La Lardini di fronte ad un altro impegno considerevole del suo percorso

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Di Redazione

In fondo ad un lungo tour de force, prima della sosta, la formazione filottranese affronta domani sera (ore 20:30) al PalaBaldinelli di Osimo il Club Italia Crai, squadra di grande talento (come quello delle vice campionesse del mondo Sarah Fahr, Marina Lubian e Sylvia Nwakalor) allenata da Massimo Bellano, il tecnico che nella stagione 2016/2017 ha guidato la Lardini alla promozione in A1 e alla conquista della Coppa Italia di A2.

Un tuffo nel passato anche per chi, come Laura Baggi, Ilaria Garzaro e Giulia Pisani, ha mosso i primi passi nel Club Italia.

Ci confrontiamo con una squadra che ha grande fisicità, che ha entusiasmo e che nel momento in cui prende ritmo diventa molto pericolosa – sottolinea l’allenatore della Lardini, Filippo Schiavo –, potendo disporre di giocatrici di alto livello per qualità tecniche e atletiche. Anche nell’ultimo turno contro Monza ha disputato una buona prova.

Rispetto all’andata ha recuperato entrambe le centrali titolari e ora può contare su un roster molto profondo. A dispetto di quello che possono dire i soli due punti che il Club Italia ha raccolto fin qui, non è affatto una partita semplice”.

L’imperativo per la Lardini resta quello di tenere alta la vocazione alla battaglia nel cercare un risultato positivo utile alla classifica e non solo. “Dobbiamo fare la nostra partita, contando sulle nostre forze, facendo una prestazione fatta di grande attenzione in difesa.

Vorrei vedere una Lardini che gioca sciolta e non con la tensione che aveva addosso nella partita con Chieri, una Lardini che non allenta l’intensità nemmeno nei momenti di difficoltà. Questa squadra ha la fiducia di tutti, oltre che valori importanti e non è certo una squadra che molla”.

(Fonte: comunicato stampa)

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“Oltre la Rete”: Paolo Porro protagonista di un documentario “dietro le quinte” del volley

Oltre il Volley

Cosa c'è nella vita quotidiana di uno sportivo? Come si arriva in cima tra i grandi della pallavolo? E quali sono gli ostacoli da superare che spesso non si vedono? Tutti gli appassionati, i tifosi e gli stessi giocatori, almeno prima di scoprirlo in prima persona, si sono posti domande come queste. E il documentario "Oltre la rete", ideato, scritto e diretto da Layla Bortoluzzi, con protagonista Paolo Porro, cerca proprio di trovare una risposta a tutti questi interrogativi, superando la linea che divide l'atleta dalla persona.

"Paolino", come è chiamato il primogenito di casa Porro, è ormai un habitué dei campi della Superlega sin dalla stagione 2020-2021, quando non ancora diciannovenne ha calcato il terreno del Palapanini con la maglia gialloblù dell'allora Leo Shoes Modena. Dal campionato successivo, il taraflex è rimasto quella della massima serie italiana, ma il palazzetto è diventato l'Allianz Cloud e la divisa quella bianca e blu dell'Allianz Milano.

Il palleggiatore azzurro a Milano si è affermato come uno degli alzatori migliori del campionato nostrano e nella stagione 2023-24 è stato uno dei protagonisti della storica qualificazione della sua squadra in Champions League, come raccontato nel documentario. La regista, studentessa di Comunicazione e Marketing dello Sport, ha realizzato questo film di 40 minuti durante il suo ultimo anno di laurea magistrale in Televisione, Cinema e New Media e ha ripreso la vita di Paolo tra allenamenti e partite, dimostrando quali possono essere le gioie, ma anche i dolori dello sport, focalizzandosi in particolare modo sulla bellezza e la difficoltà di un ruolo complesso e "particolare" quale è quello del palleggiatore.

"Oltre la rete", però, non si limita a questo, come spiega la stessa autrice, Layla Bortoluzzi, ma cerca di scavare un po' più a fondo con l'obiettivo "di raccontare la vita del pallavolista professionista a trecentosessanta gradi, mettendo in evidenza anche il dietro le quinte della vita di un atleta, ovvero, gli aspetti inerenti alla quotidianità, al sacrificio e all'importanza dei legami umani e affettivi. Il mio documentario vuole andare oltre, più precisamente oltre la figura dell’atleta in sé, per scoprire e valorizzare la persona, l’essere umano che si cela dietro al ruolo dello sportivo", che, e in questo caso vale anche per Paolo, spesso si traduce pure in una quotidianità lontano da casa, vedendo la famiglia il più delle volte attraverso uno schermo e molto altro ancora.

Qui sotto il documentario Oltre la rete di Layla Bortoluzzi.

https://vimeo.com/1083686162