LG Impianti Futura Volley Teramo non in giornata: vince Montorio 3-0

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Di Redazione

Nella quarta giornata di Serie C, la LG Impianti Futura Volley Teramo non dà continuità al successo di una settimana fa contro il Nereto e cede il passo in un’altra sfida tutta in provincia. Il RosetoMontorio Volley vince 3-0 (25-22; 26-24; 25-21) ed aggancia le biancorosse a 6 punti in classifica.

Le ragazze di Coach Arrizza pagano troppi errori tecnici e crollano mentalmente in modo inatteso, anche se il cammino è ancora all’inizio e la giusta quadra si troverà con il tempo. Segno della poca lucidità di giornata sono stati i tanti falli di doppia segnalati al team aprutino e ricezioni poco convincenti. Match giocato sempre punto a punto, ma la Futura non ha mai effettivamente portato la contesa dalla sua contro un avversario che ha lavorato di squadra per tutti gli 87 minuti di partita.

A Montorio l’immediato vantaggio sul 4-1, prima del rientro in gara della Futura e del nuovo massimo vantaggio locale sul 9-4. Un colpo vincente di Imprescia e due schiacciate a bersaglio di Perna svegliano le biancorosse, che passano a condurre sul 9-12 con un break da 0-8! Se le locali si affidano a due tocchi morbidi a segno di Brandimarte, sono alcuni lampi di Angelini, Furlan e Imprescia a tenere sempre avanti la Futura. Poi ricambia tutto: i punti di Aurora Patriarca e la non incisiva difesa ospite capovolgono le cose sul 20-19 montoriese. Giallonere che poi vanno a chiudere il set sul 25-22.

Nel secondo periodo il primo punto è ospite, le padrone di casa ribaltano sul 4-2 ma una violenta schiacciata di Furlan dà il là alla rimonta che porta avanti Teramo sul 4-5. Si gioca punto a punto, la Futura non brilla ma si tiene avanti e va sul 10-9 con due punti consecutivi di Greta Mazzagatti, prima a muro e poi in schiacciata. Brandimarte e D’Ugo ribaltano ancora i giochi, Angelini e compagne iniziano a peccare di precisione anche nei passaggi e Montorio va sul 13-10. Sorpassi e controsorpassi, al time out conduce Teramo 22-23. Aurora Patriarca pareggia, va in battuta e firma anche il +1, poi un lampo di Paganico e compagne riesce ad annullare il set point e a portarla sul 24-24. Resistenza inutile quella delle atlete biancorosse, Montorio si prende il primo punto di giornata chiudendo 26-24.

L’inizio di terzo set non rivela nulla di nuovo: Futura distratta e Montorio va sempre avanti conquistando ancora punti su palle recuperate al limite. Greta Mazzagatti prova a mettere da parte i primi due set e si fa sentire quando mura su Alessia Patriarca, poi va in battuta e le biancorosse si portano sul +2 (8-10). Le locali, dal canto loro, si affidano a 5 punti consecutivi con Alessia Patriarca alla battuta e al time out è 16-15. Finale di ben poche speranze con errori non propri della LG impianti. Imprescia prova a crederci, ma le locali iniziano ad intravedere la meta quando il tabellone segna 23-21. L’ultimo mini-break di 2-0 premia il RosetoMontorio Volley, che porta a casa il 3-0 con la solita Alessia Patriarca che butta giù il 25-21.

La LG Impianti Futura Volley Teramo è chiamata a reagire con il giusto spirito nella settimana che porta alla sfida interna con la Dannunziana Volley School, sabato 16 novembre alle 20:30.

Tabellino: RosetoMontorio Volley – LG Impianti Futura Volley Teramo 3-0 (25-22; 26-24; 25-21)

RosetoMontorio Volley: Brandimarte, Covelli, D’Ugo,Del Fuoco, Di Domenico, Di Filippo, Di Pasquale, Furia, Garrubba, La Brecciosa, Patriarca Alessia, Patriarca Aurora, Ragnoli. All. Lattanzi

LG Impianti Futura Volley Teramo: Angelini, Ciccone, Furlan, Gialloreto, Imprescia, Limoncelli, Mazzagatti, Paganico, Perna, Scarpone A., Scarpone L., Volpi. All. Arrizza

I Arbitro: Dario Sabatini
II Arbitro: Alessio Cocco

(Fonte: comunicato stampa)

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Simone Tiberti esclusivo: “Mi sa che… non sono ancora pronto per smettere di giocare”

Sale in Zucca

Tra le teche di Youtube e sfortunatamente non in quelle Rai, c’è un’intervista di Roberto Pomiato, giornalista dell’allora Pallavolo Padova ad un giovanissimo, capellone, e quasi biondo Simone Tiberti, con un atteggiamento a metà tra il tennista di talento col ciuffo d’ordinanza e il serioso regista che ha sempre interpretato. Da quella serata in cui Padova riuscì a battere la mitologica Quasar Massa sono passati quindici anni. Il tempo va, passano le ore e citazioni a parte, la storia di Simone e del me più narcisista e indiretto protagonista della pallavolo, dice che nelle stagioni a venire è per me stata una grande fortuna crescere con un riferimento come Tiberti, che a 45 anni costituisce ancora un patrimonio di mani e intelligenza della serie A2. Sempre le teche, ma stavolta del canale della Atlantide Pallavolo Brescia, riportano un non troppo silenzioso addio di Tiberti, dopo dieci lunghi anni trascorsi in questa società, ai tucani. Anche in questo caso, sempre facendo riferimento al mio nevrotico narcisismo e anche un po’ alla mia tigna, riascolto l’intervista, leggo qualche sito che parla di un suo addio alla pallavolo e poi faccio quello che per difetto ho già fatto con alcuni suoi amici in passato: alzo il telefono, tallono Tiberti e gli scrivo di ripensarci. 

Viviamo in un’epoca pallavolistica in cui chi ha fatto parte degli esordi della mia generazione comincia a pensare ad altre vite, ai secondi tempi, alla conseguenza del fatto che se hai passato le tue domeniche negli ultimi 25 anni in pullman, in trasferta, a circumnavigare l’Italia, ma soprattutto a ricevere applausi e fischi, abbracci e critiche, ma soprattutto ad essere Tiberti, non possiamo abituarci a dover fare a meno di te in questo ambiente. Soprattutto se, in barba all’anagrafica che ci dice che l’età è solo un numero e che tu hai le stesse mani di quando ne avevi venti, la stessa visione di quando vestivi Gabeca, Vero Volley, Fidia Padova, e la stessa rabbia agonistica che non ti ha abbandonato anche questa stagione, quando hai messo su un gioco meraviglioso con la Gruppo Consoli Sferc Brescia, giocando tre finali su tre (campionato, Coppa Italia e Supercoppa Italiana) e vincendone una, ma splendendo nelle restanti due.

Non è più un’intervista, forse, e mi scuso con voi lettori. È la storia di un convincimento, di una telefonata che porta delle risposte e che dopo oltre 30 minuti mi fa dire che voglio ancora Simone con me, che sia per un’intervista con Volleynews, che sia solo per commentare su whatsapp una sua giocata.

foto @zanardelli_ph

Sono giorni duri, Tiberti, lo so.

“Sono in una montagna russa di emozioni. Dopo dieci anni a Brescia, si è conclusa la mia storia con questa bellissima società. Avrei voluto concluderla con un triplete o quantomeno con la conquista della Superlega che invece è andata meritatamente a Cuneo. Non ho giocato la stagione, pensando che fosse l’ultima, ma sapendo che avremo potuto raggiungere tanti bei traguardi. Abbiamo conquistato la Coppa Italia, mentre resta l’amaro in bocca per la Supercoppa, dove la differenza l’hanno fatta la battuta e la ricezione, che invece Cuneo ha sfruttato, giocando da prima della classe. Poi c’è stata la dichiarazione sulla mia ultima partita a Brescia, ed ora il turbinio che provo è quello di chi vuole fare tante cose, ma di chi ha ancora la testa sul campo”.

È la prima volta che intervisto una persona in un momento così complicato. Mi spiego, solitamente si ha la sensazione di voler smettere, penso a tanti suoi colleghi, o di voler fare altro. Quando ho ascoltato le sue dichiarazioni, mi è sembrato che lei volesse che fossimo noi a darle il congedo.

“Sicuramente ho capito che dopo dieci anni la mia storia di palleggiatore a Brescia in A2 può considerarsi conclusa. Questo significa che a questa società e anche a Zambonardi, con cui ho lavorato in tutti questi anni, resto legato, e mi piacerebbe essere coinvolto nel loro percorso, ma in un altro ruolo”.

Foto Lega Volley Maschile

Disposto a dare una mano. Mi prendo io la responsabilità di ciò che scrivo. Lei è una pietra miliare di questo club.

“La ringrazio, e spero che si possa continuare a ragionare assieme, così come posso dire che sono aperto a collaborare in generale con questo mondo. Lo conosco, con tutte le società di cui ho fatto parte mi sono lasciato in ottimi rapporti, penso anche a Monza dove ho giocato tre bellissime stagioni. Ho dei progetti, perché a 45 anni non puoi sperare di restare in campo fino ai 60, però nel mondo della pallavolo vorrei restarci davvero”.

Pistola alla tempia. Se Brescia avesse vinto la Superlega, lei non avrebbe appeso le scarpette.

“Sarei falso se dicessi di sì. Da secondo, avrei voluto rivivere un ultimo anno in Superlega, lo ammetto. Sto bene fisicamente, perché non cogliere un’opportunità così?”

C’è un pizzico di delusione. Mi dica la verità, lasciare in un punto alto era un suo desiderio?

“Sì, non vorrei essere portato via come se fossi un bagaglio ingombrante, o finire a giocare da qualsiasi parte pur di dire di esserci ancora. È stata una stagione in cui ho dato molto e nella quale io e Sottile, che ha annunciato il suo addio a 46 anni, abbiamo dimostrato che si può ancora fare delle belle stagioni, cercando di lasciare qualcosa anche ai più giovani. Mi piacerebbe proseguire nel lavoro con molti di quelli che ho incontrato in questi anni”.

foto Instagram @simonetiberti

Non siamo pronti a vederla con le scarpe appese al chiodo, lo capisce.

“(ride n.d.r.) Ma forse nemmeno io, anche la mia compagna mi dice che se non sono pronto, è giusto che continui. Poi una parte di me pensa che dedicarsi ai bimbi o a lei a tempo pieno o semplicemente avendo molto più tempo libero, è la cosa più giusta da fare”.

Facciamo così. Mi lascia scrivere che lei ha il telefono acceso ed è pronto ad ascoltare chiunque voglia offrirle un progetto?

“Lo scriva, va bene. In fondo è una storia di cui anche io voglio scrivere ancora delle pagine”.

Di Roberto Zucca
(©Riproduzione riservata)