Piacenza lancia un mini-abbonamento per i Play Off Challenge

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Ai Play Off 5° Posto, che assegnano alla vincitrice un posto in Challenge Cup 2025, partecipano sei squadre: Gas Sales Bluenergy Volley Piacenza, Cucine Lube Civitanova, Rana Verona e Valsa Group Modena uscite perdenti dai Quarti di Finale dei Play Off Scudetto, oltre a Cisterna Volley e Pallavolo Padova rispettivamente nona e decima in classifica al termine della Regular Season.

Le sei squadre disputeranno un girone all’italiana di sola andata che comprende cinque partite per ciascuna squadra. Gas Sales Bluenergy Volley Piacenza giocherà tre gare al PalabancaSport e due in trasferta. Le 4 migliori squadre disputano Semifinali e Finale in gara unica in casa della squadra meglio classificata al termine del torneo. Tutte le gare saranno trasmesse su VBTV.

Da sabato 30 marzo prende il via la vendita di un miniabbonamento per le prossime tre gare casalinghe del girone della formazione biancorossa: domenica 7 aprile (ore 16.00) con Rana Veronamercoledì 10 aprile (ore 20.00) con Valsa Group Modena e mercoledì 17 aprile (ore 20.30) con Cucine Lube Civitanova. Nel miniabbonamento sono inoltre incluse, se la squadra le giocherà e se verranno giocate al PalabancaSport, l’eventuale semifinale (lunedì 22 aprile) e finale (sabato 27 aprile).

Le partite casalinghe dei Play Off 5° Posto sono incluse nell’abbonamento All Inclusive e grazie all’iniziativa “Al PalabancaSport con un amico” ogni abbonato potrà acquistare per un amico, solo presso la biglietteria del PalabancaSport il giorno della partita, un biglietto al costo di € 8 e l’amico che potrà sedersi nello stesso settore dell’abbonato fino ad esaurimento posti.

Prezzi del miniabbonamento

  • Tribuna Farnese € 55 (intero); € 45 (ridotto);
  • Tribuna Gotico, Tribuna Po, Tribuna Primogenita € 40 (intero); € 30 (ridotto)
  • Curva Bovolenta, Curva Sant’Antonino € 30 (intero); € 25 (ridotto).

(fonte: Comunicato stampa)

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Nazionale, Velasco chiude la porta a quattro azzurre: “È una porta quasi chiusa” (VIDEO)

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Ci sono anche nomi importanti che mancano tra quelli delle atlete convocate da Julio Velasco per la prossima edizione della VNL, convocazioni che sono state ufficializzate martedì mattina a Milano nel corso della presentazione dell'attività delle Nazionali italiane, sia maschile che femminile. Tra le "assenze", per esempio, il Commissario Tecnico medaglia d'oro a Parigi ha sottolineato quelle di Pietrini, Chirichella, Bonifacio e Lubian, che avrebbero declinato la chiamata in maglia azzurra.

Abbiamo ufficializzato la lista delle trenta ragazze per la VNL. Sono trenta nomi ben studiati, la linea è quella dello scorso anno, non ho convocato in nazionale A le atlete che non hanno giocato titolari, perché il valore per vestire la maglia azzurra lo devi dimostrare sul campo. Dobbiamo solo aumentare il numero di giocatrici italiane che giocano titolari nel massimo campionato. Nelle nazionali B, invece, sono state convocate coloro che non giocano titolari, ma che hanno ottime possibilità in futuro di diventare titolarissime e fortissime. Come nazionale dobbiamo avviare un nuovo ciclo. Abbiamo chiuso con l’Oro di Parigi, ora però dobbiamo confermarci in VNL e ai Mondiali, magari con qualche rotazione in più rispetto alle giocatrici che hanno tirato la carretta per molto tempo. Alcune atlete non hanno voluto sposare nuovamente la causa azzurra, ne prendo atto, ma allo stesso tempo qualora volessero cambiare idea per un grande evento come le Olimpiadi: allora sarò io a dire di no, perché con me non funziona così...", sono alcune delle parole dette dallo stesso Velasco.

Una posizione chiara, pienamente condivisibile, ma che deve tenere necessariamente conto di storie e ragioni che possono essere diverse tra di loro: Marina Lubian ed Elena Pietrini, per esempio, sono reduci da una stagione influenzata e condizionata anche da condizioni fisiche non sempre perfette (la prima) e da un recupero e una lunga riabilitazione successivi all'operazione alla spalla che si era resa necessaria prima delle Olimpiadi (per la seconda). Differente può essere il tema per Cristina Chirichella, che della Nazionale è stata anche il Capitano, e che al termine dell'ultima Final Four di Champions League disputata con Conegliano aveva anticipato la sua decisione di considerare "chiuso" il suo ciclo con la Nazionale.

Quello dei "rifiuti", però, è un tema che necessariamente si apre pure a diverse letture: se da una parte, Velasco ha assolutamente ragione anche nel suo "richiamo" a una coerenza da parte dei giocatori che non possono, poi, tornare improvvisamente disponibili e, appunto, "cambiare idea per un grande evento come le Olimpiadi", dall'altra parte non è possibile non tirare in "ballo" anche l'annoso tema e problema dei calendari nazionali e internazionali, di cui da tanto, tantissimo, troppo tempo si parla senza risolvere.

È indubbio che l'attività di una stagione non conceda tregua, riposo e possibilità di "staccare" ai giocatori, chiamati in causa, anche a livello di Club, in tante manifestazioni - forse troppe? - sia nazionali che internazionali e in un periodo di attività agonistica che, a volte, sembra senza soluzione di continuità.

Poi, che quelli della Nazionale non siano e non possano essere intesi come eventi a invito così come non può esserlo la responsabilità di rappresentare il proprio Paese, questo è chiaro, ma è necessario anche interrogarsi sulla natura e le ragioni di situazioni, che in alcuni casi sembrano pure reiterarsi e "bruciarsi", proprio per pensare al bene, al futuro e alla prospettiva della pallavolo italiana e della sua Nazionale.

Velasco è stato molto duro, netto, e chiaro, senza fare distinzioni. Il suo è stato anche un messaggio indirizzato a tutte le altre azzurre. "Che nessuno pensi che ogni anno decide se venire o no in nazionale come succede in altri sport. Se è una porta chiusa? È una porta quasi chiusa - ha ribadito ai giornalisti presenti a margine della conferenza stampa -. Io non dico 'mai'. Ma se parliamo di Diego Armando Maradona, le eccezioni sono cinque. Se parliamo di me, le eccezioni sono zero. Ci possono essere dei no diversi, però sono sempre dei no. Un conto è dire 'ho problemi (fisici), ma appena risolvo sono lì', un altro è 'mi prendo un'estate". Insomma, il ct non l'ha presa affatto bene e lo ha voluto rendere noto senza troppi giri di parole.

Fatta eccezione per la decisione presa da tempo da Chirichella, che comunque Velasco aveva chiamato, e questa è di per sé una notizia che da valore alla stagione giocata dalla centrale campana, Pietrini, Lubian e Bonifacio hanno rispettivamente 25 anni le prime due e 28 (29 il prossimo luglio) la terza. Età alle quali non si dovrebbe dire di no alla maglia azzurra, per di più nell'anno del Mondiale. Tutte e tre, come detto, ed è ampiamente dimostrabile, sono reduci però da una stagione passata tra interventi, riabilitazioni o noie fisiche. Avranno avuto ragioni valide per dire di no alla convocazione, forse lo hanno fatto sbagliando la forma.

Se Velasco ha detto che per loro "la porta è quasi chiusa", quel quasi sta a significare che quella di oggi è stata, e doveva essere, la giornata della 'strigliata', ma, ne siamo certi, arriverà anche quella del chiarimento e del confronto, questa volta privato. In seguito saranno fatte le opportune valutazioni su cosa fare con questa porta, se chiuderla definitivamente o riaprirla, anche solo per qualcuna delle giocatrici in questione.

Tirando le somme, sarebbe sbagliato ora crocifiggerle senza appello, ma è stato altrettanto giusto da parte del ct fissare dei paletti, prendere una posizione, 'a futura memoria' anche delle altre giocatrici della nazionale. La maglia azzurra è cosa seria, la massima aspirazione per tutti gli sportivi e le sportive italiani. È giusto che vada anche rispettata, tanto nella forma quanto nella sostanza.

Di Giuliano Bindoni