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Miriam Sylla pensa già a Tokyo: “Il quarto posto non ci basta più”

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Di Redazione

Sogni, amicizie, ideali: Miriam Sylla si racconta in un’intervista a tutto tondo a Olympic Channel, il canale ufficiale del CIO. La schiacciatrice dell’Imoco Volley Conegliano e della nazionale affronta in un lungo colloquio (qui l’intervista integrale in inglese) tutti i principali temi della sua carriera, a partire dalla quarantena forzata che la fa sentire come… una pantera in gabbia: “Sento di dovermi sfogare, sono così piena di energia che certe volte non riesco a dormire la notte! Questa situazione mi fa apprezzare molto di più quello che facevo prima, prometto che non mi lamenterò mai più di quanto sia pesante l’allenamento“.

In gioco, d’altra parte, c’è qualcosa di più della pallavolo: “Il mio istinto è quello di lamentarmi della situazione – dice Sylla – ma poi mi rendo conto che ci sono persone che stanno molto peggio di me. Ho vissuto per quattro anni a Bergamo e ho molti amici lì che hanno perso un familiare a causa del coronavirus. Anche in televisione vedo persone che stanno soffrendo dal punto di vista economico, mentre io ho tutto ciò che voglio. È vero, la mia vita è stata più difficile rispetto a molti altri, ma c’era sempre chi ne aveva una peggiore, come mio padre mi ricordava sempre. Così, cerco di accontentarmi di quello che ho. Pratico uno sport che amo e, anche se talvolta è difficile, mi rende felice“.

Sul tema dell’amicizia, spesso abusato nel descrivere il gruppo dell’Imoco, Sylla va controcorrente: “Nella pallavolo è importante, ma non essenziale. Ho visto molte squadre vincere anche se le giocatrici non erano amiche tra loro. Quello che è fondamentale è essere pronta ad aiutare la tua compagna: anche se non andiamo d’accordo, finché siamo sul campo dobbiamo sostenerci al 100%. Certo, nella nostra squadra abbiamo un legame che va oltre: sappiamo che la nostra amicizia continuerà anche quando la carriera sarà finita. Ci vediamo già tra dieci anni, in vacanza insieme con mariti e figli… è amicizia vera, ma non è così facile da trovare nel nostro sport“.

Un caso particolare riguarda il rapporto con Paola Egonu: “Lei è come la mia sorellina, ma la nostra amicizia si è sviluppata gradualmente. È cominciata con: ‘Non mi piace, siamo diverse e non voglio avvicinarmi a lei’, e lei pensava lo stesso di me. Ma poi ci siamo trovate a debuttare in nazionale nello stesso momento, dovevamo aiutarci l’una con l’altra e da lì è nato tutto. Probabilmente siamo complementari in molte cose. Non sono tutti scherzi e sorrisi, siamo due persone molto orgogliose e spesso ci scontriamo, ma cerchiamo di passare sopra alle nostre differenze“.

Tai Aguero è un’altra figura che ha influenzato profondamente la carriera di Miriam: “Era la mia eroina e lo è ancora. La vedevo come probabilmente molte ragazze guardano ora a me. Qualcosa mi ha colpito quando giocò alle Olimpiadi nonostante il lutto per sua madre: la stavo guardando in tv e ricordo di aver detto ai miei genitori che sarei voluta diventare come lei. Quando l’ho incontrata a Villa Cortese mi è stata di grande aiuto e mi ricordo quanto ero emozionata quando è venuta a vedermi durante una partita dell’Under 18: ho giocato malissimo perché volevo impressionarla! Poi, in prima squadra, mi ha preso sotto la sua ala, mi ha dato consigli importanti ed è stata giustamente severa“.

Alla domanda su come sia cambiata la sua vita dopo l’argento ai Mondiali, Sylla risponde con una battuta delle sue: “Non molto. Prima non mi conoscevano, ora pensano che io sia Egonu!“. Ma in realtà sono molte le ragazze che si ispirano a Miriam e la contattano per consigli e curiosità: “C’era una ragazza che voleva lasciare la pallavolo, perché si rendeva conto che non avrebbe raggiunto il mio livello. Le ho detto che la cosa più importante è divertirsi ed è inutile fare paragoni, specialmente con un’atleta che gioca da 10 anni. Un’altra mi ha detto che aveva difficoltà in battuta perché durante gli allenamenti era di fronte alla mia foto sul muro. Le ho detto di toglierla, anche perché non batto così bene!“.

Infine c’è l’argomento Olimpiadi, non semplice per Miriam: “Ho ricordi abbastanza negativi di Rio, ci siamo rese conto durante la competizione di non essere pronte e organizzate per un evento del genere. Ora avremo un anno in più per preparare Tokyo: questo rinvio può aiutarci a trovare maggiore stabilità, perché alcune giocatrici stanno recuperando dai rispettivi infortuni. Avremo più esperienza e la squadra sarà più compatta. Le avversarie sono tante: Serbia, Cina, Russia, USA, Turchia… ma bisogna batterle tutte per arrivare in fondo. La Serbia è la nostra bestia nera? Sì, ma l’abbiamo incontrata solo 4 volte, ogni partita ha la sua storia“.

E l’obiettivo per i Giochi? “A Rio ci saremmo accontentate di un quarto o quinto posto, questa volta miriamo più in alto“.

(fonte: Olympic Channel)

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