Osmany Juantorena: "Noi siamo pronti. Questo scudetto ci ha caricato al massimo"

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Di Redazione

«Poche feste. Giusto qualche ora, adesso la nostra testa è già sulla finale di Champions che ci siamo guadagnati. Sono in tanti quelli che vorrebbero essere al nostro posto a Berlino. Faremo di tutto per portare a casa anche questa Coppa. E pensate come sarebbe stato giocare questa partita con il Kazan ripartendo dopo una sconfitta. Invece siamo carichi a palla».

A parlare è il fenomeno azzurro Osmany Juantorena alla Gazzetta dello Sport che, dopo la bellissima vittoria del tricolore, ha già un nuovo obiettivo: alzare la coppa europea più importante.

Più difficile ricaricare la testa o il fisico dopo una finale intensa e snervante come quella di Perugia finita solo alla quinta partita?

«Il fisico. Non c’è dubbio. La testa è sempre pronta per giocare partite come questa. Chi non vorrebbe essere qui? La voglia e la grinta ci sono e sono al massimo. Noi siamo pronti. Anche e soprattutto dopo una finale come questa. Questo scudetto ci ha caricato al massimo. Se avessimo perso… Invece così… Adesso si tratta solo di rigenerare il fisico per questa super finale perché avremo bisogno di tutte le forze per affrontare lo Zenit».

Kazan l’anno scorso e Kazan quest’anno: l’avversario di finale non cambia, ma cambiano i giocatori?

«Resta una squadra fortissima. Anche più forte forse: hanno perso un campione come Leon, ma hanno ingaggiato un giocatore tecnico come Ngapeth che gli dà molto più equilibrio rispetto a un anno fa. Quindi fanno ancora più paura. Si è vero hanno perso lo scudetto con il Kemerovo, ma nello sport questo ci sta che le cose cambino. Anche a noi dicevano che perdevamo sempre le finali e poi qualcosa è cambiato…».

L’ultima Champions vinta dall’Italia le ricorda qualcosa?

«Era il 2011 a Bolzano, vincemmo con Trento. Grande successo. Faremo di tutto per riprovarci questa volta con Civitanova. Dopo quel giorno ho solo sfiorato questa Coppa, ma non l’ho più raggiunta e sarebbe anche ora di completare questo inseguimento. So già che quando un giorno smetterò tutto questo mi mancherà tantissimo. Ma ho 34 anni e devo giocarmi bene tutte le mie cartucce. Questa è la mia vita, questa è la mia passione».

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