La Bartoccini MC Restauri Perugia di coach Andrea Giovi si presenterà al via della stagione 2025-2026 di Serie A1 femminile con un volto decisamente rinnovato. La società umbra ha infatti operato con decisione sul mercato, modificando in modo profondo ma equilibrato la struttura della squadra. Per quanto riguarda le italiane, sono arrivate Sofia Turlà, Elena Perinelli, Alessia Fiesoli e Alessia Mazzaro, che si uniscono a un gruppo consolidato composto da Maria Irene Ricci, Beatrice Gardini, Benedetta Bartolini, Imma Sirressi e Stefania Recchia.
Importanti innesti anche tra le straniere: al centro spiccano la solidità dell’esperta Nathalie Lemmens e la freschezza della giovane Aliz Kump, chiamate a garantire presenza a muro e qualità in attacco. In banda ci sono grandi aspettative per la tedesca Romy Jatzko, mentre in posto 2 l’attenzione è tutta per due nomi nuovi per il campionato italiano: la statunitense Kashauna Williams e la slovena Nika Markovic.
Proprio quest’ultima, opposta classe 1997, si è raccontata in esclusiva ai nostri microfoni. Scopriamo insieme chi è e cosa porterà alla squadra perugina.
Nika, partiamo dalla tua nuova avventura in Italia: cosa rappresenta per te, sul piano personale e professionale, l’approdo in Serie A1? E quali sono stati i motivi che ti hanno spinta a scegliere la Bartoccini MC Restauri Perugia?
“Per una pallavolista slovena come me, giocare in Italia – in uno dei campionati più competitivi al mondo – è sempre stato un sogno, un obiettivo che coltivo fin dall’inizio della mia carriera. Ricordo che, da adolescente, venivo spesso in Italia per assistere alle partite, e ogni volta immaginavo di poter essere anch’io in campo, un giorno. Oggi quel sogno è finalmente diventato realtà. Sotto ogni punto di vista, personale e professionale, sento di aver raggiunto un traguardo importante. Sono entusiasta e profondamente grata per questa opportunità. Seguo il club da anni e ne ho sempre sentito parlare benissimo: ha una lunga storia di buoni risultati, un’ottima reputazione e si trova in una città che mi ha colpita sin da subito. Tutti questi aspetti hanno avuto un ruolo determinante nella mia scelta“.
Ogni campionato presenta le sue sfide. Cosa ti incuriosisce di più, o magari ti crea un po’ di tensione, all’idea di giocare in Italia?
“In Italia ci sono alcune delle migliori giocatrici al mondo, e poterle affrontare in campo, invece di vederle solo in televisione, è una delle sensazioni più emozionanti che una pallavolista possa vivere. Per me sarà un’opportunità incredibile per mettermi in mostra e dimostrare tutto il lavoro duro che ho fatto in questi anni. Sarà sicuramente impegnativo e difficile, ma sono emozionata e un po’ nervosa, felice di avere finalmente la possibilità di confrontarmi con le migliori“.
Perugia ha messo insieme un mix di giocatrici esperte e giovani talenti. Che tipo di atmosfera ti aspetti nello spogliatoio e quanto è importante per te la chimica di squadra?
“Sono molto contenta di trovare un equilibrio tra giovani ed esperte: le giovani possono imparare dalle più esperte, e viceversa. È sempre prezioso avere in squadra qualcuno a cui guardare con ammirazione o da cui trarre insegnamenti. Sono certa che nello spogliatoio e durante gli allenamenti ci sarà molta allegria e una buona energia. Per me questo è fondamentale, perché credo che, indipendentemente dal numero di ‘leggende’ o ‘superstar’ in squadra, senza chimica e connessione tra le giocatrici non si può avere successo. Perciò mi impegnerò molto per creare un’atmosfera positiva, anche perché solitamente sono io quella che dà la carica“.
Quali sono i tuoi obiettivi personali e di squadra per la stagione 2025-2026? Ci sono traguardi specifici che vorresti raggiungere?
“Uno degli obiettivi principali è senza dubbio quello di vivere una delle stagioni migliori nella storia di Perugia, raggiungendo i risultati e le aspettative del club con la squadra che è stata allestita. Sarebbe bello anche battere qualche record e vedere il palazzetto pieno di tifosi“.
Come ti descriveresti come opposta a chi ha sentito parlare bene di te ma non ti ha ancora visto giocare? Quali sono gli aspetti del tuo gioco di cui vai più fiera e su cosa stai ancora lavorando?
“Mi definisco una giocatrice molto emotiva, piena di passione ed entusiasmo in campo. Ogni volta do tutta me stessa, sia che giochi bene o male, non mollo mai: questa è una cosa di cui vado fiera e che porterò sempre con me. Sono una giocatrice mancina molto tecnica e non vedo l’ora di mostrare il mio meglio. Per quanto riguarda gli aspetti su cui lavorare, credo che ci sia sempre spazio per crescere in ogni ambito; quindi, sono davvero motivata a imparare da Andrea Giovi, farmi guidare da lui e vivere la miglior stagione possibile“.
Ripensando alla tua carriera finora, di cosa sei più orgogliosa? Ci sono momenti che rimpiangi o cose che avresti voluto fare diversamente?
“Ogni stagione, ogni club e ogni Paese raccontano una storia unica. Sono grata e orgogliosa di ogni singolo momento vissuto finora nella mia carriera. Quello di cui vado più fiera è poter ancora praticare lo sport che amo e con cui sono cresciuta. Provengo da un piccolo paese in Slovenia, dove la pallavolo è una vera e propria passione, e oggi gioco in uno dei campionati più importanti al mondo: penso sia un traguardo di cui posso davvero andare fiera. Anche se non sono mancati momenti difficili e sfide da superare, non ho rimpianti; credo che tutto succeda per una ragione. Ho sempre dato il massimo, e senza quei momenti non sarei quella che sono oggi. Per questo non cambierei nulla“.
Hai vissuto culture molto diverse nel corso della tua carriera – dalla Slovenia agli Stati Uniti, dalla Francia alla Romania fino al Giappone. Qual è la lezione più importante che questi Paesi ti hanno lasciato, dentro e fuori dal campo?
“Ogni Paese ha il suo sistema, la sua cultura e le sue regole. Ho avuto l’opportunità di imparare tante cose, che poi cerco sempre di portare nel nuovo club. La lezione più importante che ho ricevuto è: ‘si vince o si perde, ma se dai tutto quello che hai, il risultato diventa secondario’. In tutti i Paesi in cui sono stata finora ho avuto solo esperienze straordinarie, ma quelle più profonde e formative le ho vissute negli Stati Uniti (alla University of Pittsburgh, ndr), sia a livello personale che professionale. Ho passato lì quattro anni, lavorando con uno dei più grandi allenatori, Daniel Fisher, e per questo sarò sempre immensamente grata“.
Fuori dal campo, cosa ti fa sentire a casa quando ti trovi in un Paese nuovo? Hai hobby, abitudini o piccoli rituali che porti sempre con te?
“Bella domanda! Non ho grandi pretese: mi basta rendere l’appartamento il più accogliente possibile e già così mi sento a casa. Tra le cose che mi aiutano a rilassarmi c’è sicuramente camminare o andare in bici. Adoro tornare a piedi dagli allenamenti o dalle partite: è un momento tutto mio per riflettere e rimettere insieme i pensieri“.
Come sta andando la tua off-season? Ti stai concedendo un po’ di relax o sei già entrata in modalità preparazione?
“Quest’estate, per la prima volta, ho deciso di rallentare un po’. Ho rinunciato alla convocazione in nazionale per dare al mio corpo una pausa dopo una stagione molto intensa in Giappone. Detto questo, sono comunque già in modalità preparazione: amo tenermi in movimento, quindi mi alleno ogni giorno, gioco a beach volley, faccio escursioni e vado in bici“.
Per concludere, c’è qualcosa di Nika Markovic che gli appassionati di volley forse non conoscono? Un talento nascosto o qualcosa che ti fa sempre sorridere?
“Come ho detto prima, in campo sono una persona molto emotiva, piena di entusiasmo e passione. Mi carico grazie all’energia dei tifosi, perché sono convinta che rappresentino il settimo giocatore in campo e siano una parte fondamentale della squadra. Quindi, se c’è qualcosa che riesce sempre a farmi sorridere, sono proprio loro e il legame che si crea. Talenti nascosti? Purtroppo, no (ride, ndr)”.
Intervista di Alessandro Garotta
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