Perugia sul tetto del mondo! Trento domata in quattro set in finale

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Di Redazione

La Sir Safety Susa Perugia scrive la storia a Betim: per la prima volta la formazione umbra vince il Mondiale per Club, trionfando per 3-1 sulla Trentino Itas nella terza finale tutta italiana di sempre. Come è ormai tradizione, le due grandi rivali mettono in scena la solita bellissima partita (in una cornice purtroppo del tutto inadeguata, con numerosi vuoti sugli spalti): per tre set è lotta senza esclusione di colpi, ma a portarla a casa è la Sir, grazie soprattutto a una clamorosa rimonta nel terzo parziale (dal 14-18 al 19-18), poi portato a casa ai vantaggi.

Ancora una volta è la panchina lunga a dare ossigeno e alternative ad Anastasi, con gli ingressi determinanti di Plotnytskyi ed Herrera: il punto decisivo lo mette a segno Flavio, l’unico brasiliano in campo, mentre Wilfredo Leon si erge a trascinatore con i suoi 17 punti e il 66% in attacco. Ma è tutta Perugia a portarsi a casa un trofeo meritatissimo, il secondo in una stagione che finora non l’ha vista perdere nemmeno una partita. A Trento resta il rimpianto di non aver mantenuto il livello impressionante di un primo set perfetto: bravi gli avversari a limitare Daniele Lavia, anello mancante in una serata ancora una volta super per Michieletto e Kaziyski.

A Simone Giannelli, ancora una volta grandissimo protagonista, va l’ennesimo premio di MVP; con lui nel sestetto ideale Matey Kaziyski come miglior opposto, Flavio e Marko Podrascanin come migliori centrali, Alessandro Michieletto e Wilfredo Leon come migliori schiacciatori e l’unico “intruso”, il libero Lukinha del Sada Cruzeiro, che nel pomeriggio aveva conquistato il terzo posto battendo l’Itambé Minas.

Foto Sir Safety Perugia

La cronaca:
Entrambe le squadre sono in formazione tipo. Per Trento Sbertoli in regia, Kaziyski opposto, Michieletto e Lavia in posto 4, Lisinac e Podrascanin al centro e Laurenzano libero; la Sir Safety Susa risponde con Giannelli al palleggio, Rychlicki opposto, Leon e Semeniuk schiacciatori, Russo e Flavio centrali, Colaci libero.

L’avvio dell’Itas è molto convincente: un muro di Lavia su Semeniuk e un ace di Michieletto garantiscono il primo strappo (2-5), poi il margine aumenta grazie ad un errore dello stesso polacco a rete e ad un ace di Kaziyski (4-9), situazione che consiglia Anastasi di interrompere il gioco. Alla ripresa però è ancora Trento a dettare legge in fase di break con Lavia (ace) e Podrascanin (muro) per l’8-13 e poi per il 9-16, perché Semieniuk continua a faticare. La panchina umbra corre ai ripari: dentro Plotnytskyi, che ottiene subito un paio di punti portando sul 16-20 il punteggio. Podrascanin sventa la minaccia a suon di primi tempi, poi ci pensano ancora Kaziyski e Michieletto a difendere il vantaggio e a chiudere i discorsi nel primo set già sul 20-25.

Nel secondo set Plotnytskyi resta in campo al posto di Semeniuk ed è proprio l’ucraino a firmare la riscossa della Sir, che da 3-3 passa a 6-3. Lorenzetti interrompe il gioco. Trento vacilla ma non demorde e riparte con Michieletto e Kaziyski (11-8), costringendo ad un time out gli avversari; alla ripresa Rychlicki riallarga la forbice (16-12 e 21-26), ma non è ancora lo spunto decisivo perché con grande caparbietà i trentini risalgono sino al 24-23, annullando due palle set. La terza è quella decisiva: 25-23 con errore al servizio di Kaziyski, dopo che l’opposto aveva realizzato un ace.

Nel terzo set la Trentino Itas parte a fionda (3-6 e 6-10) approfittando dei tanti errori degli avversari, situazione che convince Anastasi ad avvicendare Rychlicki con Herrera. Perugia risale la china sino al 12-13, poi Michieletto, Kaziyski e Podrascanin offrono una nuova accelerata al punteggio (14-18). La Sir Safety Susa con Plotnytskyi al servizio ribalta il risultato, realizzando un parziale di 5-0 (19-18). Si va allo sprint dove – dopo uno strepitoso salvataggio di Herrera – i gialloblù annullano due palle set prima di subire il muro vincente di Flavio su Podrascanin, che porta sul 2-1 la formazione perugina (27-25).

Sull’onda dell’entusiasmo per la vittoria al fotofinish, la Sir Safety Susa parte a razzo nel quarto set (6-3 e 10-6), sospinta alla fuga prima da Herrera e poi da Leon, che mette a terra tutto quello che passa dalle sue parti. I gialloblù diventano molto fallosi in battuta e Perugia non regala nulla; sul 17-07 l’orgoglio di Michieletto e Kaziyski si fa sentire (17-13 e 19-17). Ci pensa Leon, con una serie al servizio condita anche da un paio di ace diretti, a mettere la parola fine alle speranze di Trento (23-17). La parola fine arriva sul 25-19 con un attacco vincente di Flavio.

Sir Safety Susa Perugia-Trentino Itas 3-1 (20-25, 25-23, 27-25, 25-19)
Sir Safety Susa Perugia: Giannelli 4, Herrera 9, Rychlicki 6, Leon 17, Piccinelli (L), Solé ne, Russo 9, Colaci (L), Flavio 6, Semeniuk 1, Plotnytskyi 15, Ropret ne, Cardenas, Mengozzi ne. All. Anastasi.
Trentino Itas: Kaziyski 16, Nelli, D’Heer ne, Dzavoronok 3, Michieletto 19, Sbertoli 1, Cavuto ne, Pace (L) ne, Berger ne, Depalma ne, Laurenzano (L), Lavia 8, Podrascanin 9, Lisinac 2. All. Lorenzetti.
Arbitri: Cespedes Lassi (Rep.Dominicana) e Macias (Messico).
Note: Perugia: battute vincenti 10, muri 14, errori 34. Trento: battute vincenti 8, muri 11, errori 30.

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Riccardo Copelli: “Lo dico? Lo dico: io la Superlega me la sono meritata”

Sale in Zucca

Ci sono interviste, racconti, chiacchierate in cui cerchi di dosare tanto la testa. Ci sono altresì storie e interviste che scrivi totalmente con il cuore. Riccardo Copelli è la conquista più grande che ho fatto nelle ultime stagioni, perché all’affetto che sprigiona dentro e fuori dal campo, Copelli è la dimostrazione rara che la gratitudine fa parte anche di questo ambiente. È così che ogni traguardo conquistato, ogni pietra scolpita, ogni tassello fissato sul muro della pallavolo, sia stato seguito da un segno, da una riconoscenza, da un gesto.

Ci sono persone come Riccardo che arrivano quando smetti di credere che lo sport sia soprattutto fare un percorso anche professionale, come è stato per molti colleghi nel segno di ragazzi che hai visto crescere e che in te non hanno visto solo uno in grado di ottenere notizie, approfondimenti, confessioni, bensì qualcuno con cui condividere una strada che poi nel caso di Riccardo lo hanno portato a inserire ancora la Superlega nel proprio curriculum, dopo gli anni di Monza e Piacenza, in cui era ancora troppo acerbo per rappresentare qualcuno o qualcosa in quel campionato.

Ecco qui il Copelli dei ventinove anni, della decima stagione in serie A, delle storie di successo e della presenza in tante squadre in cui ha saputo ritagliarsi un ruolo e scrivere qualcosa di sé. Ecco Cuneo Volley, nuova frontiera della A1 contemporanea, che punta a ritrovare una storia leggendaria in cui la parola tempio si affiancava alla parola pallavolo.

“Eccomi qui. Chi non ha seguito i miei ultimi anni non può comprendere cosa abbia significato per me fare una strada che mi facesse ritrovare la possibilità di giocarmi la Superlega. Non si dovrebbe dire, ma voglio dirlo e mi prendo la responsabilità di dire che io la A1 me la sono meritata. Ho lavorato, ci ho creduto, ho fatto parte per anni del cliché dei centrali non abbastanza alti da potersi giocare una possibilità così. Nessuno mi ha regalato niente e questo arrivo a Cuneo, che considero un grande dono, non è un traguardo o il finale di una storia, bensì un nuovo inizio e un modo di esserci nel quale cercherò di divertirmi e di godermi appieno questa esperienza”.

È una Cuneo che guarda molto al cuore dei tifosi.

“Mi sento di dire che ci sarà un filo unico che va da Cavaccini, con cui ancora non ho avuto il piacere di giocare assieme, ma con cui ho tanta voglia di lavorare, proprio perché lui ha fatto dello spirito di sacrificio, del lavoro e del carattere i pilastri della sua carriera, a tutta la rosa che Matteo Battocchio ha messo assieme alla società per il prossimo anno”.

L’annuncio di Ivan Zaytsev è finora quello che ha colpito di più.

“Per Ivan ho tante belle parole da spendere. È semplicemente il campione che è. Per me sarà un piacere e un onore giocare con lui che ho avuto occasione di scoprire nelle ultime stagioni del beach. È una persona profonda e di grande valore umano. Ho capito in questi anni le ragioni dell’affetto che lo legano da anni alle migliaia di persone che lo seguono”.

So che invece lei è rimasto colpito dall’annuncio di Baranowicz.

“Beh, le mani di Bara sono le più belle mani uscite dal volley italiano negli ultimi quindici anni”.

Copelli è un compagno generoso, forse dotato di una magnanimità di un altro tempo. Le è mai capitato che qualcuno ricambiasse con la stessa enfasi ciò che lei spende per i giudizi degli altri?

“Intanto la volontà di Matteo Battocchio di portarmi a Cuneo sono il segno di una stima profonda che ci lega reciprocamente. Io so le qualità che ha da allenatore e sono certo che ci sono tutti i presupposti per lavorare bene con lui qui. Le dico che non dimenticherò mai Angelo Agnelli e Vito Insalata, con cui ho lavorato a Bergamo e per cui ho e avrò una riconoscenza infinita. Mi mancano molto e ogni anno ho sempre sperato che le squadre mi regalassero questo lato che ho scoperto con loro”.

Cuneo la contatta a playoff in corso e lei firma a scatola chiusa un progetto che poi si rivelerà una splendida Superlega da giocare. Continui lei.

“Mi hanno contattato e ho accettato a prescindere perché ho capito che avrei lavorato con professionalità e umanità. Quest’anno a Ravenna spesso mi è successo di non ritrovare ciò che mi sarei aspettato. Con la squadra non ho fatto fatica, anzi mi restano dei bellissimi rapporti umani. Ho fatto più fatica con altri e ne ho sofferto, cercando comunque di venirne fuori”.

Quest’anno ritroverà in campo una persona a cui è molto legato. Parlo di Alberto Polo.

“Sentirlo la sera prima della sua prima gara dopo anni giocata a Modena mi ha molto emozionato. La sua adrenalina è sembrata in tanti momenti appartenere anche a me, ho empatizzato molto con la sua situazione, percependo anche le preoccupazioni per un ritorno dopo gli anni di vuoto che si sono presentati davanti ad Alberto. Mi sento di dire che ciò a cui abbiamo assistito, ovvero la sua squalifica per tutti quegli anni, sia stata una grande ingiustizia. Riprendersi in mano un pezzo della vita, che è anche un po’ la mia è ora l’unica cosa che gli auguro, oltre a tutte le fortune che merita”.

Quest’estate tirerà il fiato? Per uno come lei è impossibile.

“Da lunedì a venerdì lavorerò a Bergamo con Matteo Bonfanti. Il sabato e la domenica faremo un po’ i brasiliani con il beach volley. Lei sa quanto per me l’estate significhi anche solo poter condividere la spiaggia e quell’ambiente con gli amici di sempre”.

Qualche partita con chi la vorrebbe giocare?

“Dico quattro nomi: Tallone, Sette, Pistolesi e naturalmente un revival con Paolino Porro (ride n.d.r.)”.

Speravo mi annunciasse una tappa con Zaytsev.

“L’unica volta che l’ho sfidato l’ho battuto e glielo ricordo scherzosamente spesso. Fu una bellissima partita giocata con Matteo Ingrosso. In generale, per me sarà un periodo bello per stare con gli amici”.

Non ha mai mollato. A chi deve dire grazie?

“Al destino. Alle persone che hanno sempre creduto in me. Non mi fermo qui. Lavorerò sempre con l’ambizione di poter costruire qualcosa senza perdere di vista i valori che fanno parte di me”.

Intervista di Roberto Zucca
(©Riproduzione riservata)