La foto di rito, con il dg Sanna e il sorriso d’ordinanza di Manuele Lucconi, ha sancito uno dei più importanti passaggi del mercato di Serie A2. Lo si comprende dall’energia canalizzata da entrambe le parti, ossia da una Tinet Prata di Pordenone ambiziosa (che porta da Vibo Valentia anche Terpin, fresco vincitore con Lucconi di tutto ciò che c’era da vincere nel campionato appena concluso) e dal fortissimo opposto di Fano, che mai come nella prossima stagione si porrà di fronte ad una montagna che vuole scalare senza l’aiuto di nessuno.
“Ammetto di essere molto felice di aver accettato l’offerta di Prata. È stata una di quelle proposte che non hanno avuto bisogno di particolari riflessioni. Conosco la società e so che si lavora molto bene. Conosco anche ciò che pretenderò da me stesso per la prossima stagione e diciamo che tutto si è incontrato al punto giusto“.
Cosa vuole Lucconi dal prossimo campionato?
“Gli obiettivi personali si costruiscono strada facendo. Certamente posso dirle da dove parto, ossia da una grossa fetta di stagione in cui mi sono allenato e preparato dopo l’infortunio alla spalla, che è completamente guarito. Ho recuperato il tempo perduto, ho avuto la fortuna di allenarmi con una squadra che dall’altra parte del campo schierava un buon livello di gioco e ho ricominciato il mio percorso. Ho voglia di rimettermi in gioco, ho voglia di chiedere tanto al prossimo torneo, ma soprattutto ho desiderio di giocare con continuità e rimettermi in discussione in un campionato nel quale, come giocatore, voglio capire dove posso arrivare“.
Non nascondiamoci: con lei e Terpin Prata punta ad essere protagonista.
“Ciò che ho visto e gli annunciati finora mi fanno capire che c’è tanta voglia di fare bene. Ci sono altre squadre che stanno lavorando in questa direzione. Non ci sarà una squadra ammazzacampionato, secondo me, ma un enorme equilibrio tra tante compagini che si contenderanno la leadership del torneo domenica dopo domenica“.
Si parla di Cuneo, Ravenna e voi…
“Non mi faccia far nomi, la prego! (ride, n.d.r.)”.
Arriva da un anno in cui non si può non parlare di bulimia da trofei.
“Vibo era una squadra costruita per vincere. Quando hai un palleggiatore come Orduna, capace di costruire un gioco che fa impazzire la squadra avversaria, capisci che sarà difficile togliere le vittorie ad un organico che gioca con quella continuità. Ho avuto come compagno di squadra anche un attaccante come Paul Buchegger, che concludeva le gare all’80% ed è un fuoriclasse nel senso più letterale del termine: può davvero spostare l’esito di un incontro con il suo rendimento. Sono arrivato e ho assistito alle prime vittorie della Coppa, poi della Supercoppa e anche alla vittoria del campionato, che secondo me è stato il momento più bello“.
Poi accade ciò che non ci si aspetta. Volevo chiederle un commento sulla vicenda della mancata iscrizione alla Superlega.
“Sono temi delicati, e dispiacciono soprattutto per chi aveva un contratto già in essere, ad esempio, e si ritrova in difficoltà. Resta il rammarico di una realtà che non esiste più e di una città che, partita dopo partita, si era legata ad una squadra come la nostra“.
Adesso si riprenderà un po’ del suo tempo libero. La aspettiamo sui campi da beach?
“No, per ora andrò a vedere al Marotta i miei amici Giuliani , Ulisse, Cecchini e Sacripanti. Forse tra un mesetto farò qualche saltello sulla sabbia, ma niente impegni. Farò da infermiere alla mia compagna Claudia e mi godrò un po’ Fano, gli amici e il mare. Poi mi aspetta solo Prata in agosto“.
di Roberto Zucca
