Lo strano caso di Michele Baranowicz, ai Mondiali con gli azzurri ma senza club

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Di Redazione

Non è la prima volta che succede: un palleggiatore della Nazionale non ha una squadra dove giocare. Ci sono già passati Marco Meoni, Marco Falaschi  e Dante Boninfante. E’ una situazione paradossale per Michele Baranowicz, quella riportata nell’edizione odierna del Corriere dello Sport.

L’alter ego di Simone Giannelli nella cabina di regia azzurra, tuttavia, cerca di non prendersela troppo e di restare concentrato sull’avventura iridata che partirà domenica a Roma. Dopo la chiusura dei battenti a Piacenza, la quale ha lasciato la SuperLega per l’A2, il regista è rimasto senza squadra, a differenza dei suoi compagni di squadra: “Per un palleggiatore il mercato può essere difficile, molto complicato. Giappone, Cina, Corea: lì hanno mercato gli schiacciatori”.

Un’offerta dall’estero gli era arrivata, ma alla fine ha preferito non accettare. Come detto prima, Baranowicz è in buona compagnia, visto che in passato successe anche ad altri colleghi illustri:
“Se penso che capitò perfino a uno come Meoni, non posso dire nulla. Ho deciso che non devo farmi condizionare da questo fatto. Certo che mi dispiace ma non posso farci nulla. Vuol dire che se non mi ingaggerà nessuno andrò a fare il commentatore in tv…”

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