La Turchia di Giuseppe Bosetti: "Al Vakifbank mi considerano"

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Di Redazione

Un anno fa la decisione di lasciare Orago per approdare al Vakifbank Istanbul come responsabile del settore giovanile. Trecentosessantacinque giorni dopo Giuseppe Bosetti, il prof del volley volato in Turchia assieme alla moglie Franca, racconta la sua nuova vita. Riportiamo l’intervista integrale realizzata dalla Prealpina, a firma Samantha Pini.

Italia e Turchia, due mondi diversi.

“La differenza sta soprattutto nell’organizzazione dei principali club: è tutto super professionale, molto spesso la struttura sportiva è di proprietà e quindi non ci sono problemi di orario per l’uso della palestra. Al Vakif abbiamo anche una quindicina di alloggi per le giocatrici”.

Disponibilità economica, ma non solo.

“Certo, il denaro conta tanto ma anche la capacità di sfruttare al meglio le risorse. In Turchia ci sono almeno 10-12 persone inserite a tempo pieno in un club. Io gestisco 8 tecnici che lavorano prima in ufficio, sulla programmazione, e poi allenano”.

Niente procuratori poi…

“L’interferenza dei genitori sulle giocatrici è minima. Questa è la cosa semplice ed efficace del sistema turco che porterei in Italia. Le atlete si allenano all’interno di una struttura dove non entra nessuno; si può comunicare con la dirigenza ma non con lo staff tecnico. Non esistono i procuratori per le giovani. Una giocatrice è difficile che si trasferisca in un altro club perchè la famiglia o il procuratore lo vuole, è la società che decide”.

Il faro al Vakif è Giovanni Guidetti.

“Un piacere lavorare con lui, c’è grande dialogo e collaborazione. Il Vakif è l’unica squadra turca ad aver investito su allenatori provenienti dall’estero, ma la scelta paga”.

Quindi Bosetti aggiunge: «In Turchia sono considerato; il presidente mi ha formulato un’offerta quadriennale ma non ho accettato perché preferisco andare avanti anno per anno. Lavoro per il club forse più importante al mondo ed è una cosa per me gratificante, peccato sia capitato troppo tardi. Ho avuto tanto dal volley ma ciò che sto ricevendo ora è la ciliegina sulla torta. Tornare in Italia? Nella vita può succedere di tutto ma se mi vorranno, resterò al Vakif”.

Non solo volley nella vita turca dei Bosetti.

“Il primo periodo non è stato facile, mi perdevo anche all’interno del palazzetto. Istanbul è una bellissima città, ordinata e pulita. La gente è cordiale ed educata, è tutto molto controllato. Quando passo davanti al bar mi chiamano per offrirmi il the, sono piccole cose che fanno piacere. Il traffico è caotico e per questo ho chiesto di vivere vicino al club: vado in palestra a piedi. Volevano darmi un appartamento in una zona più “in” ma sto bene dove sono”.

Tornando da noi, l’accordo Orago-Uyba.

“Due società importanti che insieme possono fare qualcosa di ancora più prestigioso. È utile per il movimento e per la qualità delle giocatrici che può attirare. I risultati giovanili di entrambe sono stati buoni e la provincia di Varese si è stabilizzata su un livello qualitativo alto; manca il titolo Nazionale, è vero, ma Roma ha fatto spesa dalle nostre parti”.

(Fonte: Prealpina)

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