Pallavolo Grottazzolina: 50 anni di storia

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Di Redazione

Correva l’anno 1970 quando un gruppo di giovani, del tutto incoscienti di ciò che quel gesto avrebbe significato poi negli anni a venire, decidono di “importare” in un minuscolo paesino dell’entroterra marchigiano uno sport nuovo, del tutto inedito, pressoché sconosciuto: la pallavolo. Edmondo Bonfigli, Doriano Romantini, Massimo Renzi, Luigino Ferrini, Anselmo ed Emanuele Bacalini… “pionieri”, così la storia definisce chi prima di altri si azzarda ad esplorare un “terreno” sino a quel momento poco noto. Sei ragazzi, un filo teso e tanto coraggio. Nasce così la storia della Vis Pallavolo Grottazzolina, da quei giovani che, pantaloni cortissimi e maglie a maniche lunghissime, per primi esplorarono il volley in improvvisati campi da gioco all’aperto. Campi, nel senso autentico della parola, visto che spesso proprio di terreni si parlava.

Terra che diventò cemento, cemento che poi la modernità trasformò in confortevolissimo taraflex non prima, però, che la pallavolo iniziò gradualmente a diventare uno sport indoor. Campeggia fiera la foto di quei sei ragazzi all’ingresso del Palas di Grottazzolina, perché quale che sia il punto di arrivo di un percorso, nessuno ne dimentichi mai la partenza.
Sono passati 50 anni, e quella Vis ha cambiato tante forme: più volte si è trasformata, ha fatto enormi balzi in avanti ma ha dovuto affrontare anche terribili cadute. Ogni volta è rinata da se stessa, “araba fenix” che dal fuoco indomito di una passione immortale riesce sempre a trovare nuova linfa e nuova vita.

Cinquant’anni, traguardo enorme quando si parla di sport. Cinquant’anni, tredici dei quali trascorsi in Serie A, esempio unico nel panorama pallavolistico maschile nazionale (e forse anche internazionale) se consideriamo la natura geografico-anagrafica di un paese che vanta poco più di 3.000 abitanti. Un unicum che anche Gazzetta dello Sport ha “certificato”, il 15 maggio scorso.

GLI ULTIMI MESI – Sono tante le iniziative che bollono in pentola in seno alla società per celebrare, nei prossimi mesi, un traguardo così ambito e prestigioso. Una organizzazione che era già partita negli ultimi mesi del 2019, e che poi ha inevitabilmente dovuto subire uno “stop epocale” dovuto alla pandemia.

Si era partiti, in realtà, ancor più da lontano nel pianificare e rendere gloria ad un simile “scettro sportivo”: già, perché la costruzione della prima squadra nell’estate scorsa aveva assunto i contorni della perfezione, così come perfetto era stato il cammino dei nostri ragazzi sino allo stop forzato legato al Covid-19. Diciassette partite vinte su diciassette disputate, solo cinque set persi e nessun punto lasciato per strada in una cavalcata straordinaria che rappresenta un unicum nell’intero panorama pallavolistico di Serie A, tanto nel maschile quanto nel femminile. Nel mezzo, non basti, anche il passaggio di turno di Coppa Italia al cospetto di Calci, formazione in piena bagarre playoff in categoria superiore; l’unica resa stagionale arriva nell’ultimo step prima di raggiungere una storica Final Four di Coppa, e arriva a Brescia, al termine di una gara giocata alla pari e chiusa quasi sempre ai vantaggi.

Le premesse, per farla breve, vedevano la M&G Videx lanciatissima verso la vittoria finale ed il salto di categoria, che sarebbe stato un primo modo perfetto di celebrare il cinquantennale.
Visto che le avversarie non riuscivano, però, ci ha pensato una pandemia mondiale a fermare il cammino straordinario della formazione grottese. Beffati dall’imprevedibile e dall’incontrollabile, dunque, ma anche da un regolamento che dà precedenza a chi paga (e compra i diritti) rispetto a chi vince. E’ stato sempre così, mi direte. E’ un’aggravante, non un giustificativo, rispondo io. Ma lasciamo stare, non è di questo che si parla oggi.

LE INIZIATIVE – Prima parlavamo di “araba fenix”, per definire la resilienza di una passione che a Grottazzolina sembra resistere davvero ad ogni insidia. Ripartiremo anche stavolta, la fenice tornerà a volare più indomita ed “incazzata” che mai (passateci il francesismo). Certamente lacerata dalle beffe subìte e dal disastro economico diretto ed indiretto che il coronavirus ha indotto ovunque, in primis nello sport.

Ripartiremo dando lustro a ciò che siamo e siamo stati. Siamo (oggi) una Scuola di Pallavolo, dunque ripartiremo dai giovani, dal territorio e dal talento. E saremo ancora orgogliosamente ai nastri di partenza in Serie A, non con il solo obiettivo di sopravvivere ma anzi, come sempre, con l’intento di essere competitivi.

Ripartiremo però anche da ciò che siamo stati, ed in questo saranno diverse le iniziative volte a celebrare una storia che è ormai scritta e che nessuno potrà mai cancellare. Dovremo fare i conti con un mondo nuovo, trasformato dalla pandemia; non potremo decidere con certezza i tempi, il Covid-19 ci ha mostrato a chiare lettere che non ne siamo padroni assoluti. Ma festeggeremo, onoreremo la storia e continueremo a scriverla, che forse è ancora più importante dell’averla scritta in passato.

Una prima iniziativa è già partita da qualche settimana, ed è Videx Heroes, rubrica settimanale che ci sta consentendo, di giovedì in giovedì, di riabbracciare i campioni che hanno messo una firma importante nello scrivere questa storia. Altre ne seguiranno successivamente, tutte altrettanto straordinarie, ma non vogliamo svelare tutto oggi; ci prendiamo, anzi, “il diritto di sorprendervi” (cit.).

IL MARCHIO – Campeggia già da giorni nelle grafiche delle locandine settimanali di Videx Heroes, ma oggi lo vogliamo presentare ufficialmente: dalle idee del Settore Comunicazione M&G, e dalla mano sapiente del grafico Lucia Sandroni (grottese purosangue) è nato infatti un vero e proprio marchio celebrativo dei cinquant’anni di pallavolo a Grottazzolina.
Un logo che non si lega a nessuna delle società di volta in volta succedutesi nel tempo, ma che anzi pone l’accento sull’elemento forse più rappresentativo del paese: il Municipio.

Cinquant’anni compiuti in uno dei momenti più difficili della storia recente. Vogliamo pensare che anche per questo le “nozze d’oro” tra Grottazzolina e la Pallavolo possano assumere un contorno ancor più speciale e significativo: un traguardo, ma anche una nuova rinascita (l’ennesima), fieri del passato ma con lo sguardo sempre rivolto al futuro.

(Fonte: comunicato stampa)

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Giubileo dello Sport 2025, Papa Leone XIV: “L’incitamento ‘dai’ è un imperativo bellissimo”

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Lo scorso weekend, sabato 14 e domenica 15 giugno 2025, si è celebrato a Roma il Giubileo degli Sportivi, chiuso dalle potenti parole pronunciate da Papa Prevost nella messa celebrata in Vaticano a cui erano presenti, tra i tanti, il Presidente del CIO Thomas Bach, seduto vicino al Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, e a tanti campioni come l’ex ferrarista Felipe Massa, l’olimpionico del judo Pino Maddaloni, l’ex calciatore e oggi Sindaco di Verona, Damiano Tommasi, la campionessa paralimpica Giulia Ghiretti, il campione dell’NBA Gordon Hayward, oltre a Francesco Ricci Bitti, membro d’onore del CIO.

"Non è un caso che nella vita di molti santi del nostro tempo, lo sport abbia avuto un ruolo significativo, sia come pratica personale sia come via di evangelizzazione" sono state le parole con cui Papa Leone XIV ha aperto la messa dedicata agli sportivi, citando poi l'esempio del Beato Pier Giorgio Frassati, ''patrono degli sportivi, che sarà proclamato santo il  prossimo 7 settembre. La sua vita, semplice e luminosa, ci ricorda  che, come nessuno nasce campione, così nessuno nasce santo. È l'allenamento quotidiano dell'amore che ci avvicina alla vittoria definitiva e che ci rende capaci di lavorare all'edificazione di un mondo nuovo. Lo affermava anche San Paolo VI, vent'anni dopo la fine  della seconda guerra mondiale, ricordando ai membri di un'associazione sportiva cattolica quanto lo sport avesse contribuito a riportare pace e speranza in una società sconvolta dalle conseguenze della guerra''.

"I campioni non sono macchine infallibili, ma uomini e donne che, anche quando cadono, trovano il coraggio di rialzarsi".

"Cari sportivi - ha proseguito il Pontefice -, la Chiesa vi affida una missione bellissima: essere, nelle vostre attività, riflesso dell'amore di Dio Trinità per il bene vostro e dei vostri fratelli. Lasciatevi coinvolgere da questa missione, con entusiasmo: come atleti, come formatori, come società, come gruppi, come famiglie".

"Il binomio Trinità e sport non è esattamente di uso comune, eppure l'accostamento non è fuori luogo. Ogni buona attività umana infatti porta in sé il riflesso della bellezza di Dio e certamente lo sport è tra queste. Del resto Dio non è statico, non è chiuso in sé, è comunione, viva relazione tra Padre, Figlio e Spirito Santo, che si apre al mondo".

"Ecco perché lo sport può aiutarci a incontrare Dio Trinità, richiede movimento dell'io verso l'altro, certamente esteriore, ma soprattutto interiore. Senza questo si riduce a sterile competizione di egoismi”.

“Pensiamo ad un'espressione che in lingua italiana si usa comunemente per incitare gli atleti durante le gare, gli spettatori gridano 'dai', forse non ci facciamo caso, ma è un imperativo bellissimo, quello del verbo dare. E questo può farci riflettere, non è solo un dare una prestazione fisica, ma un dare sé stessi. Si tratta di darsi per gli altri per la propria crescita, per i sostenitori, per i propri cari, per i collaboratori, per il pubblico, anche per gli avversari. Se si è veramente sportivi questo va al di là del risultato”.

Infine, citando Papa Francesco, l’augurio per tutte le atlete, gli atleti, dirigenti e volontari delle tante associazioni sportive coinvolte: “Amava sottolineare che Maria del Vangelo ci appare attiva il movimento, perfino di corsa, pronta, come sono i padri e le mamme, a soccorrere i suoi figli. Chiediamo a lei di accompagnare le nostre fatiche e i nostri slanci – ha concluso Papa Prevost -, e di orientarvi sempre al meglio, fino alla vittoria più grande: quella dell'eternità, il campo infinito, dove il gioco non avrà più fine, e la gioia sarà piena”.

Tanti gli esponenti del mondo dello sport che hanno partecipato alla messa c'era anche il Luk Lublin, squadra di pallavolo fresca di titolo maschile in Polonia, che con il suo capitano Jakub Wachnik ha omaggiato il Papa con la sua maglia.