A margine del Vero Volley Day, la grande festa del Consorzio brianzolo durante la quale è stata presentata la prima squadra maschile di Monza, abbiamo intervistato il direttore sportivo Claudio Bonati che si è detto subito molto soddisfatto per il roster allestito quest’anno: “Una squadra ricca di talento, giovane, con grande motivazione e tanti elementi funzionali alla nostra idea di pallavolo”.
Una squadra costruita principalmente con l’obiettivo di disputare una stagione che possa avere un finale diverso e più tranquillo rispetto a quella passata?
“Assolutamente. Io ho un cuore solo e in buona parte me lo sono giocato lo scorso anno. L’ambizione è quella di far bene, di far crescere questi ragazzi, molti dei quali sono potenzialmente dei top player, e di arrivare più in alto possibile. Non so dire dove, ma sono fiducioso. Sono sicuro che sarà una squadra che emozionerà molto e che darà grandi soddisfazioni”.
Ampliando lo sguardo alle altre squadre, che campionato si aspetta di vedere e con quali protagoniste?
“Spero che in seguito al Mondiale vinto dalla Nazionale, a cui faccio i complimenti perché è stata un’impresa incredibile, questo campionato riesca ad attirare un numero sempre maggiore di persone interessate. Poi lì in alto vedo sempre le solite, più Verona. Noi speriamo di essere vicini… Rimanendo umili, come diceva un vecchio coach”.
Riguardo al pubblico, cosa si sente di dire su questa prima giornata spalmata tra lunedì e martedì?
“Purtroppo le grandi potenze politiche sono scollegate con la realtà totalmente, perché non è possibile fare una cosa del genere. È una follia totale. Tra l’altro in Germania hanno giocato la Supercoppa il 4 ottobre e nessuno ha detto niente…”.
Per Monza sarà un inizio di quelli tosti, in casa ma subito contro Perugia.
“Iniziamo subito forte sì. Perugia per me resta la squadra più attrezzata per il titolo, ma ce la giochiamo, ci divertiamo e vediamo cosa succede. Tanto alla fine in campo siamo sei più uno e sei più uno… Se saranno più bravi, vinceranno loro, sennò chissà…”
Intervista di Giuliano Bindoni
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