Roberto Russo: “La Lube sarà carichissima, dobbiamo saperla limitare”

DATA PUBBLICAZIONE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti
SHARE
Foto Benda
SHARE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti

Di Roberto Zucca

Il bello di Roberto Russo è il fatto che non ha bisogno di mettere in mostra le sue doti, ma quando è chiamato alle armi è un’assoluta certezza. A 22 anni il centrale siciliano si appresta a giocare la prima Finale Scudetto della sua carriera, ma l’ennesima finale della Sir Safety Conad Perugia, a conclusione di stagione condotta dalla squadra umbra in un turbinio di emozioni, sicuramente forti. Quelle situazioni nelle quali Roberto è capace di far battere il cuore di moltissimi appassionati di volley.

Domani inizierà la finale scudetto con Civitanova. Si aspettava la formazione marchigiana oppure Trento come avversaria?

Mi aspettavo da parte di queste due squadre una grande battaglia sul campo da gioco, e così è stato. Entrambe hanno grandissimi campioni in campo e il livello di gioco è stato altissimo nei loro match. Incontreremo la Lube, non sarà facile perché loro sono forti e in forma, ma abbiamo fiducia nei nostri mezzi e ce la metteremo tutta per fare bene e vincere“.

Che aria si respira in vista della finale? Come si sente, Russo?

C’è molta energia in palestra e molta voglia di fare bene. La settimana senza gare l’abbiamo sfruttata per lavorare sulle cose in cui dobbiamo migliorare e per alzare ancora il nostro livello di gioco. Io sto bene e cerco ogni giorno di dare il massimo con il mio contributo alla squadra“.

Foto: BENDA

Civitanova arriva da cambi di panchina e da una semifinale difficile. Che sensazioni ha?

Loro sono in un buon periodo di forma e si vede dal gioco che riescono a esprimere. Hanno giocatori che nei finali di stagione riescono a fare la differenza ma noi dobbiamo essere bravi a limitarli. Saranno carichi dopo aver sconfitto in semifinale una squadra forte come Trento“.

Tra qualche settimana sarà il momento delle convocazioni in nazionale. Ci sta pensando?

La nazionale e l’eventuale convocazione penso siano motivo di orgoglio e un ulteriore stimolo per continuare a lavorare bene. Ma questo viene dopo le partite decisive. È importante rimanere concentrati per centrare gli obiettivi del club“.

Foto: Fivb

Sembra che lei abbia creato un bel legame con Biglino. Cosa vi lega?

Con Omar ho un bellissimo rapporto. Lo conosco dai tempi del Club Italia, in questi due anni a Perugia ho imparato a conoscerlo ulteriormente ed è davvero un ragazzo d’oro. A Natale, per esempio, sono stato invitato a casa sua per festeggiare la festività insieme ai suoi familiari. Persone splendide“.

CONDIVIDI SUI SOCIAL

Facebook

ULTIMI

ARTICOLI


Il ritorno di Dragan Travica: “Felice di lavorare con Boninfante, ma con papà…”

Sale in Zucca

Buon viaggio, che sia un’andata o un ritorno, che sia una vita o un solo giorno... da Dragan Travica. Un itinerario, quello di una persona, ma è doveroso, per quanto bene ne conosca le genesi, estendere il concetto a tutta la sua famiglia, che ha attraversato nazioni impervie, l’Iran su tutte, campionati in cui l’Italia era poco rappresentato fino al suo passaggio, e penso alla Russia e strade che lo hanno reso un giocatore non solo di esperienza, ma anche di peso.

Il Travica dei 38 anni è un palleggiatore dal palmares invidiabile, papà di due figli, eterno ragazzo e uomo navigato, ed è colui che Piacenza ha scelto per il prossimo campionato, da affiancare a quel piccolo genio di Paolo Porro. Viene fuori un mix curiosissimo, forse perché caratterialmente e carismaticamente il piccolo ricorda il grande degli esordi, e ancor di più perché la Gas Sales darà valore mediante Dragan ad un reparto che a Piacenza significa esperienza e ambizione.

“L’Italia è il luogo da cui tutta la mia carriera è incominciata e devo dire che sono molto felice di ritrovare il mio paese e il campionato di Superlega. La Grecia mi mancherà, anzi, ci mancherà da morire, perché anche Giulia e il mio primo figlio Milo, si sono trovati molto bene. Sono stati anni importanti per tutti, anni in cui ho lottato. Lascio con un po’ di amaro in bocca per l’ultimo trofeo non vinto. Il finale è l’unico neo di stagioni in cui ho dato il massimo”.

Ed ora si gode Piacenza.

“I primi contatti ci sono stati a febbraio e ho avuto subito modo di apprezzare il progetto. Poi, il caso vuole che anche mio papà solo fino a poche settimane fa ha lavorato per questa società e svelo un aneddoto, ovvero che quando è stato contattato per la panchina, pensava avessero sbagliato perché erano giorni in cui anche io stavo iniziando le interlocuzioni con il club”.

Sarebbe stato curioso vedervi insieme in Italia.

“Sarebbe stato bellissimo. Ma io sono felicissimo di lavorare con Dante con cui ho fatto molte cose belle in nazionale. Papà sapeva che doveva traghettare la squadra fino a fine stagione. Così come io so bene quale è il mio ruolo e sono contento di lavorare con Paolo”.

foto Gas Sales Bluenergy Piacenza

Ha diretto la squadra fino a ieri in regia. Quest’anno un ruolo diverso.

“Ho 38 anni e giocare cinquanta partite come lo scorso anno inizia a diventare un tema a livello fisico. Sono qui perché Piacenza è un progetto di crescita anche per i giovani, penso alle varie scommesse che ha in atto e io sarò ben felice di mettere la mia esperienza laddove verrà richiesta. Ho scelto questa società perché preferisco giocare per vincere dopo tutti questi anni e sono certo che il roster allestito potrà togliersi delle belle soddisfazioni”.

Paolo Porro è un po’ il Travica degli esordi?

“Mi aspetto che sia il palleggiatore che farà sognare i tifosi e continuerà a dimostrare di che pasta è fatto. Penso al suo cammino a Milano, dove negli anni è riuscito con la squadra a mettere in crisi tanti top team, divenendo una squadra molto apprezzata e presa a modello. Paolo a Milano si è guadagnato tanta stima e fiducia sul campo. Questa è la squadra che può consacrare le sue ambizioni”.

Con suo padre Piacenza cosa ha fatto capire?

“Io credo che papà sia un po’ il Ranieri del volley, è uno che riesce sempre a lavorare sulla chimica della squadra e sulla disciplina. Penso sia il suo valore aggiunto, anche perché ha una lunghissima carriera e ha davvero lavorato con ogni tipologia di gruppo”.

Lei un po’ punta a questi obiettivi?

“Puntiamo tutti in generale a creare subito un gruppo che la domenica voglia puntare in alto. Non vedo l’ora di cominciare anche perché ho sentito parlare molto bene di tanti elementi del gruppo ed ora sono curioso di lavorare con loro in palestra”.

Intervista di Roberto Zucca
(© Riproduzione riservata)