Laura Melandri e l’azzurro mancato: "Mi dispiace, ma non mi perdo d’animo"

DATA PUBBLICAZIONE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti
SHARE
SHARE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti

Di A.G.

Quando si dice che il centrale non è un ruolo determinante, non si pensa certo a Laura Melandri. Quest’anno le sue prestazioni con la maglia della Saugella Team Monza sono state di assoluto spessore tecnico: precisa in attacco, granitica a muro, fondamentale in cui è nei primi posti nella classifica individuale, ha dimostrato di essere una giocatrice matura, sicura e di grande affidabilità.

Ai microfoni di Volley NEWS, Melandri ha commentato l’esito della stagione della sua squadra a due settimane dall’eliminazione nelle semifinali dei Play Off Scudetto contro Conegliano. Una sconfitta che ha sicuramente lasciato amarezza e delusione, ma che non cancella quanto di buono ha fatto la formazione brianzola nel corso della stagione.

Partiamo dalla vittoria della Saugella Monza in Challenge Cup. Quali emozioni ha provato a sollevare questo trofeo?

“Ho provato emozioni uniche e difficili da descrivere. Non è stato facile vincere questa Challenge Cup, visto che sia la semifinale sia la finale sono state partite complicate e con molte insidie; tuttavia, siamo state brave a sfruttare al meglio le nostre risorse senza mai perdere lucidità”.

Se ripensa al vostro percorso europeo, qual è la prima istantanea che le viene in mente?

La partita di semifinale che abbiamo giocato in trasferta contro il Volero Le Cannet è stato il momento della svolta. A Cannes abbiamo capito che il livello della competizione si era alzato notevolmente rispetto ai turni precedenti e che solo esprimendo il nostro miglior gioco potevamo ambire alla vittoria finale“.

Monza ha disputato anche un ottimo campionato, terminando la regular season al quarto posto e raggiungendo le semifinali dei Play Off Scudetto.

Penso che il quarto posto in regular season sia stato meritato. Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, dimostrando di essere una squadra forte e capace di potersela giocare con le big. Non è stato semplice trovare i giusti equilibri, visto che alcuni elementi importanti della squadra sono arrivati a ridosso dell’inizio del campionato per via degli impegni in Nazionale: siamo cresciute di partita in partita disputando alla fine una grande stagione“.

Cosa vi è mancato nella serie di semifinale con Conegliano?

Sicuramente Conegliano ha meritato di andare in finale. In questa stagione ha perfezionato i propri meccanismi di gioco dimostrando di avere una marcia in più rispetto a tutte le altre squadre. All’inizio della serie eravamo molto preoccupate di contenere l’attacco delle nostre avversarie, ma fin dai primi scambi ci siamo rese conto che potevano contare anche su un sistema di muro-difesa davvero formidabile. Di conseguenza, abbiamo dovuto cercare alternative per esprimere un gioco fluido e concreto e alla fine siamo riuscite a dare loro filo da torcere in Gara-3“.

Anche in questa stagione ha dimostrato un’ulteriore crescita: è riuscita ad essere nel vivo del gioco e molto spesso una delle protagoniste. Quanto pensa di essere maturata come giocatrice e quanti margini di miglioramento ha ancora?

Si è appena concluso il mio sesto anno da professionista e inizio a rendermi conto di avere un buon bagaglio di esperienza. Il mio attacco è andato sicuramente meglio rispetto alle passate stagioni e sono contenta di aver mostrato a tutti di non essere solo una centrale da muro. Credo di avere ancora tanti margini di miglioramento: sono alla continua ricerca di nuovi stimoli per alzare l’asticella e diventare una giocatrice di alto livello“.

Quanto è stato importante trovare un buon feeling con la palleggiatrice Micha Hancock?

Mi sono trovata davvero bene a giocare insieme a Micha. Sicuramente il palleggiatore ha un compito difficile perché deve gestire tutta la squadra, ma Hancock è riuscita a coinvolgermi al meglio nel suo gioco. Da centrale so bene che ci sono alcuni momenti della partita in cui ho meno possibilità di attaccare, anche se cerco sempre di dare il mio contributo lavorando in primo tempo anticipato per smarcare le bande e l’opposto“.

Il gruppo è stato il fattore X di questa Saugella secondo lei?

Certo. Le squadre vincenti sono sempre caratterizzate da un gruppo unito di persone che danno il massimo non tanto per se stesse quanto per le proprie compagne e la squadra. Quest’anno abbiamo dimostrato tutto questo“.

Capitolo Nazionale. Come mai non è stata convocata per l’estate azzurra?

“Non ho avuto modo di parlare con Mazzanti e perciò non conosco le motivazioni. Ovviamente spero sempre di vedere il mio nome tra le convocate, ma rispetto le scelte del commissario tecnico. Non mi perdo d’animo, perché penso di aver mostrato la giocatrice che sono. Mi dispiace solo per non essere riuscita a giocare le mie carte nel collegiale della scorsa estate, quando sono stata bloccata da un infortunio dopo che a metà luglio ero stata aggregata al gruppo azzurro“.

L’Olimpiade del 2020 rimane uno dei suoi obiettivi?

Penso che il sogno di ogni atleta sia quello di poter partecipare alle Olimpiadi: sarei un’ipocrita a dire che non vorrei andarci. Cercherò sempre di dare il massimo per guadagnarmi questa possibilità, ma so bene che non dipende solo da me“.

Che cos’è per lei la pallavolo e cosa l’ha portata a fare di questo sport un aspetto fondamentale della sua vita?

Giocare a pallavolo è il sogno che avevo fin da piccola. Sono felice che una passione sia diventata il mio lavoro e la mia quotidianità, ma non dimentico tutti i sacrifici che ho dovuto fare da adolescente. La pallavolo è una scuola di vita che mi ha regalato un bagaglio di esperienze che porterò con me per sempre.

CONDIVIDI SUI SOCIAL

Facebook

ULTIMI

ARTICOLI


Carlo Parisi Volley Bergamo 1991

Bergamo conferma lo staff di coach Parisi per ricominciare da dove è arrivata

A1 Femminile

Bergamo blinda anche il suo staff tecnico. Dopo quella di Carlo Parisi, arriva la conferma anche dei suoi più stretti collaboratori: il vice, Marcello Cervellin, il preparatore atletico Luca Rossini e lo scoutman Alessandro Bianciardi. E, con loro, anche per lo staff medico si proseguirà il percorso nel segno della continuità con i medici Alberto Baldi e Maurizio Gelfi, la nutrizionista Marta Gamba e i fisioterapisti Matteo Gandolfi e Matteo Bonfanti. E come Team Manager ci sarà ancora Ludovico Carminati.

Così, mentre Rossini condivide l’avventura in Nazionale con Parisi e lo Staff di Velasco, Cervellin lavora in palestra per tenere in allenamento Linda Manfredini, rimasta a Bergamo per terminare l’anno scolastico.

Ed è proprio il secondo allenatore rossoblù a tirare le somme di un’annata speciale, provando a spiegarne i segreti: “Si è creato subito un buon rapporto tra i componenti dello staff, la squadra e la società. Poi abbiamo avuto l’abilità di sfruttare un inizio di campionato senza big in molte delle squadre avversarie che ci ha permesso di andare in fiducia per il resto della stagione. Forse avremmo potuto fare un po’ meglio nella parte finale dell'anno, anche se bisogna riconoscere che ci sono stati degli scontri con squadre di caratura superiore. A Bergamo ho trovato un ambiente dinamico in un campionato in cui è andato tutto bene, un contesto che ha dimostrato cultura sportiva anche nei piccoli momenti di difficoltà. Perché quando le cose vanno bene è tutto più semplice, ma nei momenti in cui i risultati non venivano, la società ci ha messo in condizione di tranquillità e organizzazione per fare il meglio possibile”.

C’è qualcosa che avrebbe voluto fare in modo diverso?

“Avrei voluto fare qualche risultato in più alla fine della stagione che ci avrebbe permesso di fare una partita di più in casa nella fase dei Play Off e di avere qualche possibilità in più per allungare il nostro percorso. Ma non si può chiedere tanto di più a questa stagione”.

E ora?

“Ora dobbiamo lavorare per ricreare situazioni simili di fiducia della squadra e di fiducia reciproca da parte di tutti noi e poi limare ogni piccolo particolare in cui tutti possiamo migliorare. E’ utopico pensare che si possano ricreare le stesse situazioni dello scorso anno, in cui siamo stati bravi ma abbiamo avuto anche un po’ di fortuna. Quella fortuna che forse non avremo, potremo aggiustarla migliorando ogni dettaglio con l’obiettivo di confermare ciò che abbiamo fatto, che sarebbe un grandissimo risultato. Se poi venisse anche qualcosa in più…”.