Pool Salvezza, Lecco strapazza Como e fa suo il derby. Piacentini: “Vittoria importantissima”

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Forse la peggiore Tecnoteam Albese Volley Como da inizio stagione. E proprio nella serata in cui serviva una vittoria per mettere al sicuro il discorso salvezza. Delusione dei tifosi – arrivati numerosi al palazzetto di Casnate – che si aspettavano ben altro risultato. Invece derby a senso unico e meritata vittoria della OroCash Picco Lecco che in tre set – con Amoruso Mvp e migliore realizzatrice con 21 punti – ha liquidato la resistenza della formazione di casa.

Gara quasi riaperta nel terzo set da Veneriano e compagne, apparse complessivamente in una serata non brillante. E così arriva il pesante ko in casa contro una Lecco che tra oggi e l’andata si è portata a casa 5 punti.

Primo set con allungo delle ospiti nella seconda parte della frazione, più equilibrio nel secondo, ma senza la solita cattiveria albesina. “Mancato l’appoccio giusto”, così ha detto coach Mauro ed anche il presidente Crimella ha ribadito il concetto. E proprio nella serata più attesa dai tifosi comaschi. Invece niente. Sconfitta netta (mai in casa un parziale così netto in questa stagione) e discorso salvezza rimandato a settimana prossima.

Graziano Crimella (presidente Tecnoteam Albese Volley Como): “Derby perso malissimo, la Picco ha meritato perché ha affrontato la partita nel modo giusto. Noi no, non abbiamo interpretato la gara in modo corretto. Squadra senza reattività e siamo rimaste in partita per qualche iniziativa dei singoli. Sono dispiaciuto, ci tenevo molto a questa partita. Persa male e mi spiace tantissimo per il pubblico che si aspettava altro dalla Tecnoteam. Brava Picco, preparata bene e meritato di vincere. Risultato che mi fa male e mi lascia tanti pensieri amari. Non vedo alcuna scusante stasera, non so cosa dire dopo una gara simile”.

Federica Piacentini (Orocash Picco Lecco): “Sono contentissima del risultato che abbiamo portato a casa che è importantissimo. sapevamo che non sarebbe stato facile, i derby sono sempre tosti, però in settimana abbiamo lavorato tanto e siamo riuscite a riportare in partita quello su cui ci eravamo concentrate. Penso sia stato fondamentale sia l’approccio da parte di tutte perché non c’è stato un momento in cui abbiamo smesso di volerlo e di crederci, sia a livello tecnico il muro difesa e contrattacco. Ora si torna in palestra subito con la testa alla prossima partita perché il lavoro non l’abbiamo ancora concluso”.

Tecnoteam Albese Volley Como 0
Orocash Picco Lecco 3

(18-25 23-25 22-25) –

Tecnoteam Albese Volley Como: Veneriano 9, Rimoldi 1, Grigolo 4, Bernasconi 7, Mazzon 7, Baldi 7, Pericati (L), Colombino 7, Longobardi 5, Mancastroppa, Radice. Non entrate: Taje’, Vigano, Calervo (L). All. Chiappafreddo.
Orocash Picco Lecco: Mangani 9, Piacentini 7, Moroni 4, Amoruso 21, Atamah 4, Sassolini 1, Napodano (L), Conti 6, Casari, Mainetti. Non entrate: Severin, Monti. All. Milano.
Arbitri: Cavicchi, Papapietro.
Note – Durata set: 23′, 29′, 28′; Tot: 80′. MVP: Amoruso.

(fonte: LVF)

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Rinaldi, biennale in Giappone: “Vi racconto perché vado, i dubbi iniziali e… Modena”

Sale in Zucca

Osaka Blazers Sakai. Tutto o niente. Bianco o nero, o bianco e rosso se si ragiona per cromatismi della vita, e per la nuova bandiera d’appartenenza pallavolistica di Tommaso Rinaldi. La vita è fatta di cambiamenti, spesso radicali, di sfide che portano uno dei primi di italiani, ma di quelli che si candidano ad essere primi della classe a sbarcare nel campionato nipponico, dopo un passato anche recente fatto di Modena, patria del tifo sfegatato, del palazzetto che si riempie dell’entusiasmo e della mitomania, che è poi tipica del giapponesismo del volley. Lui è Tommaso, occhi di ghiaccio, voglia ed esigenza di essere più grande dei suoi 24 anni, destino di essere grande tra i grandi. 

L’entusiasmo per questa nuova avventura c’è tutto, anche se il pensiero di rinunciare a ciò che lo rende uno dei volti più interessanti della Superlega è tuttora presente.

“Osaka è nata per caso. È una destinazione a cui non avevo mai pensato finché all’inizio dell’anno, l’allenatore dei Blazers mi ha contattato su Instagram per sondare la volontà o la mia curiosità di giocare in un campionato così lontano da casa. Se vogliamo, lontananza a parte, è un campionato davvero diverso dal nostro, ma stimolante”.

Non voglio parlare della trattativa in sé. Volevo capire come è iniziato il suo processo di lento sradicamento da una città che lei ama tanto.

“C’è stato subito il confronto con la mia famiglia e con il procuratore anche solo per capire assieme cosa pensassimo di un passo del genere. Non ho ragionato pensando a ciò che mi veniva offerto, non è stato quello l’aspetto che mi incuriosiva di più. Ho pensato se fosse un’opportunità a quest’età e se davvero il Giappone potesse rappresentare un investimento sulla mia carriera”.

Che risposta si è dato?

“Sono rimasto colpito dall’attenzione e dal pensiero fatto da parte della società. Inizialmente ho pensato anche a Modena, perché non volevo lasciarla. Al di là della società in cui sono cresciuto, in cui ho vissuto per moltissimi anni, il pensiero è andato a ciò che mi ha dato tanto e che avrei dovuto lasciare. Ho un’offerta biennale a Osaka, segno che il progetto è lungo e che la volontà di fare bene c’è tutta”.

So che troverà un giocatore che già conosce.

“Sì, Matt Anderson. Saremo compagni di squadra e potremo fare assieme una bella stagione”.

Anderson e Rinaldi. Possiamo fare delle similitudini?

“Mi dica”.

La pallavolo giapponese vive di simbolismo, un po’ come tutta la cultura. Penso ai vostri due volti. C’è tanto marketing. Siete molto belli, siete due volti innocenti, siete un po’ uno stereotipo occidentale. Il volley un po’ pop vende biglietti?

“Sicuramente faremo clamore. Se parliamo di canoni estetici, rappresentiamo forse qualcosa di pulizia e trasparenza, non so quanto questo conti. Sono un popolo molto devoto alla pallavolo, molto attento, che esprime con moderazione ed educazione la propria gratitudine e il proprio affetto e simpatia nei confronti degli atleti”.

L’emozione c’è?

“C’è curiosità. Partirò ad agosto e sarò solo in questa prima fase. Se mi vuole chiedere quanta paura ho della solitudine, del fatto che sarò dall’altra parte del mondo per la prima volta per così tanto tempo, le dico che dovrò imparare a gestire tutto, ma sono fiducioso. Papà e mamma sono stati determinanti e mi hanno lasciato libero, senza il rimpianto di non avermi più a Modena a due passi da casa”.

Rinaldi, mi fa specie vederla diventare così grande.

“Sono cresciuto anche io. Questa è una grande occasione arrivata nel momento giusto”.

Intervista di Roberto Zucca
(©Riproduzione riservata)