Righi: "Già persi 24 milioni di euro". Fabris: "Sono arrabbiato con i miei dirigenti"

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Di Redazione

La Lega Pallavolo Serie A maschile e quella femminile fanno i conti della crisi dovuta all’emergenza coronavirus e i risultati sono sconfortanti: più di 30 milioni di euro già bruciati in un mese di stop, un tracollo senza precedenti. A lanciare l’allarme alla Gazzetta dello Sport è l’amministratore delegato di Lega Massimo Righi: “Il contatore continua a salire, da 22 milioni di euro di perdite siamo arrivati fino a 24 nelle ultime ore. Continuiamo a ricevere comunicazione dai nostri club consorziati di sponsor che si tirano indietro“.

Nel 2008 – ricorda Righi – siamo già passati da una grande crisi e allora decidemmo un taglio degli ingaggi del 15%. Con quella scelta e, qualche anno dopo, con l’introduzione della Superlega e il blocco delle retrocessioni, siamo riusciti a mettere in salvo i conti di molte società“. Oggi però non c’è all’orizzonte un’intesa comune sulla riduzione dei compensi, ma una trattativa personalizzata giocatore per giocatore, come peraltro chiedono anche i procuratori e come raccomandano le associazioni degli avvocati di settore.

La speranza è che si possa in qualche modo ripartire a maggio, come auspicato anche dal ministro Spadafora, ma il problema è a lungo termine. “A preoccupare ancora di più sono gli scenari futuri – conferma Mauro Fabris, presidente di Lega Pallavolo Serie A Femminile -. Se siamo riusciti a quantificare la perdita di questi mesi in 6,7 milioni di euro, la prossima stagione non so francamente cosa potrà accadere. In questi giorni faremo delle call con i presidenti e i procuratori“.

Sono molto arrabbiato – aggiunge Fabris – con i dirigenti. Se da una parte chiediamo un sacrificio agli agenti e alle loro giocatrici, se auspichiamo un confronto con loro per studiare dei possibili tagli in modo poi da rilanciare sulla prossima stagione, trovo fuori luogo leggere e apprendere che in questa situazione d’emergenza alcuni presidenti del nostro campionato di A­1 si stanno dando battaglia in trattative di mercato. È vero, anche in passato è successo, ma oggi, con questi problemi e con queste richieste dei club stessi, credo stoni“.

(fonte: Gazzetta dello Sport)

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