Di Redazione
Una grandissima Lube ha fatto di tutto, ma davvero di tutto, per fermare lo Zenit che rischiava l’eliminazione. Sembrava non bastare mai: solo nel tie-break i russi hanno giocato all’altezza della loro qualità e la Lube si è un po’ persa con qualche rimpianto di troppo nel finale, quando i cucinieri si sono trovati a dover annullare addirittura cinque match ball. Sembrava finita e invece finisce 3-2 per i cucinieri (20-25, 25-22, 24-26, 25-23, 19-17), al termine una partita infinita che si esalta in un tie-break semplicemente impressionante…
Il primo set inizia con una lunghissima fase di grande equilibrio: occorrono quattrodici servizi per segnare il primo break che vede lo Zenit mettersi avanti; ma la vera differenza la fa Ngapeth il cui muro non sarà insormontabile ma viene ampiamente bilanciato dagli attacchi del francese che viaggiano su percentuali altissime aggiungendoci anche due ace consecutivi (9-14). Medei chiama il time out ma l’impressione è che la squadra non riesca a trovare la giusta ricetta per frenare i campioni d’Europa e del Mondo in carica ai quali Ngapth ha sicuramente aggiunto un valore significativo. Il gap è pesante è i vicecampioni d’Italia faticano a rosicchiare punti: una paurosa diagonale di Anderson porta il 23esimo punto ma un bruttissimo errore al servizio di Surmacheskiy legato a un probabile fallo di formazione tiene a galla ancora per un punto la Lube. Questione di un ulteriore scambio e Mikhaylov chiude i conti al secondo set ball (20-25).
Il secondo set non comincia nel modo migliore: la Lube subisce subito un break ma il vero danno arriva quando Juantorena si vede murato per tre volte di fila. A memoria non si ricorda niente di simile: generoso Bruno nel dare fiducia al compagno che stava entrando in un brutto tunnel che finisce per aumentare ancora le distanze con lo Zenit. Nel suo momento più buio la Lube Civitanova riesce a trovare ordine, coerenza e soprattutto consistenza: arriva persino il primo ace firmato da Simon che di fatto è il vero e proprio motore della riscossa dei cucinieri che nella seconda parte del set si portano avanti, cominciano a schiacciare e trovano anche dei punti di frattura nella difesa dello Zenit. Importante anche l’inserimento di D’Hulst che prende il posto di un intermittente Bruno che è anche sfortunato e subisce un leggero infortunio al pollice. Punto set messo a terra proprio da Simon che dimostra ai russi – battuti nella prima partita dai connazionali del Fakel Novy Urengoy (25-22) – che la loro storia al Mondiale è tutta da scrivere.
Il terzo set ha un protagonista assoluto: l’errore. A furia di forzare la battuta sia i marchigiani che i russi collezionano una serie impressionante di errori dalla linea di servizio. Lube avanti di due per gran parte del set, servono quindici azioni ai russi per recuperare il doppio divario grazie al solito straripante Ngapeth mentre dall’altra parte, quando il pallone si fa sempre più pesante, Cester si segnala con tre battute decisive (un ace) e un D’Hults sempre estremamente regolare ed efficace. Il finale è di fatto una lotteria: russi che buttano al vento la palla set con Anderson ma rimediano con Butko prima e con un muro di Likhosherstov in una fase che poteva essere gestita davvero molto meglio.
Nel quarto set si rivede Bruno, pollice fasciato dopo il taglio rimediato nel secondo set, ma anche una gran voglia di essere protagonista di fronte a suo “fratello”, Ngapeth protagonista di una grande partita. Si va avanti con una serie di errori sempre molto forzati dalla linea di battuta e con un equilibrio sostanziale che lo Zenit riesce a rompere senza troppa convinzione. È proprio con una serie di battute da fuoriclasse a mandare in tilt la ricezione dei campioni del mondo riportando addirittura la Lube in avanti con un break pesantissimo. Finale incerto e impronosticabile. L’equilibrio viene rotto da Cester, di nuovo decisivo al servizio che costruisce due muri pesantissimi che valgono tre set point. La Lube spreca il primo e Surmacheskiy annulla il secondo con un ace pauroso ma sull’ennesima ricezione sofferta di Balaso, a tratti davvero straordinario il libero italiano, Sokolov mette per terra la palla che conta. Quella che porta al quinto set (25-23).
Tie-break davvero incerto perché la Lube ha dimostrato di saper mettere in grandissima difficoltà i russi: ma sale in cattedra Mikhaylov e sul 3-2 per la Lube arriva un break di tre punti per lo Zenit e su ogni pallone è lotta furiosa. Leal piazza il 5-6 e Volvich si fa male seriamente sostituito da Samoylenko. Al cambio campo russi avanti grazie ad Anderson. È proprio qui che lo Zenit riesce ad alzare considerevolmente grazie alle proprie stelle (in particolare Butko e Anderson) il suo livello di gioco: arriva un break di tre punti senza che la Lube riesca a ritrovarsi incassando anche un muro di Mikhaylov (8-13). È di gran lunga il momento peggiore della Lube… peccato, proprio nel momento sbagliato. E non c’è più molto da fare. Ngapeth con un diagonale impressionante trova un match ball da moltiplicare per cinque. Lube che lotta fino alla fine, annulla quello che può, addirittura quattro match ball uno dopo l’altro…. Quando Mikhaylov ha la palla decisiva per chiudere il match la spreca e si vede annullare il match ball decisivo: l’ultimo. Pazzesco! I videochallenge fioccano quasi su ogni scambio. Ngapeth guadagna il sesto match ball ma lo scaraventa in rete dalla linea di servizio (15-15): una schiacciata di Mikhaylov finisce lunghissima ma sfortunatamente c’è un tocco infinitesimale del muro Lube rilevato dal video. Una roba davvero minima…. Lube che protesta e si innervosisce; ai russi arriva il settimo match ball che i cucinieri furiosi scaraventano nella pentola a pressione. Alekno chiama il videochallenge più lungo della storia che lo vede in torto. Gara infinita, errori di Simon prima poi di Butko. Poi lo stesso Butko commette un errore collegiale commettendo un fallo di seconda linea: e qui si assiste al capolavoro. Servizio stratosferico di Cantagalli, ricezione soffertissima di Balaso sull’attacco russo e appoggio di D’Hulst per la schiacciata vincente. Nove match ball annullati e sull’unico pescato per strada la Lube vince una gara storica che finisce con i russi furiosi a protestare con gli arbitri.
Una partita allucinante, caratterizzata da una enorme quantità di errori ma forse anche una delle sfide più intense ed emozionanti di questi ultimi anni. Zenit detronizzato, cucinato a dovere da una Lube che al bollito dei cinque match ball da subire ha preferito servire lo spezzatino dei campioni del mondo.
CUCINE LUBE CIVITANOVA-ZENIT KAZAN 3-2 (20-25, 25-22, 24-26, 25-23, 19-17)
Cucine Lube Civitanova: Sokolov 20, D’Hulst, Marchisio NE, Juantorena 11, Massari, Stankovic 8, Diamantini, Leal 15, Sander NE, Cantagalli, Cester 1, Simon 18, Bruno, Balaso (L). Allenatore Giampaolo Medei.
Zenit Kazan: Anderson 16, Surmacheskiy 1, Volvich 5, Alekno NE, Likhosherstov 4, Alekseev, Ngapeth 21, Kononov NE, Krotkov NE, Butko3, Samoylenko 7, Spiridonov NE, Verbov (L), Mikhaylov 21. Allenatore Vladimir Alekno.
Arbitri: Rogerio Espicalsky (Brasile) e Mario Bernaola Sanchez (Spagna).
Spettatori: Orlen Arena, Plock – 1200
Set Timing: 24’, 29’, 33’, 34’, 25’. Total Time 2.25’
Ace: 3-10
Muri: 9-15