La BAM Acqua S.Bernardo Cuneo infuoca il palazzetto contro Cisano

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Di Redazione

I cuneesi conquistano la prima vittoria al Pala Ubi Banca (3-0), infuocando gli spalti in un match agguerritissimo con Tipiesse Cisano Bergamasco.

I ragazzi di coach Serniotti mostrano grande concentrazione nei momenti difficili, recuperando sempre e chiudendo ai vantaggi nel secondo e terzo parziale. Una buona partita quella di Sbrolla e compagni, che hanno messo in difficoltà la difesa biancoblu in diverse occasioni.

Lo starting six di Cuneo: Cortellazzi palleggio, Prolingheuer opposto, Sighinolfi e Focosi centro, Casoli e Galaverna schiacciatori; Prandi (L).
Coach Battocchio schiera: Sbrolla palleggio, De Santis opposto, Gritti e Milesi al centro, Mercorio e Cattaneo schiacciatori; Brunetti (L).

Fin da subito la gara è stata giocata punto a punto, con un iniziale break dei padroni di casa (4-2) recuperato da De Santis e compagni sul 16-20. I cuneesi ripartono con l’opposto tedesco in attacco e Sighinolfi a muro, De Santis sbaglia il servizio ed è vincente il mani out di Cattaneo. L’attacco di Casoli porta Cuneo a -2, ma Mercorio è pronto a recuperare il punto, ci pensa Focosi con un primo tempo e ancora l’esperto schiacciatore cuneese a portare i biancoblu sul 22-23 e a spingere coach Battocchio a chiamare il time out. Al rientro in campo Serniotti effettua un cambio alla regia, inserendo Testa. Prolingheuer sale in cattedra e buca il campo avversario con un fantastico ace del 23 pari. Inarrestabile l’opposto tedesco mette a segno un mani out e la panchina cisanese chiama il secondo time out, ma Marvin, deciso, la chiude sul 25-23, con un break finale di 5 punti (20-23/25-23).

Seconda frazione inaugurata dal muro di Capitan Cortellazzi, vede un costante punto a punto con i padroni di casa avanti, fino al 7-8 dato dal mani out di Cattaneo. Sull’11-14 è nuovamente Prolingheuer a dar inizio al recupero con una parallela e un ace al servizio, lo segue Casoli in attacco. Galaverna difende e attacca in parallela (15-16), entra Testa per uno scambio. Con la sua diagonale infallibile Galaverna segna il punto del sorpasso sul 23-22, Cattaneo segue a ruota passando in mezzo al muro biancoblu e danno inizio ad un finale di set al cardiopalma. Sul 32 pari Serniotti inserisce Chiapello per Galaverna al servizio, Prandi difende l’attacco cisanese e l’opposto tedesco trova il 33-32. Chiude il parziale il primo tempo non vincente di Milesi, decretato dal videocheck. Cuneo si aggiudica anche il secondo set con un 34-32.

Ultimo parziale stesso copione, Cuneo parte bene con Galaverna e Prolingheuer, Cisano recupera con De Santis e Milesi. Sul 6-9 coach Serniotti richiama i suoi, al rientro in campo una frazione di gioco punto a punto, poi ancora uno stop per i padroni di casa (16-20). Si torna in campo e gli attacchi vincenti di Prolingheuer e Galaverna, uniti all’efficienza a muro di Sighinolfi spinge per la prima volta Battocchio al time out (20-21). Pipe di Galaverna e Prolingheuer deciso sia in parallela che diagonale e Cisano richiama subito i suoi sul 23 pari. Casoli bene a rete, Mercorio non è da meno, l’opposto tedesco picchia forte sul muro avversario (25-24), ma De Santis lo segue a ruota. Galaverna mette giù il 26 pari, l’opposto cisanese riporta i suoi a +1, ma sale nuovamente in cattedra il tedesco con un attacco sul muro, Sighinolfi mura e la parallela di Prolingheuer mette il punto finale (29-27) ad una gara giocata sempre fino all’ultimo pallone.

MVP del match proprio l’opposto tedesco Marvin Prolingheuer, premiato da Alessandro Marino della Falegnameria GMG, sponsor della serata.

« Secondo me è stata una vittoria di squadra importante, stiamo facendo un percorso step by step in crescita. Abbiamo affrontato con la giusta forza l’avversario mantenendo la giusta concentrazione fino al 3-0 .- commenta Prolingheuer a fine partita – Oggi Emiliano ha servito molto bene tutti, io ho visto ottime parallele e diagonali, bene anche a Galaverna, Casoli e al centro.

Questo secondo me dev’essere il nostro gioco contro squadre come quella di oggi, di carattere, che se era mancato nelle prime due partite in casa, allenamento dopo allenamento, oggi è stato una costante».

Al termine dell’incontro coach Serniotti: « Si è visto un Cuneo che in tutti e tre i set è venuto fuori da situazioni difficili e dopo il 20 ha giocato molto bene. Mi piace questa caratteristica, c’era stata anche una settimana fa a Brugherio.

La squadra deve ancora crescere tecnicamente, ci sono ancora molti margini, ma iniziamo a stare meglio in campo, oggi c’è stata una prestazione in attacco di livello superiore rispetto alle partite precedenti, e questo credo abbia fatto la differenza. Sono contento d’aver finalmente vinto in casa, davanti al nostro bellissimo pubblico».

Nella prossima giornata la Banca Alpi Marittime Acqua S. Bernardo Cuneo affronterà la trasferta a Bolzano, ospite del Mosca Bruno Bolzano domenica 24 novembre alle ore 18.00 presso la Palestra Max Valier.

5^ Andata (17/11/2019) – Regular Season Serie A3 Credem Banca – Girone Bianco

Banca Alpi Marittime Acqua S.Bernardo Cuneo – Tipiesse Cisano Bergamasco
3-0 (25-23/34-32/29-27)

Banca Alpi Marittime Acqua S.Bernardo Cuneo: Cortellazzi 2, Marvin 21, Sighinolfi 9, Focosi 5, Galaverna 18, Casoli 12, Prandi (L1); Testa, Chiapello. N.e. Picco, Beghelli, Oberto, Rainero, Armando (L2).
All.: Roberto Serniotti
II All.: Francesco Revelli
Ricezione positiva: 69%; Attacco: 49%; Muri 10; Ace 2.

Tipiesse Cisano Bergamasco: ; Sbrolla 1, De Santis 20, Mercorio 8, Cattaneo 15, Gritti 5, Milesi 6, Brunetti (L); Maccabruni, Baciocco, Sormani, Giampietri. N.e. Favaro, Austoni, Rota (L2.
All.: Matteo Battocchio.
II All.: Luca Carenini.
Ricezione positiva: 60%; Attacco: 45%; Muri 6; Aces 0.

Arbitri: Sergio Pecoraro, Paolo Scotti. Durata set: 26’, 37’, 33’. Durata totale: 96‘

(Fonte: comunicato stampa)

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Quali sono le differenze sostanziali?

“I gestori, lo dice la parola stessa, sono più bravi a gestire un gruppo, a gestire elementi e casi particolari, e mettono un po’ la tecnica in secondo piano. Ci perdono poco tempo insomma, sono più improntati a fare tanti sei contro sei in allenamento. I tecnici sostanzialmente sono quelli che prendono un giocatore e lo portano a un livello superiore. I primi allenano il gruppo, i secondi allenano differentemente ogni singolo giocatore. Oggi le squadre, soprattutto quelle di vertice, sono orientate a scegliere di solito i gestori mentre i giocatori, ovviamente, vorrebbero migliorarsi e quindi lavorare con chi predilige di più la tecnica”.

Come mai si scelgono di più i gestori rispetto ai tecnici?

“La risposta è facile, il tempo di allenare la tecnica non ce l’hai. I top team tra coppe e campionato giocano di fatto ogni tre giorni. Senza dimenticare che a inizio stagione non lavorano mai con i nazionali perché gli arrivano a ridosso dell’inizio del campionato. È per questo motivo che tante volte i tecnici vengono scelti da squadre da metà classifica in giù, perché hanno di solito tutta la settimana per lavorare e perché le società medio-piccole, diciamo così, hanno anche più interesse nel valorizzare e far crescere i giovani in rosa in chiave mercato”.

Eppure la tecnica sarebbe importante anche, se non soprattutto, per i top team e i top players.

“È verissimo. Io ti dico che tanti giocatori, tanti giovani, hanno sempre i loro momenti di difficoltà, ma, come mi ricordava sempre il mio maestro (di chi si tratta lo sveleremo in un prossimo capitolo), nei momenti di difficoltà tu vai a rifugiarti nelle cose tecniche. Quindi la cosa tecnica ti fa fare la cosa giusta, o più adatta, in quel determinato momento”. 

Un esempio pratico?

“Faccio l’esempio del palleggio. Se c’è un momento nell’arco della stagione che ad esempio il palleggiatore non riesce bene a servire in posto 4, vai a ripensare alle cose corrette che devi fare per palleggiare bene in quattro: allora pensi che i piedi li devi mettere così, le mani le devi mettere colà e così via. Spesso questa cosa qui è un po’ sottovalutata”.

In che senso?

“La tecnica è fondamentale anche negli allenamenti. Purtroppo invece si allena spesso la fase a punteggio e, ad esempio, il muro nella fase di gioco. Anche la stessa fase del muro ha bisogno però di una fase tecnica, perché se io vedo delle situazioni che non vanno, ad esempio prendo mani fuori o la palla si insacca, significa che c’è un problema tecnico. Di conseguenza bisogna andarlo a sviscerare quel problema tecnico e in allenamento devi lavorarci sopra, ma devi farlo tecnicamente. Molto, troppo spesso, invece, si pensa solo alla fase del gioco e si finisce col fare sempre sei contro sei”.

La ricezione è sempre una nota dolente per tante squadre e tanti giocatori. Per quella che è la tua esperienza, qual è il segreto per migliorare in questo fondamentale?

“Una cosa che io, personalmente, reputo sia sbagliata è quando si predilige troppo la quantità. Mettere da una parte giocatori che fanno quaranta, cinquanta battute, e dall’altro lato del campo gente che sta li a cercare di fare ricezioni positive, non aiuta a migliorare la qualità della ricezione. L’obiettivo non deve essere quello di cambiare posizione in ricezione dopo che arrivi a farne dieci giuste, perché magari per farne dieci giuste te ne hanno dovute battere trenta se non di più. L’obiettivo dovrebbe essere, non so, 6 su 10, 7 su 10. Lavorare individualmente e sulla tecnica, in questo caso della ricezione, significa che l’allenatore si deve mettere dietro al giocatore in questione e a ogni palla che sbaglia gli deve spiegare perché l’ha sbagliata”.

Forse si da per scontato che queste siano cose già apprese negli anni delle giovanili e che in Superlega non ci sia più la necessità di spiegarle o di lavorarci su.

“Sbagliatissimo, è proprio qui, a questi livelli che serve di più lavorare sulla tecnica. Ovvio che la tecnica è la stessa, il modo di mettere giù i piedi è lo stesso, le spalle, le braccia, ma bisogna tener conto che qui cambia la velocità della palla, quindi la tecnica deve essere correlata alla velocità della palla. Se non alleni la qualità, non costruisci le tue certezze. Se non hai certezze, che senso ha lavorare sulla quantità?”.

Lavorare così sulla tecnica forse richiede anche un maggior grado di disponibilità e sacrificio.

“Indubbiamente, bisogna essere disposti anche a rompersi le scatole a guardare i video, a cercare i dettagli, a cercare di trovare l’esercizio giusto per far fare le cose per bene. Questo perché non tutti gli esercizi vanno bene per tutti i giocatori. Ci vuole la pazienza e anche l’abilità di capire cosa è giusto per migliorare questo o quel giocatore in questo o quel fondamentale”.

Un altro fondamentale che sta diventato sempre più protagonista nella pallavolo moderna è quello della battuta. Quando entra va tutto bene, ma quando non entra vediamo squadre e giocatori che si incaponiscono senza trovare soluzioni o fare variazioni. Come mai?

“Anche quella è una cosa che va allenata, il problema è che in tanti lo fanno battendo a tutto braccio, solitamente in posto uno. Ma se batti a 120 km/h in posto uno e lì trovi il libero che te la riceve, a cosa ti serve battere così forte? Forse se in uno c’è il libero sarebbe meglio battere anche a 90 km/h, ma in posto cinque su un ricettore meno bravo. Ma quanti lo sanno fare? E perché non lo sanno fare? Perché evidentemente in allenamento non si fa quel tipo di lavoro, quella ricerca delle variazioni. Se non ci provi mai, non imparerai mai a farlo”.

Adesso capiamo perché tanti tuoi colleghi, al termine di ogni stagione, invece di chiederti dove andrai a giocare ti chiedono dove andrai ad allenare...

"Ahahahah, no dai, questo non scriverlo".

Ops.

Intervista di Giuliano Bindoni
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