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Riccardo Sbertoli: “Non ho l’ansia di vincere, ma mi stimola l’idea del bis”

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Il rapporto tra quanto sia mancato all’Itas Trentino e quanto Trento gli sia mancata è un gioco a somma zero. Riccardo Sbertoli è uno dei simboli di quella pallavolo che tra le montagne trova la miglior ispirazione ed è un giocatore per cui quei luoghi, così diradati e lontani da ciò che vive per quattro lunghi mesi quando veste la maglia azzurra, sono un rifugio più che ricercato e sicuro:

Non a caso, quando ho finito il torneo di qualificazione olimpica, mi sono rifugiato per due giorni sulle montagne per ricaricare. Sto bene qui, come dice Oreste (Cavuto, n.d.r.), il presente non mi fa venire altro desiderio che vestire i colori della mia Trento. Ci sono arrivato qualche anno fa e mi sembra di averci passato una vita, per quanto sono stato in grado di legarmi a questa maglia, alla città e ai tifosi“.

Riccardo Sbertoli Itas Trentino

Cosa ha Trento che altri posti hanno meno?

Le parlo di Trento non in quanto differente da altre compagini, ma da ciò che è il mio percepito. Ossia di una città, di una società e di una realtà sportiva in cui alla pallavolo ci si può dedicare al 100%. Sono arrivato qui per affermarmi, per fare sì che quel percorso incominciato a Segrate e poi a Milano continuasse e fosse sempre in salita. Ho sognato, ma io e tutti quanti, per vincere ciò che è stato vinto la scorsa stagione, ci siamo fatti un bel mazzo. Vorrei restare qui e vincere ancora tanto. Restarci il più a lungo possibile“.

È difficile ripartire dopo uno scudetto per Sbertoli?

A me stimola molto l’idea di bissare un successo. La ripetizione di una vittoria che nella tua vita e nella tua carriera ha portato così tanta gioia, vuoi solo ripeterla. Anche se è la stessa competizione che vinci, nel caso specifico uno Scudetto, è comunque un’emozione che vivrai impercettibilmente in maniera diversa nel caso. Come tutto ciò che hai preparato, come ogni competizione. Quindi no, non ho l’ansia di dover per forza ottenere qualcosa o l’angoscia di vincere di più. Ho solo il desiderio di voler tornare a giocare certe partite“.

Riccardo Sbertoli Marko Podrascanin Itas Trentino
Foto Trentino Volley

La pressione è bellissima. Lo Sbertoli pensiero, mi pare di aver letto.

Sì, perché significa che devi continuare a crescere. Il percorso che faccio, e che ogni tanto nomino quando parlo della strada che sto percorrendo, è indirizzato a diventare la migliore versione di me stesso“.

Lei oggi non è la migliore versione di Riccardo Sbertoli?

No, ancora no. Lavoro ad esempio con il mio psicologo dello sport per cercare di raggiungere una condizione mentale ancora più solida di ciò che ho. Io credo che uno sportivo possa sempre fare di più, essere di più, raggiungere di più. Altrimenti, entrare in palestra tutti i giorni senza avere la possibilità di pensare alla carriera come una scala con infiniti gradini sarebbe complicato“.

Riccardo Sbertoli Italia
Foto Federazione Italiana Pallavolo

Torna da quattro mesi di fuoco in azzurro. E tra pochi mesi si riparte in chiave Parigi.

Un’estate molto piena. Anche in questo caso, la strada da fare è ancora composta da tanti gradini. Io ripartirò dalla consapevolezza che è stata una stagione lunga e si è conclusa con l’amaro in bocca di non aver ottenuto la qualificazione. Quindi il momento deve lasciare spazio ad alcune riflessioni sul fatto che ci abbiamo provato e non ci siamo riusciti, perciò si deve trovare assieme la chiave per fare sì che tutta quella sofferenza venga canalizzata, al prossimo appuntamento, verso il percorso che ognuno di noi farà per ottenere il risultato che tutti ci aspettiamo e vogliamo“.

Rimane una nazionale che il paese ama molto. Ne è consapevole anche lei?

Sì, ci siamo sentiti molto benvoluti dalla gente che è venuta a tifarci in ogni occasione. Per noi la più grande vittoria è stata quella di passare da un gruppo di ragazzini che lotta per il proprio paese a un gruppo di lottatori che l’Italia ama molto“.

di Roberto Zucca

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