Nwanebu e gli americani in Italia: "Rimango sana di mente grazie a FaceTime!"

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Di Redazione

In queste ore sono molti i giocatori statunitensi che stanno lasciando l’Italia a causa dell’emergenza coronavirus, per tornare negli USA prima che i collegamenti aerei vengano definitivamente chiusi. I primi a ufficializzare la partenza sono stati Matt Anderson e Micah Christenson a Modena, poi è toccato a Kathryn Plummer a Monza; altri connazionali, per il momento, sono invece rimasti nel nostro paese.

Nei giorni scorsi VolleyballMag ha raccolto le testimonianze di diversi giocatori impegnati nel nostro campionato, come Ebony Nwanebu, opposta dell’Itas Città Fiera Martignacco in Serie A2: “Fortunatamente ho il mio cane qui in Italia – aveva raccontato l’ex giocatrice della Texas University – così non sono completamente da sola, anche se purtroppo non può parlare! A tenermi sana di mente ci pensa FaceTime (nota app per videochiamate, n.d.r.), visto che sono chiusa nel mio appartamento per 24 ore al giorno“.

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Fino a lunedì nulla era cambiato per noi – spiega Amber Rolfzen, giocatrice di Chieri – e la situazione nella nostra città resta comunque calma. Più di quando si è diffusa la notizia dei primi casi e si sono svuotati gli scaffali della pasta e del cibo in scatola! Non siamo ancora arrivati a questo. Qualche scorta ce l’ho, ma non per due settimane…“.

Jennings Franciskovic, palleggiatore di Verona, ha raccontato alla testata americana (prima che la Calzedonia fermasse gli allenamenti): “L’Italia adesso è tutta una zona rossa, il che significa che dobbiamo limitare i contatti sociali. Abbiamo diviso in due il nostro spogliatoio, spostando otto giocatori in un’altra stanza. Il fisioterapista può accogliere al massimo due persone alla volta. Tutti i membri dello staff indossano guanti, i palloni vengono puliti e disinfettati prima e dopo ogni seduta, e soprattutto la nostra temperatura deve essere controllata prima di entrare in palestra“.

E per gli stranieri c’è un problema in più: “È difficile orientarsi – ammette la palleggiatrice di Perugia August Raskiesoprattutto per la barriera linguistica. Qualcosa lo capisco, ma per il resto devo affidarmi agli altri per non fraintendere quello che sta succedendo“.

(fonte: VolleyballMag)

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