Josè Matheus: “Ho la morte nel cuore per le sorti del mio Venezuela…”.

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Josè Matheus, classe 1976, da 15 anni in Italia, attualmente gioca nella squadra di Gioia Del Colle, approdata ai playoff del campionato di serie B di pallavolo da imbattuta, avendo vinto tra l’altro anche la Coppa Italia di categoria.

Ha vestito varie maglie nei nostri campionati di serie A e B, da qualche anno oltre ad essere un giocatore di Gioia Del Colle a aver stabilito nella cittadina pugliese la sua residenza, si è sposato con una ragazza del luogo e ha due splendide figlie.

Forse, come dice Josè, questo potrebbe essere il suo ultimo anno da giocatore, ma sicuramente vorrebbe rimanere nell’ambiente del volley, magari allenando, e a questo proposito ha già conseguito il patentino di Primo grado.

Sorridendo, poi, il giocatore venezuelano confida che, per ora, non è riuscito a trasmettere questa sua passione per la pallavolo alle figlie, infatti… una pratica il nuoto e l’altra ama pattinare, ma non si può mai sapere!

Matheus si è ormai perfettamente integrato in Italia, però, sta vivendo un periodo di grande apprensione e preoccupazione per le sorti del suo Paese, dove risiede ancora gran parte della sua famiglia.

Josè cosa sai della situazione in Venezuela: hai dei contatti diretti, delle testimonianze?
“Gran parte della mia famiglia vive in Venezuela, ci sentiamo tutti i giorni quando è possibile, ma certe volte ho delle difficoltà a collegarmi perché viene chiuso internet. I miei famigliari e tutto il popolo, da quanto mi raccontano, hanno il problema di trovare il cibo e le medicine sono difficile da reperire, con conseguenze spesso drammatiche”.

Secondo te quali possono essere le ragioni di questa drammatica situazione?
“Credo sia chiaro a tutti: il Venezuela, un paese ricco di petrolio, potrebbe vivere benissimo con delle politiche economiche adeguate, ma questo regime con la sua politica sta mettendo in ginocchio il mio popolo”.

Come sta reagendo il popolo ?
“Quello venezuelano è un popolo molto dignitoso, non disposto ad arrendersi. So che le persone sono tutti i giorni in piazza a manifestare per chiedere, soprattutto, una cosa: democrazia, e l’obiettivo è di ottenere delle libere elezioni”.

L’Italia e gli altri Paesi cosa potrebbero fare?
“Prima di tutto è positivo continuare, come si sta facendo in Italia, a parlarne e a raccontare questa situazione. Sarebbe importante, poi, anche intervenire: perché siamo davvero di fronte ad una situazione drammatica”.

E il mondo del volley può aiutare il Venezuela?
“Come ho già detto, è importante continuare a parlare di quanto succede nel mio Paese. Il volley, in passato, ha spesso intrapreso iniziative importanti per sensibilizzare l’opinione pubblica su varie problematiche, con striscioni e altro prima delle gare: perché non farlo anche in solidarietà al popolo venezuelano?”.

Per concludere quali sono le speranze per uscire il prima possibile da questa situazione ?
“Sicuramente, come è stato spesso per altri paesi in situazioni analoghe, il coraggio e la determinazione del popolo potranno essere determinanti. Non bisogna smettere mai, quindi, di rivendicare i propri diritti, e i giovani venezuelani sono molto determinati da questo punto di vista”.

 

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