Mondiali: Italia, la striscia positiva continua. 3-0 alla modesta Repubblica Dominicana

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Di Redazione

L’imperativo era solo uno: non sottovalutare un avversario sulla carta sfavorito, in quanto la formula di questo Mondiale non perdona nulla. Blengini alla vigilia aveva infatti chiesto attenzione e pazienza, e così è stato. Gli azzurri si sono infatti imposti con merito per 3-0 contro la Repubblica Dominicana, fanalino di coda del girone, al termine di un match completamente dominato.

La vittoria di questa sera, oltre a consolidare il primo posto in classifica, ha dato modo al tecnico Gianlorenzo Blengini di provare diverse situazioni di gioco e intese: momenti importanti per i prossimi incontri, ben più impegnativi, che attenderanno gli azzurri. Da incorniciare la prova di Juantorena, ben imbeccato da un ispiratissimo Simone Giannelli. Per la Repubblica Dominicana, nonostante una buona fase centrale di secondo set, un’altra sconfitta.

Il primo set vede in campo una sola squadra. Gli azzurri chiudono agilmente 25-12 in appena 20 minuti di gioco. Blengini inserisce Maruotti al posto di Juantorena, autore di una buona rotazione al servizio: tutto troppo facile per la nazionale italiana. Nel secondo set gli azzurri rischiano un po’ troppo: Blengini non lascia spazio al turn over, mentre Gutierrez mischia le carte e ha ragione. Gli ospiti si portano addirittura in vantaggio nella parte centrale del set, ma è un fuoco di paglia. Zaytsev e compagni si scuotono e chiudono 25-18. Nel terzo parziale l’Italia si limita a controllare: da registrare il nuovo ingresso di Maruotti e quello di Randazzo. Gli azzurri di Blengini chiudono fin troppo agilmente 25-15 .

Martedì al Mandela Forum arriverà la temibile Slovenia, in quella che sarà l’ultima, e decisiva, partita della prima fase.

LA CRONACA DEL MATCH

Gianlorenzo Blengini parte con il sestetto base: Giannelli al palleggio e Zaytsev opposto, Lanza e Juantorena i laterali, Mazzone e Anzani al centro, con Colaci libero. Gutierrez risponde con Abreu – Caceres, Contrera e Cruz schiacciatori ricevitori, Romero e Paulino al centro, e Mieses libero.

1°Set:
Primo break azzurro molto spettacolare: Giannelli a una mano smarca Zaytsev, che con un preciso diagonale pizzica la linea (5-3). Non sazio, il neo opposto dell’Azimut Modena piazza l’ace che manda subito l’Italia avanti di 4 al primo time out tecnico (8-4). Il regista azzurro è molto ispirato, e di seconda intenzione sorprende i centrali domenicani (11-6), in una parte centrale di set presa in mano da Osmany Juantorena che mette a referto 3 ace consecutivi (16-8). E’ lo stesso italo cubano a essere poi sostituito da Gabriele Maruotti. Nelli, entrato per il servizio al posto di Anzani, trova una serie positiva al servizio (21-10), con gli azzurri che vanno a chiudere agilmente 25-12 con Mazzone.

2°Set:
L’allenatore della Repubblica Dominicana mischia le carte, ma gli azzurri vanno subito in fuga grazie ad un ace di Anzani (5-2). La squadra ospite è però autrice di un’interessante rimonta, trascinati dal neo entrato Tapia (7-7), ma sono comunque gli azzurri, con la pipe di Juantorena, ad andare avanti al time out tecnico. La Repubblica Dominicana pasticcia, Mazzone ringrazia, ma gli ospiti sono vivi tanto da impattare sul 12-12 prima, e portarsi in vantaggio con Tapia dopo. Sono dunque i domenicani ad essere avanti al secondo time out tecnico (16-15). Gli azzurri si riaffacciano avanti grazie ad un importante break firmato Juantorena – Zaytsev (18-17). Gli uomini di Gutierrez mollano definitivamente il colpo con alcune ingenuità: un assist troppo grande per la compagine azzurra che si dirige alla chiusura 25- 18 dopo l’errore di Valdez.

3°Set:
Giannelli fa alzare subito in piedi tutto il PalaMandela, con un pregevole tocco di seconda intenzione in zona 5 che scavalca tutta la difesa domenicana. Ma il suo show non è finito, in quanto con un ace manda subito a +3 i suoi. Una buona ricezione permette a tutti gli azzurri di andare a terra: prima Zaytsev, poi Mazzone (10-6). Maruotti sostituisce Lanza, ma è sempre Osmany Juantorena a essere decisivo: un suo diagonale porta gli azzurri al secondo time out tecnico (16-9). Maruotti dai 4 metri sancisce il massimo vantaggio italiano,  un +10, in un finale di set nel quale c’è gloria anche per Randazzo. L’Italia chiude con tranquillità 25-15 .


ITALIA- REPUBBLICA DOMINICANA 3-0 (25-12, 25-18, 25-15)
ITALIA:
Juantorena 17, Anzani 7, Zaytsev 12, Lanza 6, Mazzone 8, Giannelli 3. Libero: Colaci. Nelli, Maruotti 3, Randazzo 1. N.e: Baranowicz, Candellaro, Rossini (L), Cester. all. Blengini     
REP. DOMINICANA:
Abreu 1, Cruz 2, Romero, Caceres, Lopez 12, Paulino 1. Libero: Mieses. Gonzalez, Tapia 8, Valdez 4, Perez. N.e: Contrera, Mercedes, Tolentino (L).  All. Alexander.

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Falaschi Week, Capitolo 4: Per diventare bravi allenatori non basta essere stati buoni giocatori

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La nostra Falaschi Week oggi volge al termine. Dopo esserci fatti spiegare da Marco tanti aspetti legati al gioco, virando poi su comunicazione e psicologia all'interno di un gruppo squadra e aver raccontato delle magie del Mago Di Pinto, in questo ultimo capitolo proveremo a capire quali piani avrà per il suo futuro una volta appese le ginocchiere al chiodo. Sperando che questo avvenga il più tardi possibile.

“Io sono molto fissato, anche nella mia vita privata, sulle questioni organizzative, sul fatto che tutte le cose debbano andare in un certo modo. Sono molto pignolo! Quindi non mi dispiacerebbe affatto un ruolo da direttore generale, così come pure da team manager”.

Ma come, eravamo convinti che avresti voluto fare l'allenatore!

“Per fare l’allenatore non basta essere stati dei buoni giocatori. L’esperienza in campo è una cosa, e quella nel mio caso inizia ad essere pure troppa - scherza - ma per fare l’allenatore vero sono convinto sia necessario fare un percorso. Nel senso, non è che uno smette di giocare e inizia subito ad allenare in Serie A”.

Nel caso scegliessi questa strada, da dove partiresti allora?

“Partire dalle giovanili credo sarebbe un percorso molto stimolante perché lì si va veramente a vedere chi ne sa a livello tecnico, perché devi di fatto insegnare a giocare a pallavolo. Da lì più sali di livello e più ti viene richiesto di gestire un gruppo di persone, che è una cosa differente che richiede tutta un’altra serie di abilità. Con i giovani cercherei sicuramente di mettere in pratica tutti gli insegnamenti del Mago (Vincenzo Di Pinto, ndr)”.

Ragioniamo di fantasia: dopo aver fatto la giusta gavetta nelle giovanili, ti chiamano per fare il secondo in Serie A. Quale allenatore ti piacerebbe affiancare?

“Ho sempre avuto difficoltà a giocare contro la sua squadra - risponde Falaschi dopo una breve pausa e una risata - Mi riferisco a Roberto Piazza. Le sue sono sempre state squadre organizzate, che giocano bene a pallavolo, che non mollano mai niente. Hanno un sistema di gioco veramente fastidioso per chi ci gioca contro. Squadre che hanno sempre avuto un senso in qualsiasi cosa facessero, e questa è una cosa che io apprezzo molto nelle squadre e nei giocatori che provano a fare quel determinato gioco. Hanno sempre tante variazioni, a proposito di battute come raccontavamo nei capitoli precedenti. Contro noi di Padova, ad esempio, quest’anno ricordo una partita in cui ci hanno dato 3-0, ma all’inizio battevano solo forte senza riuscire a staccarci nel punteggio. A quel punto hanno iniziato a cambiare: e la palla corta, e Reggers con la float, stessa cosa con Louati, e alla fine la partita l’hanno vinta con le variazioni. Una squadra che legge lo sviluppo del match ed è capace di cambiare in corsa la sua idea iniziale. Quindi ad oggi ti direi Piazza, sarei proprio curioso di studiarlo da vicino, diciamo così”.

foto Legavolley

Solo Piazza?

“Anche con Fefè De Giorgi, alla Lube prima e poi in Nazionale, si era creato un bel feeling. Parlava molto con me, nonostante fossi il secondo palleggiatore, e questo mi ha fatto molto piacere perché forse significava che aveva visto in me qualche cosina in più oltre il semplice giocatore”. 

Come allenatori stranieri?

Marcelo Mendez. È considerato da molti giocatori come un gran bel allenatore. Sono davvero curioso di vedere cosa farà l’anno prossimo a Trento”.

In percentuale ti vedi un domani più direttore generale o allenatore?

“Al momento siamo 50 e 50, devo ancora capirlo bene”.

Tornando al presente, nuova avventura a Grottazzolina. C’è una soddisfazione che cercherai di toglierti?

“Sì, vincere a Cisterna. Negli ultimi anni non ci sono riuscito e questa cosa qui mi urta parecchio - ride -. È una di quelle trasferte sempre complicate. L’albergo non è vicino ma a Latina, la mattina ti alleni lì col sole che entra dalle finestre e ti acceca, in più Baranowicz è un gran bel palleggiatore, ma ora se n’è andato, sicché… Insomma, per un motivo o per un altro, tranne che con la Lube, ma non giocavo, io a Cisterna non ricordo d’aver mai vinto. Questa soddisfazione me la vorrei proprio togliere, insomma”.

foto Legavolley

Fala, è stata davvero una bellissima chiacchierata la nostra. Grazie davvero. Avrei un’ultima domanda ma non so se farla o meno…

“Sono solo due ore che siamo al telefono, ti stai facendo problemi adesso?”

Sarei curioso di sapere quante persone ti saluteranno ancora dopo aver letto questi articoli.

“Mmmm, ho come l’impressione che la lista si stia accorciando…”.

Intervista di Giuliano Bindoni
(©Riproduzione riservata)

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