La nuova vita di Mattia Rosso: “La pallavolo non è più totalizzante”

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Di Redazione

Se la sua esistenza fosse un libro, la storia comincerebbe sicuramente da Cuneo. Se la storia di Mattia Rosso, poi, proseguisse fino al presente, nella sua vita non mancherebbe nulla. Appagato da ciò che è stata la sua carriera, pieno di quell’amore dato da sua moglie Anna Maria e dalla piccola Angelica, che già guarda suo padre con orgoglio e con gli occhi di chi in fondo è felice di essere parte di quella storia:

Lei e Maria, mia moglie, mi mancheranno molto in questi mesi. Ma sono felice, perché mia moglie ricomincerà ad insegnare a scuola a Roma, che ormai è diventata la nostra casa. E Angelica inizierà l’asilo“.

Lei, nel frattempo, resta a Palmi.

Sì, e devo dirle la verità: qui in Calabria sto benissimo. È un luogo piccolo, ma io sono cresciuto a Cuneo che non è proprio una metropoli. La finestra di casa affaccia sul mare, e ho davanti un panorama bellissimo; la squadra mi piace, dobbiamo solo cercare di ritrovare la continuità che in alcune gare abbiamo perso“.

Foto Lega Pallavolo Serie A

Palmi è il dream team della A3: Rosso, Paris, Gitto. Basta questo?

C’è molto di più. Certo, Matteo e Carmelo portano una grande esperienza dai loro anni di Superlega e A2, ma ci sono dei giovani interessanti che completano una squadra che può fare molto“.

Non nascondiamoci: Palmi è una squadra fatta per salire in A2?

Non mi nascondo e le dico che sulla carta è sicuramente la squadra più forte. Le individualità hanno un ottimo livello. Entrano però in gioco una serie di dinamiche, tra cui il fatto che molti di noi non conoscevano il campionato di A3 e l’impatto non è stato semplice. È un campionato giocato in maniera diversa, in un modo differente e con un’impostazione di gioco sicuramente nuova per me. Anche un giocatore esperto può fare quindi fatica a disputare un campionato così“.

Perché ha deciso di scendere in A3?

Le vicende della vita mi avevano portato a optare con mia moglie la possibilità di restare a Roma ed iniziare un nuovo periodo della mia carriera in serie B a Civita Castellana. Mi sarei preso qualche anno per costruirmi qualcosa al di fuori della pallavolo, ci saremmo entrambi sistemati col lavoro. Poi le cose hanno preso una piega inaspettata“.

Foto Lega Pallavolo Serie A

Cioè?

Io ero abituato a firmare alla prima proposta ricevuta, e quindi decidevo di anno in anno abbastanza in anticipo rispetto alla fine del mercato. Stavolta, avendo optato per la B, il tempo è passato e hanno iniziato a chiamarmi da moltissime squadre di A2 e A3 una volta finita la prima fase del mercato. E quando è arrivata la proposta di Palmi è stata talmente interessante da aver rimesso in discussione tutto“.

Se le chiedessero di restare, magari per una A2, rimetterebbe ancora in discussione tutto?

Non parlo mai del mercato e di ciò che sarà il mio futuro finché non finisce una stagione e ci si siede a un tavolo con tutti gli elementi tra le mani. Certo che sarei disposto ad ascoltare una proposta per un proseguimento, ma dovrei analizzare il tutto con mia moglie. Sono arrivato ad un punto della mia carriera in cui la pallavolo non è più totalizzante“.

Perché?

Perché la vita mi ha messo davanti a eventi in confronto a cui il lavoro assume una valenza importante ma relativa. Ho visto mia madre spegnersi improvvisamente lo scorso anno. Non ha potuto vedere Angelica di persona, per via del Covid. E quando succedono queste cose inevitabilmente ti ritrovi a rimettere in ordine le priorità della vita. Macinare centinaia di chilometri l’anno per giocare è bellissimo se sei da solo a farlo, ma un matrimonio, una famiglia inevitabilmente ti portano a dare spazio a una pace e a una serenità differente“.

Foto Lega Pallavolo Serie A

È vero che trascorre le notti sugli autobus per Roma?

Capita molte domeniche. Finisco di giocare, salgo sul Flixbus alle dieci di notte, dormo un po’ e alle 7:15 della mattina dopo suono il citofono per vedere Maria e Angelica. Lo faccio volentieri. Per loro queste cose non mi pesano assolutamente“.

Le chiedo quanto Cuneo le è rimasta nel cuore.

Moltissimo. Talmente tanto che mi sarebbe piaciuto chiudere la carriera lì dove è iniziato tutto. Ma so che la società investe più su giocatori giovani attualmente. E se fossi il team manager, probabilmente opterei per la stessa scelta. Anche se ci sarei andato davvero volentieri. Cuneo è stata la mia casa, l’inizio di tutto. Le scarpette le avrei volute appendere al chiodo in quel palazzetto“.

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