NCAA femminile: si inizia questa notte con una corsa a perdifiato verso il titolo

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Di Redazione

Chi si prenderà il trono di Stanford? Tra poche ore scenderanno in campo le squadre femminili che sono riuscite ad entrare nel bracket decisivo che porterà al titolo più importante del volley statunitense, il titolo universitario NCAA. Un paradosso che gli Stati Uniti non abbiano un titolo professionistico, anche se da un paio d’anni è iniziato un progetto pilota, per ora solo maschile, che sta ottenendo un certo successo, considerando i tanti successi che la squadra americana ha ottenuto a livello mondiale e olimpico.

Il campionato NCAA è un’autentica maratona: comincia con una lunga fase locale e coinvolge tutti gli atenei che hanno un programma sportivo di pallavolo. Dopo una lunga selezione territoriale si arriva al cosiddetto bracket, sessantaquattro squadre suddivise in quattro settori che si affrontano in una eliminazione diretta senza appelli: la caratteristica del torneo è proprio la gara secca, che si gioca sempre in casa della squadra che ha un miglior punteggio nel bracket ed è pertanto testa di serie. Una gara dietro l’altra in un ritmo molto incalzante fino ai quarti di finale: poi la Final Four, lo scorso anno vinta da Stanford a Minneapolis in una straordinaria finalissima al quinto set contro Nebraska.

Quest’anno Stanford resta una delle favorite ma non sembra imbattibile: è una squadra di grande esperienza e qualità ma ha avuto problemi, soprattutto di carattere fisico. Nel tabellone destro è testa di serie numero 3 dietro Texas che si trova all’altro estremo del suo lato. Stanford, 24 vittorie, non rischia molto contro Denver ma poi potrebbe trovare Penn State o peggio Pittsburgh, che arriva da una splendida stagione e vuole assolutamente arrivare alla Final Four che ospiterà in casa. Texas nella parte bassa del tabellone sembra avere davvero tutte le carte in regola per arrivare tra le prime quattro: è forse la miglior forza offensiva di tutto il campionato. I primi due turni sono comodi poi potrebbe spuntare Florida State che non ha una squadra straordinaria pur avendo una grandissima tradizione.

Dall’altra parte del tabellone la sorprendente testa di serie #1 è Baylor, università con sede a Waco fondata dai padri battisti e con una storia leggendaria: il grande velocista Michael Johnson ha studiato qui come Robert Griffin III, premio Heismen nel 2011 e quarterback che è considerato una sorta di nume tutelare di tutto l’ateneo. Ora la stella è Yossiana Pressley, 22 anni al terzo anno di fisioterapia e chinesiologia: l’hanno soprannominata Yogi, come l’orso, perché ha dei modi un po’ ruvidi e perché la mascotte di Baylor è proprio un grosso orso. Potenza atletica strepitosa, grande forza, una determinazione feroce: Yossi ha ancora un anno di università e un futuro da professionista garantito. Quest’anno ha trascinato la squadra praticamente da  sola. La squadra di Baylor di questa stagione è davvero strepitosa, 25 vittorie e una sola sconfitta in una partita per la verità regalata. Il tabellone però non è facile: Purdue prima e  Kentucky poi possono essere i grandi ostacoli senza considerare Wisconsin che si trova dall’altra parte del ramo: proprio Wisconsin è la squadra che forse avrà il cammino più agevole anche perché Hawaii, pur avendo una squadra molto talentuosa, difficilmente riesce ad arrivare al dunque quando c’è in palio il trofeo. Wisconsin ha una squadra con meno stelle rispetto a Baylor e Stanford ma con un grandissimo collettivo.

Gli ultimi quattro trofei se li sono divisi Stanford e Nebraska (tre finali in quattro edizioni) che quest’anno è la grande incognita: arriva da una stagione non straordinaria ma ha una struttura molto consolidata e giocatrici di classe assoluta che potrebbero ritrovarsi sul più bello. Con la testa di serie#5 alla grande N basta battere Wisconsin, o ci chi si presenterà sul suo lato ai quarti di finale per andare ancora una volta alla final four.

(Fonte: NCAA)

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