

Obiettivi in Superlega?
“Puntiamo ad entrare tra le prime otto e a conquistare l’accesso ai playoff Scudetto. Anche qui la concorrenza sarà tanta e bisognerà giocare partita dopo partita con la consapevolezza di mantenere una costanza nelle prestazioni. Ma ci teniamo tutti. Quest’anno è un campionato particolarmente bello”.

Posso chiederle un commento da ex protagonista sulla nazionale al Mondiale?
“Rifletto con lei sulla prestazione bicolore di questa Italia. È iniziato tutto con una grande energia sicuramente per la possibilità di giocarsela a casa propria. Le prime partite hanno dimostrato tutta la grinta di questa squadra. Poi dopo aver bucato la prima partita importante c’è stato il calo”.

Anche lei si è scagliato contro la formula della seconda fase?
“Vorrei invitare alla riflessione rispetto alla formula della seconda fase che ha permesso di parlare di biscotti e altre dinamiche, proprio perché fare un gironcino da tre per l’accesso alle semifinali è qualcosa di errato. Meglio uscire a testa alta da uno scontro dentro-fuori che trovarsi a dover commentare le partite come quella tra Serbia e Polonia”.

È uno dei pallavolisti più attivi sui canali social. Perché questa scelta?
“Bella domanda. Fondamentalmente il motivo risiede nella richiesta del pubblico di capire cosa c’è dietro questo sport. Un ragazzo giovane non conosce bene quali siano le dinamiche ad esempio degli allenamenti, dell’alimentazione, delle trasferte, del dietro le quinte. E perché no, qualche suggerimento per arrivare a diventare un professionista si può sempre dare. Ho in mente diverse iniziative che testerò nei prossimi mesi ma non posso anticipare nulla perché le sto ancora studiando e affinando”.

 

CONDIVIDI SUI SOCIAL

Facebook

ULTIMI

ARTICOLI