Jacopo Cuttini (Padova): “Ogni anno l’asticella si alza e dovremo essere bravi”.

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La Sonepar Padova ha archiviato la seconda settimana di lavoro alla Kioene Arena in vista della prossima stagione di SuperLega. In queste settimane di preparazione oltre che atletico il focus sarà duplice: consolidare le relazioni all’interno del gruppo e porre le basi tecniche necessarie per affrontare un campionato che si preannuncia lungo e competitivo.

A margine di un’intensa fase di preseason, che vedrà i bianconeri impegnati in allenamenti congiunti e in un quadrangolare di alto livello, Jacopo Cuttini ha fatto il punto della situazione, tracciando le prospettive e le sfide della nuova stagione. 

Coach Cuttini, mancano ancora diverse settimane all’avvio del campionato, ma la preparazione è iniziata. Su cosa dovrà lavorare maggiormente la squadra in queste prime settimane? “Come ogni anno, il nostro organico cambia significativamente e di conseguenza c’è sempre molto da ricostruire, sia a livello tecnico che di equilibri interni. La priorità iniziale sarà quella di riuscire a creare le giuste relazioni all’interno del gruppo: tra staff e giocatori e tra i giocatori stessi. Abbiamo poco tempo per farlo, ma di solito sappiamo essere rapidi in questo tipo di percorso. Parallelamente lavoreremo sul piano tecnico, perché molti ragazzi hanno margini di crescita importanti. L’obiettivo è ottenere subito dei progressi, così da arrivare all’inizio del campionato con una buona base, pur sapendo che la squadra sarà ancora in fase di assemblaggio”. 

Ad accompagnare la squadra all’esordio casalingo con Cuneo ci saranno cinque allenamenti congiunti e un quadrangolare. Che valore avranno questi appuntamenti? “Sono test fondamentali. Per scelta preferisco disputare pochi appuntamenti, ma di alto livello. Nella preseason incontreremo infatti le stesse squadre che poi affronteremo durante la stagione. Si tratta di test importanti per capire a che punto siamo prima dell’avvio del campionato e rappresenteranno momenti di crescita per i ragazzi, perché certi elementi si comprendono solo in un contesto competitivo”.  

Il nuovo roster vede conferme, nuovi arrivi e anche dei ritorni. Che tipo di percorso ti aspetti dalla squadra e dai singoli atleti? “L’alchimia sarà fondamentale. Non basterà l’impegno mio e dello staff: ognuno dei ragazzi dovrà metterci del proprio. Il gruppo è molto cambiato e dovremo trovare nuovi equilibri, ma il roster mi piace molto. Penso ad una suddivisione in quattro categorie. La prima è quella dei ritorni: Gardini, Zoppellari e Polo, che conoscono già il nostro ambiente e dovranno essere punti di riferimento. La seconda riguarda le conferme di ruolo, come gli opposti Stefani e Masulovic e i due liberi, Diez e Toscani, che hanno dato solidità nella scorsa stagione. Poi c’è chi avrà da me una responsabilità maggiore, ragazzi come Orioli, Truocchio e Toscani, chiamati a un ulteriore step di crescita, oltre a Bergamasco, che entra stabilmente dopo aver lavorato con noi come giovane del vivaio. Infine, ci sono i nuovi arrivi: il palleggiatore, Todorovic, e i centrali McRaven e Nachev, profili di prospettiva sui quali abbiamo grandi aspettative. Cresceranno, ma servirà il tempo necessario”. 

Il ritmo della SuperLega è molto elevato. Quali saranno le principali sfide di questa stagione, anche sul piano mentale?  “Quest’anno il calendario sarà ancora più intenso, con molte partite infrasettimanali. Per una squadra come la nostra, che ogni stagione riparte con tanti volti nuovi, questo significa meno continuità nel lavoro in palestra. Ci sarà quindi bisogno di una gestione particolare, per continuare a crescere nonostante i volumi ridotti di allenamento. La SuperLega, intanto, si conferma uno dei campionati più competitivi al mondo, in continua evoluzione. Ogni anno l’asticella si alza e dovremo essere bravi a raggiungere un livello tale da competere fin da subito. Personalmente lo considero uno stimolo: è una sfida affascinante, che ci spinge a cercare sempre soluzioni nuove”.  

Pallavolo Padova non è solo la sua prima squadra, ma anche un settore giovanile molto ampio. Qual è il rapporto tra Sonepar Padova e l’Accademia Kioene Pallavolo Padova? “La relazione è biunivoca. La prima squadra deve essere un punto di riferimento per i ragazzi dell’Accademia, che ci guardano come un obiettivo da raggiungere. È una grande responsabilità: i giocatori della prima squadra devono essere esempio quotidiano anche nei comportamenti, perché ci alleniamo tutti nello stesso impianto e i più giovani ci vedono e si confrontano con noi. Allo stesso tempo la prima squadra deve essere uno strumento per offrire ai più meritevoli la possibilità di vivere un percorso di crescita. Ogni anno cerchiamo di inserire qualcuno nel roster, come è successo con Galiazzo lo scorso anno e come avviene quest’anno con Bergamasco. Molti atleti del settore giovanile sono passati in prima squadra e continueranno a farlo: è una responsabilità che sento mia e che condivido con il club”.  

Infine, coach, quanto è importante trasmettere ai giocatori la “dimensione Padova”?  “È fondamentale. Fin dal primo giorno spieghiamo ai ragazzi qual è la nostra identità e cosa rappresentiamo. È un valore aggiunto che ci distingue da altre realtà. Chi arriva deve percepirlo subito: è un aspetto che curiamo molto e che ci permette di far sentire ogni giocatore parte di un progetto unico”. 

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