L’anno magico di Fefè: “Le vittorie non cambieranno la nostra filosofia” (VIDEO)

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Di Eugenio Peralta

Un anno così, nessuno di noi potrà dimenticarlo tanto facilmente. Figuriamoci il protagonista assoluto: Fefè De Giorgi, l’uomo che ha riportato l’Italia della pallavolo su tetto del mondo, coronando nel migliore dei modi un’incredibile (e ancora aperta) serie di successi delle nazionali e dei club. In un periodo tradizionalmente dedicato ai bilanci, non potevamo che rivolgerci al CT azzurro per rievocare le straordinarie emozioni degli ultimi mesi, ma anche per guardare a un futuro ricco di nuove sfide e grandi aspettative. Ecco la nostra intervista esclusiva, con un augurio speciale per i lettori di Volley NEWS!

Come si vive dall’interno un momento così eccezionale per la nostra pallavolo?

Indubbiamente è una stagione che dobbiamo ricordare con grande orgoglio, e che sarà difficile ripetere, anche se non ci poniamo dei limiti. Sicuramente si prova un senso di orgoglio per tutto il movimento, perché la Federazione ha avuto un’annata incredibile e credo che anche gli altri paesi, gli altri sport e gli altri appassionati ci guardino con ammirazione; è una sensazione davvero piacevole. Sono orgoglioso perché non è frutto di una casualità: da sempre Federazione e Leghe spingono per cercare di migliorare questo movimento e renderlo più stimolante e al passo con i tempi, facendo crescere anche le persone. Di questo percorso vincente fanno parte la formazione degli allenatori, il Club Italia, l’attenzione del nostro presidente al territorio“.

Non sono nazionali: anche i club italiani si confermano vincenti. Questo aiuta anche chi lavora in azzurro?

Certo che sì. Se la Federazione è la madre di tutto il movimento, il lavoro che si fa con i club è determinante, perché fa crescere giocatori che, come nel caso della mia nazionale, hanno bisogno di aggiungere esperienza al loro bagaglio. Il nostro è il campionato migliore del mondo, a volte ce lo diciamo un po’ da soli, ma chi è stato all’estero come me sa che è vero: lo è non tanto per le squadre forti, quanto per il livello medio, che lo rende di altissima qualità. Anche questo è motivo di orgoglio, continuare ad avere un campionato competitivo che regala spettacolo a chi guarda e permette a molti nostri atleti di crescere“.

Foto: Rubin/FIPAV

Dopo un’annata così è inevitabile che ci si aspetti tanto dagli azzurri, specialmente con gli Europei in casa. Come gestirete la pressione?

Pressione? Non ce ne sarà per niente… (ride, n.d.r.). Scherzi a parte, bisogna affrontare la cosa con il giusto equilibrio, perché se vuoi rimanere ad alto livello devi passare attraverso questo tipo di sensazioni. Si alza l’asticella, è quello che cerchiamo di fare di volta in volta. Credo che le vittorie non debbano cambiare la filosofia che ci ha portato fin qui, quella di continuare a crescere e migliorare. Questo è un gruppo ancora molto giovane, ha grandi margini e deve cercare di utilizzarli senza guardarsi indietro.

I risultati sono la conferma della bontà del percorso che si sta facendo. Il cambio generazionale è stato un momento importante e ha fatto capire che ci sono ragazzi di qualità. Adesso dobbiamo continuare, come uno sportivo deve sempre fare: aver vinto Mondiali ed Europei è una grande soddisfazione, è stata un’impresa sportiva perché compiuta da ragazzi molto giovani, però non è che ci dia un set o un punto di vantaggio, per le prossime partite, anzi. Bisogna mettersi lì con l’umiltà giusta, con il pensiero che se si vuole restare in alto bisogna migliorare ancora, perché gli altri cercheranno di lavorare ancora più duramente per superarci.

L’importante è stare lì e giocarsi i trofei, stabilizzarsi verso l’alto; poi quando si giocano queste competizioni le differenze sono minime. Si è più bravi degli altri in quel momento, ma non è che noi siamo nettamente i migliori in assoluto. L’attesa ci sarà, ma l’abbiamo già vissuta a Bologna e diciamo che da questo punto di vista abbiamo già dato… adesso restiamo concentrati sulle cose concrete e continuiamo a vivere questo nostro percorso di crescita, fatto anche di soddisfazione e di orgoglio di rappresentare la nostra nazionale, un piacere e un’emozione che poi devi essere anche bravo a trasmettere“.

Foto Volleyball World

Vi siete già riuniti con lo staff per programmare la nuova stagione. Ci puoi dare qualche anticipazione?

Be’, sarà di nuovo un anno piuttosto impegnativo. C’è la VNL che parte, e la prima settimana è sempre quella più delicata perché probabilmente non ci saranno tutti i giocatori. A chi arriva alla finale di Champions o alle Finali Scudetto cerco di dare due settimane di riposo, se no è un disastro: questi calendari non tengono minimamente conto delle esigenze di recupero dei giocatori, ci dobbiamo pensare noi allenatori cercando di compensare un pochino. Quindi la prima settimana di VNL vedremo che squadra riusciremo a portare, dopodiché la stagione sarà abbastanza intensa tra le finali in Polonia, gli Europei in Italia e dopo neanche dieci giorni le qualificazioni alle Olimpiadi.

Partiremo ai primi di maggio e finiremo il 10-12 ottobre: sono 5 mesi e mezzo-6 di attività, che sono tantissimi. Ho voluto fare un incontro subito perché, avendo già adesso le date, dobbiamo essere bravi a programmare il più possibile. Questo anche perché, per come funziona il ranking, bisogna avere una buona continuità di rendimento per mantenere una posizione favorevole in vista delle qualificazioni olimpiche. Da gennaio, inoltre, cercheremo con tutto lo staff di essere più presenti accanto alle società, anche per avere dei feedback su tutti i giocatori di interesse nazionale“.

Foto Federazione Italiana Pallavolo

A proposito di giocatori: ci sarà la possibilità di vedere qualche volto nuovo in nazionale?

Stiamo seguendo il campionato e ci sono sicuramente giocatori interessanti, come Stefani, Rinaldi, Sanguinetti o Gollini. Tutti questi ragazzi che hanno possibilità vengono seguiti e poi vedremo a fine campionato di poterli inserire nel percorso. Senza dimenticare la A2, perché il gruppo dell’Under 22-23 guidato da Fanizza, che quest’anno ha solo le Universiadi, continuerà a lavorare, altrimenti questi giocatori rimarrebbero fuori dall’attività delle nazionali. Manterremo la gestione dell’anno scorso, con l’Under 23 vicina alla prima squadra, e le porte resteranno aperte soprattutto a chi ha qualità, non solo tecniche e fisiche, perché in questo percorso entrano persone che hanno senso della maglia e della squadra, e una cultura del lavoro importante. Chi ha queste caratteristiche è ben accetto“.

Recentemente la Federazione ha firmato un accordo di cooperazione con Israele, e anche tu eri presente all’incontro. Puoi spiegarci di cosa si tratta?

Israele è un paese che vuole fortemente crescere, tanto da aver preso l’organizzazione di un girone degli Europei, ed è una realtà che può fare molto bene. Quindi è normale che si rivolga a Federazioni più strutturate per capire i loro percorsi e valutare che strada prendere. A livello tecnico è uno scambio di esperienze e di opinioni importante: per loro è utile confrontarsi con i nostri allenatori anche per capire come funziona la formazione, perché da noi in Italia i tecnici fanno un percorso che ti spinge a tenerti sempre informato e aggiornato e compiere i passi giusti“.

Foto Facebook Francesco Gruppuso

In questo periodo ti abbiamo visto spesso in tv, dove d’altronde eri stato protagonista già in passato…

Questi due mesi e mezzo sono stati faticosi ma piacevoli, anche perché, con la ripresa dei campionati, ero rimasto solo io disponibile e sono dovuto andare un po’ dappertutto! Quello che mi piace più di tutto è poter parlare di pallavolo in trasmissioni calcistiche… Al di là di questo, io sono un tipo molto curioso e quando mi propongono qualche esperienza la faccio, perché qualcosa può sempre aggiungere. Commentare dalla tv ti permette di metterti un po’ dall’altra parte, e ti aiuta sicuramente anche a migliorare le capacità di comunicazione.

Quando c’è l’occasione lo faccio volentieri anche perché la storia di questa squadra è bella, parla di giovani di talento che hanno raggiunto in poco tempo risultati incredibili ed esprimono valori. Siccome siamo in un momento abbastanza delicato, se c’è l’opportunità è bene che si parli di queste storie, perché possono anche ispirare qualche giovane che si trova in difficoltà. Capire che dei giovani della stessa età sono riusciti a raggiungere risultati tramite il sacrificio, il lavoro, i valori di squadra, può dare speranza e fiducia a chi inizia a fare sport, e anche avvicinare le persone alla pallavolo, cosa che nel settore maschile ci serve eccome“.

Infine il messaggio di auguri di Fefè ai nostri lettori:

Un augurio di buon Natale, buone feste e buon anno, con l’auspicio prima di tutto di stare bene in salute, che non dipende solo dalla fortuna ma anche da come viviamo certe situazioni; di goderci le cose belle che abbiamo, di guardare alle cose positive che ci sono e non solo a quello che manca, e di avere sempre degli obiettivi positivi da realizzare. Dobbiamo inseguire dei sogni che non siano però impossibili e irrealizzabili, ma obiettivi concreti, da affrontare guardando le potenzialità e non i difetti“.

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Focus: Zhasmin Velichkov, un’altra grande promessa bulgara. Ce ne parla Chicco Blengini

Focus

Uno dei volti nuovi del roster della Vero Volley Monza il prossimo anno sarà un giovane schiacciatore, classe 2007, di cui si parla già un gran bene. Si tratta di Zhasmin Velichkov. Dopo i fratelli Nikolov (QUI il nostro Focus su Simeon), un altro gioiellino della nazionale bulgara che in questo quadriennio olimpico è destinata a diventare un osso durissimo per chiunque. A raccontarci questo ragazzo, dal punto di vista caratteriale è tecnico, è Gianlorenzo 'Chicco' Blengini, che della Bulgaria è il nuovo ct e che, neanche a farlo apposta, sarà il primo avversario dell'Italia nella prossima VNL.

SARA' UN FENOMENO?
"Io andrei piano con queste cose - mette subito in chiaro Blengini - Ai ragazzi di talento bisogna spiegare bene che la pallavolo giovanile è una cosa, poi c'è la pallavolo vera. E nella pallavolo vera le dinamiche legate all'età decadono. Faccio un esempio: se sei un 2005 che per sei anni fa stabilmente la nazionale, e lo fa magari anche in una di quelle migliori, quando poi finisce il giovanile non centra se sei del 2005 o del 2015, centra chi è più bravo, mentre magari nella tua annata, per tanti anni nella giovanile, nel tuo ruolo non c'erano tante alternative e il livello era diverso. Anche a quelli che a livello giovanile sembrano essere dei fenomeni, bisogna costantemente fargli capire che poi c'è sempre bisogno di tanto lavoro, tanto impegno e tanta umiltà. Insomma, non bisogna dare per scontato che se sei precoce poi arrivi di sicuro".

PERO'... C'È UN PERO'
"Però Velichkov è un ragazzo che, questo sì lo possiamo dire, ha una qualità evidente sotto diversi punti di vista: è precoce nella qualità del gioco, ha una grande attitudine nella ricezione, i centimetri li ha (203), però deve fare un grande lavoro dal punto di vista sia del completamento tecnico quanto della possibilità di lavorare molto, e molto bene, fisicamente".

MATURITA' SOPRA LA MEDIA
"Ovviamente ci siamo confrontati in diverse occasioni sul fatto di andare a giocare in Italia, questo inverno sono andato a trovarlo spesso nel suo club per vedere da vicino lui, ma anche altri ragazzi interessanti. Velichkov è un ragazzo che per l'età che ha mostra una maturità notevole nel ragionare sulle cose, nel prendere delle decisioni. E questo lo si percepisce parlandogli, ma anche vedendolo giocare".

GIUSTO ARRIVARE IN SUPERLEGA A QUESTA ETA'?
"L'essere giovani, o l'essere vecchi, non deve essere un valore. Il valore che più conta per noi allenatori è la qualità del giocatore. Quindi non vedo un'età giusta per giocare in un determinato campionato, vedo un livello che può essere giusto o meno per fare certe scelte. Secondo me il ragazzo ha dimostrato di essere all'altezza di fare questo passo perché ha già giocato stabilmente il campionato bulgaro tutto l'anno, titolare, e lo ha retto molto bene. È un giocatore che ha grande prospettiva e quindi secondo me è anche il momento di sacrificare anche un po' il fatto di giocare sempre per fare un upgrade dal punto di vista della qualità del lavoro, della qualità del roster con cui si confronta quotidianamente"

GIOCARE DI PIU', DUNQUE, NON È SEMPRE LA GIUSTA VIA PER UN GIOVANE
"Tra i vari acceleratori di crescita, il giocare a livello più alto possibile è la cosa che accelera di più il miglioramento, soprattutto nella capacità di capire il gioco, di districarsi nelle situazioni che propone ogni palla, però per esempio in un caso come quello di Velichkov credo che questa decisione possa essere più funzionale al bilanciamento del lavoro. Lui il problema di giocare fondamentalmente non c'è l'ha perché, essendo precoce, negli ultimi anni lo facevano giocare dappertutto e quindi ha più giocato che fatto allenamenti. Avendo anche la scuola, ha avuto poco tempo per costruire, e invece lui ha bisogno di costruire tecnicamente, ma soprattutto dare un'accelerata al lavoro di forza, e quindi alla parte fisica".".

LO VEDREMO IN VNL?
"È in lista, ma non so se lo impiegherò. Fa parte del gruppo perché deve il prima possibile far parte del progetto e sarà molto utile per lui allenarsi con i seniores il più possibile per alzare il livello. Ma sono altrettanto convinto che, fatta eccezione per qualcuno, questi giocatori debbano dare alle federazioni il proprio contributo nelle nazionali di categoria. Lui già lo scorso anno è stato stabilmente nella nazionale Under 20 e Under 21 che quest'anno ha un Mondiale e una qualificazione all'Europeo. La nazionale Under 19 anche lei ha la sua attività e la sua manifestazione. La cosa importante è che lui in quelle manifestazioni faccia la differenza per la Bulgaria. Questo deve essere l'obiettivo chiaro per lui. Quindi quello che dovrà fare questa estate sarà allenarsi quanto più possibile con quelli bravi per poi andare lì, nelle nazionali giovanili, e fare sempre meglio. Bisognerà trovare il modo di incastrare le due cose, dunque sarà per lui un'estate molto intensa, ma posso anche dire che nella mia testa lui l'anno prossimo dovrebbe entrare stabilmente nella nazionale maggiore".

Di Giuliano Bindoni
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