Il pensiero di Roberto Piazza: la Polonia di Heynen, il Mondiale azzurro e l’esigenza del giovanile

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Di Paolo Frascarolo

Sono passati quasi 7 giorni dalla chiusura del Mondiale conquistato dalla Polonia di Vital Heynen. Una rassegna internazionale di grande livello che ha regalato momenti di eccellente pallavolo. L’Italia di Gianlorenzo Blengini, a fronte del notevole entusiasmo mostrato dal pubblico nei palazzetti e in televisione, non ha però raccolto quanto sperato. Una vittoria a metà per il volley nostrano.

Abbiamo voluto conoscere le impressioni di Roberto Piazza, campione di Polonia con il suo Skra Belchatow, in merito al Mondiale italiano, ma non solo.

Come procede questo nuovo inizio di stagione?
“Per adesso il gruppo non è completo, in quanto ci mancano ancora quattro giocatori. Rispetto all’anno scorso siamo purtroppo messi peggio. Nella passata stagione a settembre avevo 14 atleti tra cui alcuni buoni giovani che, avendo concluso quest’anno il percorso scolastico, abbiamo deciso di mandare in prestito in altre società. Quelli che ho a disposizione ora sono classe 2001 leggermente indietro tecnicamente”.

Problemi di infermeria piena?
“Anche, ma attualmente siamo comunque un po’ lontani dal livello tecnico dell’anno scorso. Aspettiamo i campioni del mondo e poi andiamo avanti insieme come sempre”.

Parliamo di Mondiali. Si aspettava il bis della Polonia?
“Non ho fatto un ranking delle squadre che potevano vincere, avevo detto che sei o sette squadre sarebbero state più o meno sullo stesso livello. Sono stati fondamentali gli scontri diretti ma non dimentichiamo che tra le squadre arrivate alla Final Six mancavano Francia ed Iran. Chi poteva dirlo?”

L’ha dunque stupita l’eliminazione della Francia?
“Decisamente. Però è l’ennesima prova che il talento non basta. La squadra francese è formata da individui molto talentuosi ma si è portata sempre dietro qualche problemino. Forse era la nazionale che avrebbe potuto vincere più di tutte le altre, creando un ciclo, ma non è stata capace di farlo”.

Un grande protagonista del trionfo polacco è stato sicuramente Vital Heynen.
“Un grande allenatore, ma soprattutto un ammirevole uomo di sport. Non è uno al quale piace prendersi dei meriti, è preparato, molto pragmatico, abile nel cercare di metterci del suo. La caratteristica più importante sta nel mettere al centro la squadra, non gli individui. Credo sia indiscutibile il fatto che tutte le sue squadre, siano esse club o nazionali, hanno sempre giocato bene”.

Un personaggio atipico?
“Non per forza. Ogni allenatore ha il proprio modo di vivere la partita. Avendo collaborato con Vital per un breve periodo ho potuto apprezzare la sua capacità di portare i propri giocatori al massimo della resa”.

Si può dire che questo Brasile sia stato il meno appariscente degli ultimi 20 anni?
“Hanno sicuramente sofferto le assenze pesanti di Lucarelli e Borges. Comunque si sono guadagnati la finale anche in questo mondiale, così come accade da 16 anni a questa parte nelle manifestazioni più importanti”.

Guardando in casa nostra, sembra di tornare alla teoria degli alibi. Crede nel biscotto?
“Purtroppo ho letto del biscotto tra Polonia e Serbia, e mi stupisco che ci sia qualcuno che continui a ribadirlo. Basterebbe rendersi conto di come la squadra polacca ha poi vinto la finale. Nel match contro la Serbia i primi due parziali sono finiti ai vantaggi e la squadra di Grbic ha avuto a disposizione 4 set point. In campo si sono rispecchiati i valori reali delle squadre arrivate in semifinale e
finale”.

L’Italia, nonostante l’alto numero di tesserati e il seguito del suo movimento, continua a faticare.
“Come ho già affermato in passato c’è bisogno di tornare ad investire maggiormente nei settori giovanili. Pensiamo a come è nata la Generazione dei Fenomeni e da dove siamo partiti. Avremo delle risposte”. 

Sono usciti i giorni del Mondiale per Club. Percorso ostico per la sua squadra.
“Sicuramente il più complicato. Non che l’altro sarebbe stato più facile. È una manifestazione difficile ma la mia squadra avrà comunque la possibilità di affrontare i migliori club del mondo. A questo punto ci si mette al lavoro e si prova a giocare a viso aperto sapendo che questa manifestazione ci aiuterà sicuramente a crescere”.

A Perugia la stagione entra subito nel vivo. Chi vede favorito per la Supercoppa?
“Civitanova e Perugia hanno ancora qualcosa in più. Modena ha tuttavia delle motivazioni straordinarie e la stessa Trento può rappresentare una sorpresa. Di sicuro le due semifinali saranno straordinariamente belle”.

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