Martinelli e quella generazione di fenomeni indimenticabile

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Di Redazione

Un’ombra che segue Marco Martinelli e i suoi compagni dal 1990. Un’ombra positiva, che lo insigna del collare d’oro al valore sportivo. L’occasione è l’indimenticabile finale con Cuba, terminata 3-1, che ha dato il là a quel ciclo chiamato “Generazione di fenomeni” guidato daJulio Velasco. La Nuova Ferrara riporta il suo pensiero su una pallavolo che forse non c’è più:

Ero abituato a confrontarmi con i migliori e lo stimolo è maggiore. Ora la vivo in altro modo, da allenatore, ma non di quel livello. Però, le partite di un certo peso, viaggiare come si faceva con la Nazionale, quello mi manca. Ora mi piace stare in palestra con i ragazzi che alleno, la vivo intensamente, ma quella era una cosa molto più emozionante, eravamo circondati da tanta gente e ti accorgi che è un’altra cosa. Quest’anno eravamo ospiti a Firenze per il corso allenatori durante il mondiale: essere in un palazzetto con 11, 12, 13mila persone, beh, è un’altra cosa, ti fanno percepire l’amore di un Paese intero per quella squadra, poi l’emozione dell’inno, della maglia…». A

(Fonte: La Nuova Ferrara)

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