La prima trasferta del Vittorio Veneto a Bolzano regala un finale al cardiopalma

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Di Redazione

Si inizia finalmente con la prima partita del Campionato Nazionale di Serie B, girone B, affrontando forse la trasferta più lunga di questo campionato, quella nel lontano Trentino Alto Adige contro AVS Bruno Mosca.

La società avversaria, in soli 5 anni dalla nascita, approda alla serie A e, dopo l’esperienza dello scorso anno, riparte dalla categoria inferiore con una squadra giovane, ricca di talenti e di aspettative.

Per questa nuova stagione, infatti, AVS ha rafforzato sia il settore tecnico che quello dirigenziale con l’intento di riportare la serie A a Bolzano.

In effetti non si può certo dire che non si siano visti talenti in questo match. La compagine neroverde parte forte, portandosi a casa il primo parziale ma, grazie alla maggiore continuità di AVS, si fa sopraffare dagli avversari nei due parziali successivi, trovandosi così in svantaggio per 2-1.

Capitan Menardo e compagni non ci stanno a lasciare la vittoria in mano ad AVS e, riconquistando la parità (2-2) nel quarto set, ci emozionano con un finale di partita al cardiopalma: un quinto set perso solo all’ultimo, 23-21.

Coach Fasce, per questa partita inaugurale si affida a capitan Menardo alla regia, opposto Perissinotto, in attacco Comencini e Agostinello, al centro Cozzi e Croci, libero Di Maulo.

Il primo set inizia combattuto: sono un punto in attacco di Perissinotto e l’ace di Croci che portano il VV a +4 (2-6), con conseguente chiamata di time out da parte di coach Palano. Il servizio di Croci rimane inciso e, con l’aiuto di un ottimo posizionamento in difesa, il VV si porta 3-8. Gli avversari provano con qualche giocata a rifarsi sotto, ma il gap rimane importante per il VV (8-13).

In seguito a due muri spettacolari di AVS, coach Fasce preferisce parlare ai suoi giocatori chiamando il primo tempo sull’11-14. Questo non è sufficiente perché gli avversari trovano soluzioni in attacco molto efficaci tanto da rimarginare la distanza e portarsi 16-17. Palano chiama in causa Held nel tentativo di cambiare le carte in tavola, ma dopo l’errore in attacco proprio di Held, AVS chiama il suo secondo tempo. I frutti si vedono: è parità sul 20-20. Sono però i ragazzi neroverdi ad essere più lucidi e a chiudere il primo parziale 22-25

AVS quello schierato in campo, e non basta a dare una scossa ai neroverdi l’ingresso di Fiore. Siamo già sotto 10-2 quando rientra il capitano. Una luce si accende nella compagine milanese (12-6), ma è un attacco stellare di Boesso e il suo successivo ace a portare di nuovo in altro AVS per 15-7.

Nonostante i tentativi di coach Fasce (l’ingresso di Passoni e in seguito quello di Bernazzani) il VV non riesce a rimarginare il gap che si trasforma in -9 (21-12). È qui che le cose cambiano perché l’errore di Lallani e il muro di Cozzi su Scarpi costringono la chiamato del tempo da parte di Palano (23-16). I ragazzi non mollano: Perissinotto dà sicurezza al servizio, ma decisivo per la chiusura di questo parziale è l’ingresso di Folie che chiude con l’ultimo punto 25-21.

Anche il terzo set non ci vede protagonisti perché capitan Menardo e compagni sono costretti a rincorrere un gap che non riescono a colmare. Se da una parte AVS sembra aver trovato coraggio ed equilibrio, dall’altra, il VV, sbaglia di più e sembra meno unito.

Coach Fasce preferisce schierare Mianiti e chiama in causa ancora Bernazzani per il giro in seconda linea, ma siamo sotto di 5 lunghezze (15-10) quando è costretto a chiamare il suo secondo tempo discrezionale. Sul 17-12 Fasce prova il doppio cambio con l’ingresso di Fiore e Croci.

Sono gli stessi 5 punti del secondo set che non riusciamo a recuperare. E non basta la chiusura del doppio cambio perché un altro ace di Scarpi porta la sua quadra in vantaggio 21-15. È ancora una bella giocata di AVS che li porta vicini al traguardo, ma una difesa VV e un muro di Cozzi costringono Palano a fermare il gioco (23-18). Con tanta pressione su se stesso (24-20) è Perissinotto che serve bene e fa il punto del 21. Ma è il suo stesso errore che chiude il parziale per gli avversari 25-21.

Nel quarto set il VV si gioca il tutto per tutto. Le squadre si sfidano punto a punto, ma Fasce ferma subito il gioco quando AVS prende il primo break (5-2). L’ace di Comencini ci porta 5-4, che si trasforma in fretta in 6-7 a causa del fallo di doppia degli avversari e dell’ace di Cozzi. AVS si porta però di nuovo avanti +2 (15-13). Ma è dopo il muro di Mianiti e l’errore di Boesso che il VV arriva per primo al 18-20. Gli avversari non si tirano indietro però, ed è il nostro fallo a muro a portarli in parità 24-24. Il set chiude a nostro favore 25-27 in seguito all’errore di Lalloni.

Il quinto set è una girandola di emozioni. Il VV parte ancora male così Fasce ferma subito il gioco (3-0). È sempre l’ottimo servizio di Lalloni che mette in difficoltà la ricezione VV, ma sono i due ace consecutivi di Mianiti a risollevarci 5-4. Al cambio campo sono gli avversari in vantaggio 8-4 e nonostante qualche bella giocata nelle file milanesi, rimangono 3 le lunghezze da colmare.

Perissinotto e compagni non mollano: il nervosismo per un finale di partita infuocato è evidente in entrambe le formazioni soprattutto quando, un iniziale errore arbitrale, aveva decretato la fine del match per 15-13 per AVS. Non è così però, perché il match si riapre sul 14-14 e, punto a punto, si arriva 18 pari, quando dopo ben 5 match point di AVS, è Scarpi a chiudere con l’attacco del 23-21.

Nonostante la sconfitta, si sono visti ottimi segnali nella compagine neroverde, segnali che ci fanno ben sperare per il futuro perché la pallavolo espressa a Bolzano è stata di altissimo livello.

Questo non basta a consolarsi del solo punto fatto in questa difficile trasferta, bisognerà lavorare ancora tanto in palestra per dimostrare che, quell’ipotetico undicesimo posto in classifica a fine campionato a cui qualcuno ci ha assegnati, non è quello che ci spetta.

La prossima partita sarà uno scontro importante con Valtrompia Volley. Domenica 21/X, ore 18 – Palazzetto Centro Pavesi, via De Lemene, 7 MI.

AVS Mosca Bruno – GetFit Milano Vittorio Veneto 3-2 (22-25, 25-21, 25-21, 25-27, 23-21).

AVS Mosca: Bleggi (K) 8, Boesso 36, Bressan 9, Lalloni 16, Held 2, Grassi, Brillo (L), Folie 2, Scarpi 17, Santi (L) n.e. Bandera, Blasi, Senoner, Huber.
Allenatori: Donato Palano, Matteo Filippi – Team Manager: Eros Ambrogi.

Vittorio Veneto: Merando (K) 3, Perissinotto 27, Comencini 6, Agostinello 4, Croci 5, Cozzi 17, Di Maulo (L), Fiore, Lapo 15, Passoni, Bernazzani n.e. Miele (L), Guerinoni, Cremonesi, Minelli.
Allenatori: Gianpiero Fasce, Gianluca Marchini – Team Manager: Francesco Falanga.

(Fonte: comunicato stampa)

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Rinaldi, biennale in Giappone: “Vi racconto perché vado, i dubbi iniziali e… Modena”

Sale in Zucca

Osaka Blazers Sakai. Tutto o niente. Bianco o nero, o bianco e rosso se si ragiona per cromatismi della vita, e per la nuova bandiera d’appartenenza pallavolistica di Tommaso Rinaldi. La vita è fatta di cambiamenti, spesso radicali, di sfide che portano uno dei primi di italiani, ma di quelli che si candidano ad essere primi della classe a sbarcare nel campionato nipponico, dopo un passato anche recente fatto di Modena, patria del tifo sfegatato, del palazzetto che si riempie dell’entusiasmo e della mitomania, che è poi tipica del giapponesismo del volley. Lui è Tommaso, occhi di ghiaccio, voglia ed esigenza di essere più grande dei suoi 24 anni, destino di essere grande tra i grandi. 

L’entusiasmo per questa nuova avventura c’è tutto, anche se il pensiero di rinunciare a ciò che lo rende uno dei volti più interessanti della Superlega è tuttora presente.

“Osaka è nata per caso. È una destinazione a cui non avevo mai pensato finché all’inizio dell’anno, l’allenatore dei Blazers mi ha contattato su Instagram per sondare la volontà o la mia curiosità di giocare in un campionato così lontano da casa. Se vogliamo, lontananza a parte, è un campionato davvero diverso dal nostro, ma stimolante”.

Non voglio parlare della trattativa in sé. Volevo capire come è iniziato il suo processo di lento sradicamento da una città che lei ama tanto.

“C’è stato subito il confronto con la mia famiglia e con il procuratore anche solo per capire assieme cosa pensassimo di un passo del genere. Non ho ragionato pensando a ciò che mi veniva offerto, non è stato quello l’aspetto che mi incuriosiva di più. Ho pensato se fosse un’opportunità a quest’età e se davvero il Giappone potesse rappresentare un investimento sulla mia carriera”.

Che risposta si è dato?

“Sono rimasto colpito dall’attenzione e dal pensiero fatto da parte della società. Inizialmente ho pensato anche a Modena, perché non volevo lasciarla. Al di là della società in cui sono cresciuto, in cui ho vissuto per moltissimi anni, il pensiero è andato a ciò che mi ha dato tanto e che avrei dovuto lasciare. Ho un’offerta biennale a Osaka, segno che il progetto è lungo e che la volontà di fare bene c’è tutta”.

So che troverà un giocatore che già conosce.

“Sì, Matt Anderson. Saremo compagni di squadra e potremo fare assieme una bella stagione”.

Anderson e Rinaldi. Possiamo fare delle similitudini?

“Mi dica”.

La pallavolo giapponese vive di simbolismo, un po’ come tutta la cultura. Penso ai vostri due volti. C’è tanto marketing. Siete molto belli, siete due volti innocenti, siete un po’ uno stereotipo occidentale. Il volley un po’ pop vende biglietti?

“Sicuramente faremo clamore. Se parliamo di canoni estetici, rappresentiamo forse qualcosa di pulizia e trasparenza, non so quanto questo conti. Sono un popolo molto devoto alla pallavolo, molto attento, che esprime con moderazione ed educazione la propria gratitudine e il proprio affetto e simpatia nei confronti degli atleti”.

L’emozione c’è?

“C’è curiosità. Partirò ad agosto e sarò solo in questa prima fase. Se mi vuole chiedere quanta paura ho della solitudine, del fatto che sarò dall’altra parte del mondo per la prima volta per così tanto tempo, le dico che dovrò imparare a gestire tutto, ma sono fiducioso. Papà e mamma sono stati determinanti e mi hanno lasciato libero, senza il rimpianto di non avermi più a Modena a due passi da casa”.

Rinaldi, mi fa specie vederla diventare così grande.

“Sono cresciuto anche io. Questa è una grande occasione arrivata nel momento giusto”.

Intervista di Roberto Zucca
(©Riproduzione riservata)